Consolarsi con Verde degli obiettivi mancati

Alessandro Giuli

E niente, adesso siete tutti lì a magnificare il diciannovenne Daniele Verde, con giochi di parole e lacrimucce di speranza sull’importanza del vivaio e sui soldi spesi male e su come era bello quando fra i pischelli della Roma fiorivano i Totti e i De Rossi.

E niente, adesso siete tutti lì a magnificare il diciannovenne Daniele Verde, con giochi di parole e lacrimucce di speranza sull’importanza del vivaio e sui soldi spesi male e su come era bello quando fra i pischelli della Roma fiorivano i Totti e i De Rossi. Non che Verde sia malaccio, figuriamoci: un misto tra Gattuso e Nocerino, tendenza primate dunque, ma con piedi meno fucilati. Bene. Però è dai tempi di Desideri e Impallomeni che ascolto ’ste chiacchiere di metà campionato, quando puntuale arriva il momento di ammettere che gli obiettivi sono stati mancati epperò il futuro è radioso. Non ci casco più.

 

Rispondete piuttosto a questa domanda oppure tacete per sempre: consolarsi col diciannovenne Verde, affidarsi alla Primavera romana, era questo che immaginavate a settembre, quando il francese prometteva lo scudetto e la società risparmiava quattrini e neuroni da investire per ristrutturare la linea difensiva? Sssssst.

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