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Terrazzo
80 anni di copertine d'elezione. Electa festeggia l'anniversario. Giustamente, con nuovi libri
Storia dell'arte e storia dell'architettura hanno fin dall'origine caratterizzato le pubblicazioni della casa editrice, diventata un punto di riferimento per il mondo del design contemporaneo
La fondazione della casa editrice Electa è datata 1945, ma le sue radici prendono avvio fin dal 1927, quando fu registrata come impresa editoriale per poi venire – dopo non pochi passaggi di proprietà – registrata infine presso la Camera di commercio nell’aprile del 1944 sotto la proprietà del pittore e storico dell’arte Dario Neri. Le pubblicazioni partiranno così nel 1945 sotto l’impulso di una figura mitica e geniale come quella di Bernard Berenson, uomo chiave di un’impresa che oggi festeggia i suoi ottant’anni e che ha saputo innovare negli anni in profondità il discorso sulla storia dell’arte promuovendo studi e ricerche e dando corpo a una divulgazione che ha organizzato e reso visibile a un pubblico amplissimo il patrimonio artistico italiano. Storia dell’arte e storia dell’architettura hanno caratterizzato da subito le pubblicazioni di Electa che già negli anni Cinquanta si trasferisce a Milano divenendo così il riferimento anche per il mondo dell’architettura e del design contemporaneo.
Le sue collane editoriali e le sue grandi opere hanno stabilito un canone di riferimento ottenendo un successo e una diffusione in grado di alfabetizzare letteralmente un paese che per la prima volta ha potuto così vedere, grazie alle splendide stampe a colori, opere d’arte fino ad allora difficilmente raggiungibili lungo lo Stivale. Un successo che fa di Electa non solo un punto di riferimento, ma un’impresa che negli anni Ottanta mostra un profilo solido e internazionale a differenza di molte altre case editrici sempre alla strenua ricerca di un equilibrio, soprattutto nei conti economici. Gli ottant’anni di vita vengono così oggi inaugurati con due pubblicazioni che aprono i festeggiamenti e che rappresentano la storia e il futuro di un editore che ha saputo nel tempo superare non poche difficoltà, legate in particolare a un mercato che ha vissuto una vera e propria mutazione.
La collana dei Pesci rossi (fondata da Emilio Cecchi) oggi rinnovata è il filo conduttore della storia di Electa che con il volume di Michele Dantini, “Bernard Berenson e l’arte contemporanea. Storia, critica, editoria” va a rivisitare il pensiero e la vita del grande storico e mercante d’arte in funzione proprio del suo lavoro editoriale. E non meno essenziale e identitaria è la riedizione ampliata del raffinato e colto saggio di Antonella Anedda, “La vita dei dettagli”. che coglie il discorso critico sull’arte a partire proprio dalla capacità – tutta da coltivare – di dare sempre spazio a uno sguardo intimo e privato.
Il dettaglio come elemento rappresentativo di un’opera d’arte così come di una casa editrice che ha visto negli anni moltiplicare i propri punti di vista in particolare sul contemporaneo. Un allenamento necessario allo sguardo che porta i lettori a trovare nuove relazioni e connessioni. Avvertiva Berenson negli anni Cinquanta: “La gente cominciava a sentire il bisogno della pittura come di qualche cosa che partecipasse alla vita”. Viva dunque la bellezza e la curiosità di cui Electa è il formidabile cannocchiale.


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