Ricette seriali

Belgravia, tutti gli ingredienti della serie Sky

Intrighi, gelosie, amori contrastati ed eredità contese nell'Inghilterra previttoriana. Julian Fellowes, padre di Downton Abbey, torna a ricalcare le medesime ambientazioni e schemi narrativi nell'adattamento del suo libro omonimo

Gaia Montanaro

Intrighi e amori, età della Restaurazione e Londra. Questi, in sintesi, gli ingredienti base di Belgravia, miniserie inglesissima in sei episodi tutti disponibili su Sky, creata da Julian Fellowes e adattamento del suo libro omonimo (edito in Italia da Neri Pozza). Il padre di Downton Abbey torna a ricalcare le medesime ambientazioni e schemi narrativi per una serie che risulta però decisamente al di sotto del precedente lavoro di Fellowes. Siamo nell’Inghilterra previttoriana e la giovane Sophia Trenchard, figlia di un uomo d’affari che si occupa dell’approvvigionamento dell’esercito inglese, ha una relazione non ufficiale con Edmund Bellasis, unico erede dei conti di Brockenhurst. Il giovane la seduce con l’inganno e la mette incinta; Sophia morirà qualche mese dopo di parto e la stessa sorte tocca al ragazzo, caduto nella battaglia di Waterloo. Passano ventisei anni e nel frattempo l’erede dei Tranchard – Charles – è cresciuto sotto la guida del reverendo Pope e della moglie. L’unica a sapere la verità sul ragazzo è la madre di Sophia che decide di rivelare il segreto alla nonna paterna di Charles, Lady Bellasis. Da qui si diramano una serie di intrighi, gelosie, amori contrastati ed eredità contese. Sullo sfondo il quartiere borghese di Belgravia, teatro di una Londra benestante dove i problemi del popolo sono ben distanti da quelli della popolazione più abbiente. La serie, come anticipato, è stata creata e scritta da Julian Fellowes, diretta da John Alexander (già regista di Ragione e Sentimento di Jane Austen, con cui Belgravia ha molto a cui spartire in quanto a meccanismi di trama e ambientazioni) ed è prodotta dalla Carnival Film & Television per Itv (la casa inglese dei period drama in salsa soap).

 

Come inizia Belgravia

La serie si apre nel 1815 a Bruxelles, alla vigilia della battaglia di Quatre Bras. La duchessa di Richmond e il duca di Wellington organizzano un ballo a cui partecipano – dopo qualche resistenza – anche James e Anne Trenchard, su insistenza della figlia Sophia che è determinata in quell’occasione a incontrare Edmund Bellasis, erede di una delle maggiori famiglie del Paese. Si comprende fin dalle prime battute che Sophia ha un rapporto privilegiato con il padre che pare offrirgli la sua complicità per raggiungere lo scopo della giovane (e forse anche per perseguire i propri interessi economici). Fin da questo incipit emerge chiaramente uno dei tratti peculiari – e in parte ostici – della serie. Si tratta infatti di scene molto dialogate, dove l’azione è relegata alla parola, dove si discute di personaggi e situazioni esterne a ciò che lo spettatore può vedere. Questa prassi di scrittura, tipica della soap opera, rappresenta una timbrica specifica di Belgravia che, anche per questo motivo, risulta un racconto non di non facile approccio per uno spettatore che necessariamente non ha ancora famigliarità con personaggi ed eventi messi in scena.

   

Quali sono i temi di Belgravia?

I tempi principali di Belgravia, alcuni già cari alle precedenti serie di Fellowes, sono il senso di giustizia opposto a quello dell’avidità e della brama di denaro, le differenze provocate dalle disuguaglianze sociali e di ceto, l’importanza del perdono. In generale, si muove in sottotraccia un tentativo di racconto edificante e costruttivo in questo tipo di storie, dove è sempre chiara la direttrice che divide il bene dal male e la prospettiva in cui i singoli personaggi si pongono rispetto a questi punti cardinali.

  

   

 

Qual è l’estetica di Belgravia?

Un punto di valore della serie è sicuramente da rintracciare nella sua caratterizzazione estetica. Belgravia è infatti una narrazione filologicamente precisissima, che cura ogni dettaglio – dal set al costume design – in modo compiuto e con un’attenzione rara. Come era stato per Downton Abbey, anche in Belgravia c’è un grande lavoro sui costumi, curati da James Keats per cui Belgravia è stato l’ultimo dei suoi lavori prima di morire, così come per la scelta degli ambienti e delle location in cui la serie è stata girata. Nonostante la storia prenda il nome dall’omonimo quartiere londinese, Belgravia è stato girato prevalentemente ad Edimburgo e nelle campagne scozzesi. Per quanto riguarda le ville originali, che fanno da teatro naturale, si è utilizzata la tenuta di Basildon Park nel Berkshire (nella serie è la casa londinese dei Trenchard ma uno spettatore attento si accorgerà essere stata utilizzata in passato come set di Orgoglio e Pregiudizio, film con Keira Knightley), Ham House a sud di Richmond, West Wycombe House (location anche per The Crown e Downton Abbey), Hopetoun House nei pressi di Edimburgo fino ad arrivare all’Athenaeum, storico club londinese per gentiluomini.

  

Com’è il vero quartiere di Belgravia?

Il quartiere londinese di Belgravia si trova nella città di Westminster e confina a nord est con i giardini di Buckingham Palace. È quartiere molto benestante e ricco di architetture eleganti, villette uniformi decorate con intonaco e stucco bianco. Prende il nome da uno dei titoli del duca di Westminster (visconte di Belgravia) ed è stato il quartiere di elezione di Margaret Thatcher. Tra le maggiori attrazioni turistiche contemporanee vi è la Saatchi Gallery anche se tradizionalmente Belgravia è più conosciuta per essere la sede delle maggiori ambasciate e residenze diplomatiche lodinesi. L’estetica del quartiere si può apprezzare anche nella sigla della serie dove compaiono i disegni degli elementi architettonici e dei palazzi del luogo.

  

Qual è il tono di Belgravia in una frase?

Il passato è una terra straniera.

 

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