
l'intervista
Trump, Musk, i meloniani “inadatti”, la Russia in Eutelsat e “i contratti con Starlink”. Parla Stroppa
Il referente italiano di Elon Musk racconta, senza effondersi né diffondersi, del litigio con Trump, della Lega spiazzata, del governo Meloni, dei ministri deludenti e dei contratti di Starlink in Europa. L'intervista alla Festa del Foglio
Andrea Stroppa, l’amico italiano di Elon Musk, il lobbista di SpaceX, sale sul palco della festa del Foglio a Venezia. Indossa una blusa in stile Mao, ma di colore blu elettrico su pantaloni e sneakers blu. Occhiali da sole rettangolari con lenti rosa. Si siede. Alle sue spalle viene trasmesso un video-meme che lui stesso aveva pubblicato poche ore prima su X. E’ un balletto tra Musk e Trump, generato dall’Intelligenza artificiale. Lo guarda. Senza sorridere. Allora gli si chiede: Andrea, la domanda è: che succede? Tu sei un ammiratore di Trump, un amico di Musk, l’ultima volta che ci siamo visti mi avevi raccontato delle cose bellissime su quel che avrebbero potuto fare insieme: è durata quattro mesi. Stroppa non risponde subito. Uno o due secondi di silenzio. Poi: “Vi appassiona molto questa cosa, eh?”. Pausa. Ancora uno o due secondi. Poi, con voce molto bassa: “Due persone che stanno cambiando il mondo”. Fine. E lo stanno cambiando comunque il mondo, anche separati? Altra pausa. “Sì, certo”. Laconico. Va bene, ma senti, Musk ha detto che vuole fare un partito: il Terzo polo che non abbiamo fatto in Italia, lo fanno in America? America viva? E lui: “Non lo so, possibile”. Altra pausa. Lunga. Dal pubblico si sente qualche commento, forse qualche risata.
Altra domanda: ce lo spiegheresti che cos’era l’associazione che fondò Musk, quali istanze voleva portare nella società? Forse quelle istanze sono la ragione per cui lui si sente tradito da Trump. E Stroppa: “Ha creato un gruppo che si chiama America, che è stato il veicolo con il quale ha supportato la presidenza. Gli argomenti che aveva sostenuto prima della presidenza sono quelli che sostiene ancora: confini sicuri, revisione importante della spesa pubblica, giustizia equa e free speech. E quello rimane il suo pensiero”. E secondo lui è stato tradito da Trump? “La legge proposta sul bilancio è un po’ complessa. Sicuramente va ad aumentare molto le spese dello stato. Trump è un politico, sa che serve un compromesso con il Congresso. Musk è un uomo di tecnologia quindi non ha questa flessibilità mentale”.
Merlo: “Molti avevano preconizzato una separazione: addirittura c’erano delle quote dei bookmaker inglesi che davano molto alta l’ipotesi di una separazione però a metà mandato, o addirittura alla fine del mandato. Molti immaginavano che due personalità così forti, caratterizzate, potessero entrare in conflitto l’una con l’altra. Ma nessuno immaginava che tutto questo sarebbe esploso dopo quattro mesi: tu pensavi che avrebbero litigato o invece appartenevi a quei pochi che ritenevano che sarebbe filato tutto liscia? “Tra due persone si litiga, ci si chiarisce”. Stop. Va bene.
In Italia la filosofia di Musk e il trumpismo hanno coinciso: Salvini è stato fan di Trump e di Musk contemporaneamente. Adesso qual è il punto di riferimento? Musk o Trump? Questa separazione crea un cortocircuito difficile da dipanare. Forse lo stesso che vivi tu, ti chiedo? Stroppa: “No, no. Penso che l’Italia abbia così tanti problemi: capisco che quest’argomento sia molto appassionante per un sabato pomeriggio, però leggendo qui la scritta ‘Innovazione’ e vedendo a che punto è l’Italia mi preoccuperei molto più di quel che succede da noi”. Ecco, e allora parlando di innovazione: Starlink non sembra venga preso come ipotesi dalla Difesa italiana. Stroppa risponde con tre parole: “Non è così”. Pausa. Cioè? Altra pausa. “Penso che siano argomenti molto complessi. Nelle sedi opportune sono stati discussi, a livello tecnico. E poi a livello politico vengono fatte altre valutazioni”.
Alti esponenti delle Forze armate dicono, più o meno esplicitamente, che Starlink sia necessario alla Difesa. Dopodiché, esco dalla metafora che hai utilizzato, c’è una scelta politica che invece va da un’altra parte. E questa scelta viene fatta da un governo e da delle persone che, almeno dal punto di vista delle alleanze geopolitiche e della consonanza ideologica, sono vicine a Trump e Musk. Ti sorprende questo? Stroppa ancora laconico: “Serve all’Italia”. Il pubblico rumoreggia. Serve all’Italia, Starlink? E Stroppa: “Sì”. Si sente ancora il pubblco rumoreggiare. Stroppa si rivolge al pubblico: “C’è qualcuno che ride sempre. Potrebbe venire qui e magari spiegare perché ride in continuazione. Chi è che ride in continuazione?”. Non lo so, ma noi parliamo come se fossimo da soli. Quindi secondo te è un errore del governo italiano non prendere Starlink? “Secondo me sì”, risponde Stroppa sempre senza aggiungere altre parole. E cosa rischiamo di perdere? “Rischiamo di perdere una tecnologia che servirà. Evidentemente serve già: per questo viene richiesta direttamente dalle forze armate, ci sono delle esigenze operative che non possono essere più rimandate”.
Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro per SpaceX in Italia, se riesci? “Seguo la parte tecnica e poi mi confronto con i vari interlocutori istituzionali”. Ecco, quindi ti è capitato di incontrare dei personaggi della politica che hanno dei ruoli istituzionali importanti”. “Sì”. Qualcuno tra il pubblico rumoreggia appena, in maniera inintelligibile. Domanda: stiamo parlando di ministri, forse anche della presidente del Consiglio? Stroppa annuisce ma non parla. Annuisci. Ecco, a me hanno detto che hai chiesto di incontrare Mattarella: è vero? “Mai”. Mai, va bene. Però dicono che questa cosa invece ti era stata negata. “Non è vero. Non l’ho mai chiesto” . E ti risulta che il presidente della Repubblica si sia espresso in maniera negativa nei confronti di SpaceX spingendo verso Eutelsat, cioè l’alternativa europea a Starlink? “Eutelsat praticamente non esiste, però ognuno può spingersi dove preferisce”. Altro silenzio. Invece Salvini è un grande fan di Starlink: l’unico rimasto esplicitamente ? “Non solo”. Altro silenzio. E chi altri credi che siano i sostenitori di Starlink? “Non lo dico in questa sede, per fortuna”. Il ministro della Difesa no... “Non è vero”. Merlo: Non è vero. E quindi Guido Crosetto fa delle dichiarazioni pubbliche in un senso e poi agisce in maniera diversa? “Non so quali dichiarazioni abbia fatto il ministro della Difesa” . Quindi a te risulta che è favorevole a Starlink? “Chiederei a lui”.
Senti, tu dicevi prima che lo sanno tutti, ma secondo me no, è una curiosità molto forte. Tu sei romano, sei giovanissimo, sei romano di un quartiere nella periferia di Roma, che non so se tutti conoscono che è Torpignattara. Come succede che un ragazzo di Roma arriva a conoscere Elon Musk? Cioè uno si immagina la periferia dell’impero, perché questo siamo, che raggiunge il centro del mondo. “Se ero dei Parioli c’era più possibilità?”. Non credo, no . “Credo sia l’impegno a fare la differenza, non il quartiere. E speravo di parlare un po’ di innovazione”. Parliamo di innovazione, infatti. “ E non mi sembra innovazione, questo. Mi sembrano domande un po’ gossippare”. Ti ho chiesto di Starlink . “A livello gossipparo”. Le inclinazioni del governo di centrodestra nei confronti dell’azienda non penso siano gossip. “No, guarda, io sono venuto qui, ed ero venuto per parlare di innovazione e intelligenza artificiale. E ovviamente io rispondo a tutte le domande, sono andato anche a ‘PiazzaPulita’, non ho nessun problema a parlare con chiunque. Temo che le persone che sono qui conoscono poco come funziona Starlink e quello che fa l’azienda... E conoscono molto di più a memoria tutti questi retroscena, poi, inventati". Va bene, e ce lo dici cosa fai per Starlink? “In due minuti non penso che sia possibile”. E allora però così diventa complicato, Andrea. “Avevamo un quarto d’ora. Abbiamo passato tredici minuti a parlare di Musk, di Trump, dei balletti. Però io penso sia lo specchio del paese, oggi ho aperto il Corriere della Sera e l’apertura era un’intervista su Bannon. Penso che il livello sia proprio basso. E questa è la frustrazione che io vedo nelle persone che lavorano all’interno dello stato, che oggi non sono qui a Venezia magari, ma coordinano le navi nel Mar Rosso e hanno uomini a bordo che servono la patria, e chiedono da tempo di avere alcune tecnologie perché hanno problemi operativi. Queste cose non emergono mai e lasciano il paese lì dov’è”.
Quanto pesa, allora, secondo te, il non prendere Starlink? Concretamente? “Ma non è Starlink, è il fatto che il paese è fermo. Oggi avete parlato di Ucraina: l’Italia non ha un’azienda che fa droni, non c’è un piano di investimento sui droni. Siamo fortunati perché ci sono gli Stati Uniti, che se succede qualcosa, ci proteggono... Qualcuno parla di sottofondo in sala, ma è così...”. No, non credo che parlino di noi... Senti, la Germania ha varato un piano di investimenti per la Difesa enorme, eppure, questa è la mia impressione, in Europa la tecnologia di Musk non è ben accetta dal punto di vista della volontà politica. Non solo in Italia. “Conoscete i contratti?”. Ci sono contratti che non conosciamo? “Nei paesi normali non diventano argomento dei giornali. Si fanno e basta”. E ci sono quindi cose che tu sai, ma che non puoi dire perché ci sono delle clausole di don’t disclosure? “Ripeto, ci sono dei paesi che hanno delle esigenze particolari e utilizzano tante tecnologie, dato che comunque è un’azienda americana, si utilizzano normalmente tecnologie americane”. Però la politica e l’imprenditoria sono molto collegate. Anche il fatto che, per esempio, l’impegno politico di Elon Musk abbia avuto un effetto sulle vendite di Tesla è un dato, credo, incontrovertibile e fotografato. E ho anche visto che appena lui ha lasciato l’Amministrazione, è un po’ migliorata la situazione con le automobili. Questo, quindi, non è un fatto strano, no? “Non guardare le vendite trimestrali. C’è un impegno un po’ più a lungo termine. Sicuramente ha danneggiato molto in Europa. Quello di Elon è il coraggio di un imprenditore. Noi qui non siamo abituati a imprenditori coraggiosi. Ce l’avevamo, però oggi è un po’ più difficile individuarli”.
Tu pensi che Musk possa investire in Italia? E’ una cosa di cui a un certo punto si era parlato quando Musk era venuto in visita a Roma, no? Tu eri presente, tra l’altro. “Noi in Italia investiamo di continuo, perché le varie aziende sono tutte in espansione. Poi è normale che i grandi investimenti si fanno nei paesi dove c’è molto margine di crescita. Noi, soprattutto per quello che riguarda Starlink, alla fine lavoriamo solamente col privato. Non abbiamo fatto nessun tipo di contratto con il pubblico. Quindi cresciamo molto grazie alle aziende italiane che acquistano i nostri servizi”.
La domanda che ti voglio fare è perché dentro il governo ci sono molti esponenti che sono contrari alla tecnologia di Starlink? Tu dici che Crosetto non lo è? Io non lo so. Urso non è d’accordo questo ne sono sicuro al cento per cento. La domanda che ti faccio, se puoi rispondere se vuoi rispondere, ci sono d’altra parte tanti modi di rispondere più o meno diplomatici, è: perché sono contrari? “ Tolto il discorso Difesa, che è più complicato e secondo me non è il caso di parlarne pubblicamente. C’era tutto il discorso delle aree grigie e aree bianche. Insomma, il paese ha grandi problemi di connettività, no? E’ evidente che Starlink risolve molto velocemente questo problema. Mi ha chiamato pochi giorni fa il presidente di una regione con il quale avevo già parlato un anno e mezzo fa, e mi ha detto che in circa centocinquanta comuni sono iniziati i lavori, in cui hanno rotto tutte le strade, ma la fibra non è mai arrivata. Insomma, ci chiedeva se potevamo, in qualche modo, risolvere questa situazione che già un anno e mezzo fa era abbastanza chiara. Purtroppo no, perché le regole sono state create in modo che a questo tipo di interventi possono partecipare solo due soggetti. Cosa che sul breve periodo aiuta queste due aziende ad avere una cassa finanziata. Sul lungo, però, ripresenterà gli stessi problemi di aziende che non stanno più sul mercato. Nel senso che il loro modo di fare impresa non è sostenibile. Lì la scelta, ovviamente, è quella di privilegiare alcune aziende per evitare che falliscano. Dall’altra parte i cittadini rimangono senza internet. Però quella è una scelta legittima”.
Visto che il tuo lavoro consiste nel presentare la tecnologia alle amministrazioni e al mondo politico, quando gli fai questa obiezione che risposte ricevi? “ In realtà sono poi le amministrazioni che entrano in difficoltà. Perché se a un’amministrazione di un piccolo comune gli rovini il manto stradale e poi non passi la fibra e glielo lasci così, hai fatto un danno immenso. E questo è quello che succede di continuo da nord a sud. Il tema è che per fare questo tipo di attività ci vuole molto coraggio, perché bisogna dire dei no. Bisogna dire dei no a delle aziende che fino adesso hanno reso l’Italia poco attraente anche dal punto di vista tecnologico”. Chi sono queste aziende, se possiamo uscire dalla metafora? Stroppa risponde con un sorriso sarcastico: “ Non so, ce ne stanno tante, devo dire la verità. Però, ripeto, non è un problema per Starlink. Poi, al di là di come uno la pensa o meno, no? Quando c’è stata l’alluvione in Emilia-Romagna, sono andate via subito le comunicazioni. E un operatore ha detto: ‘No, le sistemiamo noi in 24 ore’. Poi, dopo 24 ore, ci hanno chiamato istituzioni locali e ci hanno detto: ‘Aiutateci, perché abbiamo i vigili del fuoco che non riescono a comunicare’. Le cose poi si risolvono, però è sempre in emergenza. Cioè non si riesce mai a fare una progettazione a lungo termine perché entrano in gioco degli interessi che forse poi le persone, come dire, i cittadini sono un po’ lontani. Questa è la situazione. L’aveva scritto anche la Corte dei conti già alla fine di quest’anno. ‘Sulla connettività siete molto in ritardo, ci stanno molti sprechi’. Ha fatto un’analisi molto dettagliata, la Corte. E poi alla fine non è cambiato niente. E’ cambiato che è stato modificato il Pnrr. Semplicemente, i lavori che andavano fatti li hanno tolti. Così, problema risolto”.
Tu hai manifestato più volte simpatia nei confronti del governo di centrodestra in Italia. Le cose che ci hai appena detto, che contengono esplicitamente delle critiche sulle scelte di carattere strategico generale, fanno sì che tu riveda il tuo giudizio sul governo Meloni? “Io penso che il presidente del Consiglio sia molto capace, ci sono molti ministri capaci. Magari anche se noi non gli siamo simpatici, però molto bravi. Penso che su alcuni dossier è evidente che c’è un problema. L’Italia oggi ha un problema dell’industria che non è competitiva, anche perché il sostegno dato dal pubblico è molto marginale. Se dovessi fare un bilancio, direi che al governo su alcune cose stanno lavorando bene, su altre meno. Quelle che io conosco e diciamo di cui mi occupo, che è la tecnologia, è ovvio che a me dispiace, perché viaggiando vedo che il paese ha grandi potenzialità. Tante piccole e medie imprese italiane collaborano con SpaceX e con Tesla. Però rimangono molto piccole. E proprio recentemente, un’azienda che sta nel nord-est aveva bisogno di un finanziamento per raddoppiare la produzione e faceva molta difficoltà. Invece per noi, quell’azienda lì, per esempio, è un’eccellenza che non abbiamo trovato da nessuna parte al mondo. Quindi c’è pure un po’ di frustrazione perché vedi che il potenziale c’è ma manca un ecosistema che sia molto ben preciso nell’aiutare chi ha veramente bisogno”.
Ultimissima domanda: secondo te, la Lega ha sostenuto e sostiene la tecnologia di Starlink perché ne capisce le opportunità o perché c’è (o meglio: c’era) una coincidenza ideologica fra Trump, che è il beniamino di Salvini, ed Elon Musk e dunque anche le aziende di Musk? “Devo dire che la Lega secondo me ha molte persone competenti all’interno del partito. E molti sono pure imprenditori, tra l’altro. E ha in particolare un paio di persone che viaggiano molto negli Stati Uniti e hanno visto quali sono le soluzioni sul mercato. Perché oggi oggettivamente, al di là di quello che dice la Lega, la soluzione o è Starlink o per quel tipo di capacità di cui ha bisogno la Difesa non esiste altro. Molti fanno il tifo per Eutelsat. Non so se sanno che Eutelsat lancia i satelliti con dei lanciatori russi. Poi non so, ogni tanto vanno bene, ogni tanto no: però vengono lanciati dai russi. E l’hardware viene prodotto in Asia. Quindi ci sono dei grandissimi problemi a livello proprio strategico e di sicurezza”. C’è Leonardo in Eutelsat. “No, assolutamente no. Tra l’altro noi con Leonardo abbiamo un ottimo rapporto. E’ un’azienda molto avanzata tecnologicamente, guidata da un grande amministratore delegato. E poi indipendentemente da quello che decide lo stato, ci sono comunque delle belle finestre e opportunità per entrambi, perché io penso che l’Italia abbia la capacità di fare delle cose molto importanti. Credo che in alcune posizioni strategiche, in questo momento non ci siano le persone adatte. Però, come dire...”.
Non ci sono le persone adatte nei ministeri? “Per esempio, l’ho detto prima, servirebbe un’industria dei droni all’Italia, il prima possibile. E soprattutto grandi investimenti nella robotica. Perché il problema dell’Italia è che tra più o meno una decina d’anni, una persona su tre avrà 65 anni. E in tutti i lavori che logorano la salute, diciamo quelli più duri, ci saranno due scelte: o far entrare molti immigrati, oppure utilizzare la robotica. Una non esclude l’altra. Però credo che un paese che vuole riprendere a crescere come fatto dopo la Seconda guerra mondiale abbia estremamente bisogno di fare industria. E accanto a quello la scuola, ovviamente. Oggi non vedo che questa necessità e urgenza siano molto chiare”. Grazie, grazie Andrea Stroppa. Grazie anche di aver accettato l’intervista. Forse non ne avevi voglia. Però ci siamo riusciti.



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