Daniel Di Maggio - foto Ansa

Trasformare lo share in voti

Dopo Sanremo, FdI pensa di candidare la mamma di Giogiò Cutolo

Salvatore Merlo

I meloniani della Campania hanno fatto il nome di Daniela Di Maggio a Giovanni Donzelli. Il comico affaire del Qua-Qua

Sanremo, dal nostro inviato. Fratelli d’Italia pensa da tempo di candidare alle europee Daniela Di Maggio, la madre di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso per strada a Napoli dopo una lite per un parcheggio. Ma dopo aver visto Sanremo l’altra sera, alcuni dirigenti campani di FdI si sono convinti che è proprio una buona idea. Trasformare lo share in voti un po’ come Cristo trasformava l’acqua in vino (l’apparizione della signora Di Maggio ha coinciso con il picco di ascolti). I campani di FdI hanno dunque avanzato la proposta al coordinatore nazionale del partito Giovanni Donzelli. Il quale tuttavia ancora non ha avuto il coraggio di avvertire Palazzo Chigi. Anche se una malizia circola: l’invito in televisione sarebbe stato un test politico. Improbabile. D’altra parte, invece, l’ostensione televisiva del dolore è una scelta precisa  di questo Sanremo, che ha tra gli autori una delle firme più antiche di “C’è posta per te”, la trasmissione semi-trash di Maria De Filippi. Il gruppo autoriale che affianca Amadeus e Fiorello è ovviamente anche lo stesso che ha immaginato “il ballo del qua qua” con John Travolta. Non a caso, fra gli autori di Sanremo, c’è pure un autore storico di Paolo Bonolis.
 

Una volta Raffaele La Capria ci raccontò che Ettore Bernabei, grande capo, anzi inventore della Rai, usava avvertire così i propri collaboratori che si davano arie da intellettuali: “Ricordatevi che noi la televisione la facciamo per quelli che si dondolano dagli alberi”. Ragione per la quale è improbabile che l’ostensione televisiva del dolore della mamma di Giogiò Cutolo fosse un raffinatissimo test di popolarità politica finalizzato alle elezioni europee. Piuttosto, poiché la televisione “la facciamo per quelli che si dondolano dagli alberi” ecco che si spiega tutto, anche il ballo del qua qua con John Travolta.
 

Una scena grazie alla quale l’Onu è sul punto di inserire l’Italia nell’elenco dei paesi sottosviluppati. E che potrebbe finire, tra un anno o giù di lì, con una mega multa comminata alla Rai e ai conduttori di Sanremo per “pubblicità occulta”. Più di dieci milioni di italiani hanno infatti osservato per diversi minuti insistiti primi piani sui piedi di John Travolta che ballava il qua qua indossando  una marca di scarpe riconoscibile di cui è sponsor da diverso tempo. Alla Rai, dove in onda non passa niente se prima non viene attentamente, scrupolosamente, severamente esaminato, insomma in un posto in cui mettono lo scotch sui marchi dei computer e rimuovono persino le targhette dalle bottiglie di acqua minerale per evitare la pubblicità occulta, nessuno si era accorto delle scarpe dell’attore americano. Possibile? Sì. Anche se l’insistenza sui piedi (pure quelli di Amadeus, cui gli autori hanno detto di togliersi le scarpe e che poi ha pronunciato addirittura il claim pubblicitario della marca di scarpe: “Dont worry be happy”) appare singolare. Ma qui propendiamo per la clamorosa svista. Il che, se possibile, rende la faccenda, come spesso capita in Italia (e alla Rai), più grottesca che seria. A Sanremo si sono trasferiti infatti centinaia di operatori Rai, almeno una decina di direttori, vicedirettori, capistruttura, sergenti e caporali, compreso l’amministratore delegato, Roberto Sergio, che ha persino dichiarato di voler controllare personalmente ogni cosa: “Sposto il mio ufficio a Sanremo per una settimana”. E poi si fanno infinocchiare da Travolta? C’è da non crederci.
 

Tuttavia, una volta conosciuti il direttore dell’Intrattenimento, il responsabile di Sanremo, Marcello Ciannamea (che ieri faceva il salviniano in barile) e la vicedirettrice del Prime Time Rai, Federica Lentini, responsabile in seconda di Sanremo, riteniamo davvero che tutto sia possibile in quell’azienda. Di Ciannamea, detto anche “Ciannameaculpa”, abbiamo già raccontato molto in questo nostro diario sanremese negli ultimi giorni. Egli dà l’impressione di essere uno che se lo mandi a comprare le sigarette, torna col resto sbagliato. Quanto alla dottoressa Lentini sentite come presentava la mamma del ragazzo assassinato a Napoli poco prima che salisse sul palco dell’Ariston: “Sarà un momento di riflessione da parte di chi sul campo ha attraversato momenti difficili”. Sul campo. Diceva Nanni Moretti: chi parla male, pensa male. E probabilmente alla fine combina pure pasticci.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.