(Foto di Ansa) 

Terrazzo

Pesaro "razionalista" annuncia Pu.Ra, la mostra che valorizza le architetture fasciste

Manuel Orazi

La prossima capitale della cultura ha inaugurato il progetto espositivo che dal palazzo Comunale si allarga alle altre costruzioni della città. Marcello Smarrelli è il curatore, insieme agli architetti ed ingegneri delle maggiori opere pubbliche d'Italia

Nella Regione Marche in anticipo sui tempi e già a guida Fratelli d’Italia, il comune di Pesaro brilla per la sua opposizione scanzonata di centrosinistra. Fresco vincitore della competizione per essere la sede della prossima capitale italiana della cultura, Pesaro 2024, non solo ha organizzato il primo gay pride regionale – Marche Pride, la Regione non ha concesso il patrocinio, ça va sans dire – ma ora si permette persino di rileggere e valorizzare le architetture del ventennio fascista, cosa che a rigor di logica avrebbero dovuto fare gli altri. Ecco dunque che a palazzo Mosca, davanti alla mostra di Rossini, in pieno centro, apre i battenti Pu.Ra, che sta per Pesaro Urbino Razionalista, un percorso fra le architetture d’autore del ventennio. La mostra, curata da Marcello Smarrelli che si occupa anche dell’unico museo regionale di arte contemporanea (degenerata?) cioè l’ex Pescheria, è fatta in collaborazione con il giovane studio romano Warehouse Architecture di Gabriele Corbo, Jacopo Costanzo, Valeria Guerrisi che stanno ristrutturando al sede comunale terminata negli anni 50 in piazza del Popolo, un edificio che denuncia il forte legame con il razionalismo temperato romano cioè latore di una terza via riformista fra avanguardia e tradizione, quella di Marcello Piacentini.

 

E infatti a lui era legatissimo non solo l’autore del comune, Cesare Pascoletti, ma anche gli autori degli altri edifici presenti come Mario De Renzi, quello del condominio di "Una giornata particolare" di Ettore Scola, autore della scuola elementare Corridoni di Fano, e il duo Paniconi e Pediconi autori della sede della Camera di Commercio di Pesaro. Tutti questi architetti e ingegneri hanno lavorato, grazie all’ala protettrice di Piacentini, per banche, per il Vaticano, per grandi enti e opere pubbliche non solo a Roma. Nel caso di Pesaro peraltro la competenza di Pascoletti convinse anche le giunte rosse a guida Pci, essendo stato il coautore della demolizione della spina di borgo e della nuova via della Conciliazione, dunque un esperto nella progettazione di un edificio pubblico in contesto storico rinascimentale come appunto il nuovo comune in piazza del Popolo, accanto al Palazzo Ducale dei Duchi di Urbino che qui spostarono la capitale del loro piccolo ma fondamentale stato. Oltre ai disegni originali presentati negli anni 30, raccolti e conservati nell’Archivio Stroppa Nobili, in mostra è esposta una selezione di opere della collezione Vinciguerra dei Musei civici (fra cui pezzi d’epoca di Gio Ponti, Carlo Scarpa, Enrico Prampolini) e le nuove fotografie di Anton Giulio Onofri, nell’allestimento ideato dagli WAR.

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