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L'intesa
Open AI firma un accordo da 38 miliardi con Amazon per i servizi cloud
È il primo accordo tra le due società. L'intesa settennale permette al ceo Altman di assicurarsi la potenza di calcolo necessaria per allenare i suoi algoritmi, grazie ai chip Nvidia. Wall Street premia Bezos con un +5 per cento in Borsa
Open AI ha appena concluso con Amazon Web Service, la divisione cloud del colosso dell'e-commerce, un'intesa del valore di 38 miliardi di dollari. Lo scopo è quello di assicurarsi nei prossimi sette anni parte della sua potenza di calcolo per allenare i suoi algoritmi, grazie ai chip di Nvidia che permettono l’addestramento e l’esecuzione dei modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT. È il primo accordo tra Open AI e la società di cloud computing Aws, che qualche giorno fa ha avuto un guasto che ha paralizzato per ore servizi globali. E Wall Street ha subito premiato il fondatore e presidente di Amazon Jeff Bezos: dopo aver dato la notizia lunedì, le sue azioni sono salite di oltre il 5 per cento.
Nella prima fase dell'accordo, Altman ha reso noto che saranno utilizzati i data center di Aws già esistenti ,sfruttando centinaia di migliaia di unità di elaborazione grafica di Nvidia con l'intenzione di espandere la mole di lavoro e la potenza di calcolo nei anni successivi. Amazon avrà il compito di realizzare le infrastrutture aggiuntive. "Si tratta di una capacità completamente separata che stiamo mettendo a disposizione – ha dichiarato Dave Brown, vicepresidente dei servizi di calcolo e machine learning di Aws, in un'intervista citata da Cnbc – parte di questa capacità è già disponibile e OpenAI la sta utilizzando". "Scalare l’IA richiede una potenza di calcolo enorme e affidabile", ha dichiarato Sam Altman. "La nostra partnership con Aws rafforza l’ecosistema di calcolo che alimenterà questa nuova era e porterà l’intelligenza artificiale avanzata a tutti".
La firma tra OpenAI e Amazon è arrivata pochi giorni dopo la definitiva trasformazione della start up d'intelligenza artificiale da fondazione a società a scopo di lucro, fatto che ha sancito anche la fine del rapporto esclusivo tra OpenAI e Microsoft: la scorsa settimana infatti le due società hanno rinegoziato il contratto, eliminando la clausola di esclusività. La società fondata da Bill Gates e Paul Allen era stata il primo investitore e fornitore storico di OpenAI: dal 2019 al 2023 ha investito 13 miliardi di dollari, ma all’inizio di quest’anno i vertici della società avevano già annunciato che l’azienda non sarebbe più stata l'unico fornitore cloud. Negli ultimi diciotto mesi, infatti, OpenAI avrebbe fatto presente a Microsoft della difficoltà di ottenere la capacità di calcolo necessaria per sostenere la crescita dei suoi modelli.
Ma questo non vuol dire che i rapporti siano terminati: con il piano di ristrutturazione la fondazione manterrà il 26 per cento del capitale, mentre Microsoft rileverà il 27 per cento, valutato circa 135 miliardi, e il restante 47 per cento andrà a investitori e dipendenti. Inoltre appena una settimana fa OpenAI ha annunciato investimenti in servizi Azure, la piattaforma cloud di Microsoft, per un importo incrementale di 250 miliardi di dollari. Ma non solo, OpenAI ha firmato un contratto con Oracle, una delle più grandi aziende di software e hardware al mondo, per l'acquisto di 300 miliardi in potenza di calcolo in circa cinque anni per fornire data center dedicati.
Se OpenAI gioca su più tavoli, Amazon non è da meno: infatti è anche uno dei principali investitori di Anthropic, la start up fondata da ex dipendenti della società di Altman e oggi considerata una pericolosa rivale. La settimana scorsa Amazon web service ha annunciato l'operatività di un complesso di data center dedicato ad Anthropic.