Ricetta seriale

“Questo mondo non mi renderà cattivo”, il ritorno “impegnato” di Zerocalcare

Disponibile da oggi su Netflix, la seconda serie realizzata dal fumettista romano è un racconto più personale del precedente e quindi potenzialmente più divisivo. Sei episodi con dialoghi veloci e una musica scelta con cura

Gaia Montanaro

È disponibile da oggi, 9 giugno, su Netflix la seconda serie realizzata da Zerocalcare dal titolo “Questo mondo non mi renderà cattivo”. Un racconto più personale della serie precedente, che tocca temi sociali e politici cari al fumettista romano e che, con il suo solito linguaggio che mischia ironia, profondità e nettezza, pone al centro questioni urgenti per il nostro presente dandone una lettura chiara e orientata. Lo sfondo della storia è – come per la serie precedente “Strappare lungo i bordi” – il quartiere romano di Rebibbia. Nei sei episodi da mezz’ora che compongono la serie ritroviamo i personaggi cardine del mondo di Zerocalcare ovvero Sarah, Secco, l’Armadillo e Zero insieme ad alcune new entry, la più rilevante delle quali è rappresentata da Cesare, ex ragazzo del quartiere che torna a Rebibbia dopo essere stato per diversi anni in una comunità di recupero ed essersi avvicinato a gruppi di estrema destra. Il quartiere è in subbuglio perché in un centro di accoglienza sono arrivati un gruppo di profughi provenienti dalla Libia e c’è chi sembra più propenso all’accoglienza e chi invece, con tanto di insultanti affissioni di cartelli sui muri, vorrebbe i profughi lontani da lì. La serie si apre con Zero che viene interrogato in un commissariato di polizia (dove troneggia su una bacheca un’immagine di Don Matteo con la scritta “Ai miei amici”) a seguito di alcuni pestaggi e tensioni dovute proprio al tema profughi.

 

Questi eventi perturbano un mondo che pare sempre cristallizzato e uguale a sé stesso, con Secco che – fedele alla sua natura – ripete come un mantra costante di andare a prendere il gelato mentre Sarah pare avere finalmente, dopo anni di gavetta e di studio, la possibilità di coronare il suo sogno professionale ovvero di andare a insegnare. L’Armadillo (che ha sempre la voce di Valerio Mastrandrea) fa da contrappunto alla coscienza di Zero, dando tocchi di sarcasmo e ironia (lunghe le sequenze in cui i due mettono a tema la cattiva dizione di Zerocalcare e l’inflessione romana così come i passaggi in cui l’Armadillo da voce al senso di colpa del protagonista). Tutto è condito da musica scelta con cura, dialoghi veloci e densi (rapidi come il pensiero dell’autore), in un racconto più “impegnato” e quindi sulla carta divisivo, in cui Zerocalcare fa emergere di più la sua timbrica autorale e per questo rischia (come in ogni opera seconda che si rispetti).

Quali sono i temi di “Questo mondo non mi renderà cattivo”?

Come Zerocalcare ci ha abituati, la serie è più che mai infarcita di temi sociali e di una chiara e personale visione del mondo. Accanto alle istanze sociali legate all’accoglienza dei profughi, all’insorgere di gruppi neofascisti, alle tensioni crescenti e all’odio verso il diverso (che viene per questo disumanizzato), il fumettista romano racconta sempre in modo preciso lo spaesamento di una generazione (quella a cui lui appartiene), priva di punti di riferimento e le cui possibilità di azione sono sempre più ridotte. Chi ha una traiettoria chiara nella vita sembra ostacolato in tutti i modi, chi non ce l’ha bivacca alla deriva ma con un buco nel cuore che cresce sempre più. La confusione esistenziale dilaga e con essa una solitudine profonda. Che la fama e il successo non bastano a far tacere.

Quali sono i riferimenti musicali e seriali di “Questo mondo non mi renderà cattivo”?

Il racconto di Zerocalcare è ricco di citazioni seriali e di brani musicali che impreziosiscono la serie. Lou Reed, gli Oasis, i Cure e i Cigarettes after Sex sono solo alcuni degli artisti di cui vengono riportati frammenti di canzoni. E non mancano neanche le citazioni seriali, da Bridgerton a Stranger Things passando per l’ottima Lady Violet di Downton Abbey. A completare il quadro, un poster di don Matteo quasi onnipresente.

Qual è il tono della serie in tre battute?

“Te svolti ma non te puoi godè un cazzo perché tutto intorno c’hai le macerie. E che cazzo di sciacallo sta bene nelle macerie?”.

“Guarda che non stai mica a fa’ Novecento de Bertolucci”.

“Ma secondo te io parlo strano?”. “Ma nooo, ma al limite c’hai un po’ de inflessione. Ma potresti benissimo essere uno di Trieste che guarda tanto i Cesaroni”.

Di più su questi argomenti: