Spegnere la radio è un errore. E no, non è nostalgia: è buonsenso

Andrea Trapani

Blackout, alluvioni, rete giù: in casi di emergenza la radio resta l’unico canale attivo. È una rete di sicurezza essenziale. Ma l’allarme dell'Agcom sulle nuove vetture senza autoradio, con tanto di nota ufficiale al governo, è inesatto, usa toni passatisti e non centra l'obiettivo: serve ridondanza, non nostalgia

C’è un problema all’orizzonte che riguarda tutti, ma che viene raccontato come se fosse una questione da audiofili nostalgici. Sbagliato. Il punto non è che “la radio è uno strumento meraviglioso”, come ha detto il commissario Agcom Massimiliano Capitanio qualche giorno fa in diretta su Rtl 102.5. Il punto è che se salta la rete internet e serve un’informazione urgente – una frana, un’allerta meteo, un’esondazione – senza una radio in macchina o a casa sei tagliato fuori. Cioè: può crollare tutto, ma il segnale Fm resta. È fisico. Sta su un traliccio, molto solido. E in certi momenti, quella differenza salva vite.

 

È già successo in tutti quei casi in cui le reti fisse e mobili sono saltate: la radio è rimasta l’unico canale attivo. Certo, c’è anche la televisione, ma può mancare la corrente. Non è un’ipotesi estrema: basta una centrale fuori uso, un blackout locale, una dorsale interrotta. Anche per questo l’Italia sta implementando IT-Alert, il sistema di messaggi d’emergenza che arriva sugli smartphone anche senza connessione dati o Wi-Fi, purché ci sia segnale e il telefono sia acceso. Perché dare per scontata la rete internet è il modo più veloce per ritrovarsi isolati proprio quando servono le informazioni.

 

L’esperienza americana

La Florida ha fatto scuola con una scelta precisa: usare la radio come colonna portante della protezione civile. È nata così Fpren, la Florida Public Radio Emergency Network, un sistema coordinato tra le radio pubbliche e la Divisione per la Gestione delle Emergenze dello stato. In pratica, quando c’è un’emergenza, le stazioni radio pubbliche diventano un’unica voce ufficiale per gli allarmi e le istruzioni alla popolazione.

Un’esperienza che ha preso forma durante l’uragano Irma nel 2017. In Florida, Texas e nei Caraibi, milioni di persone sono sopravvissute solo grazie alla frequenze Fm. Niente internet, niente telefono, niente elettricità. Solo la radio continuava a funzionare. Sindaci e sceriffi raggiungevano le emittenti locali in macchina per comunicare con i cittadini. Lo ha ricordato bene il direttore di Wwus, emittente nota come “Us-1 Radio” in tutta la Florida: “Non c’era nulla. Nessun telefono. Solo la radio”. Perché? Perché il segnale radio è robusto, viaggia lontano, non dipende da rete mobili o cavi. “Durante un’emergenza, un vecchio ricevitore a batterie può fare la differenza tra sapere cosa fare e restare nel buio. Pensare che basti lo smartphone è un errore: la radio è ridondanza vitale, come una torcia o una radio a manovella.”

 

Il (non) problema delle nuove auto senza radio

Smontiamo un altro mito. Non è vero che le nuove auto escono senza autoradio, come ha detto l'Agcom, anzi al momento sono davvero pochissime quelle che ne sono sprovviste. Il rischio c’è, ma riguarda (per ora) solo alcune piccole vetture elettriche da città, molto diffuse tra i più giovani, dove a bordo non c’è alcun sintonizzatore Fm o Dab ma solo una porta Usb e un display.

 

Insomma, nessun allarmismo. Parliamo di una questione di accesso, e va trattata come tale. Scopriamo dal commissario Capitanio che l’Agcom ha inviato una nota ufficiale al governo sul tema. Fin qui, tutto bene. Ma poi, quando se ne parla in pubblico, il messaggio diventa vago. “Educare all’utilizzo della radio”, è il monito dell'Agcom. Ma che significa? Il problema non è educare. È non tagliare fuori le persone da una tecnologia semplice, robusta, affidabile. Invece di difendere la radio come “strumento meraviglioso”, Agcom dovrebbe dire le cose come stanno: senza radio, restiamo scoperti. In auto come a casa. E una rete di sicurezza non si smantella finché non ne hai una più solida. Il digitale è fantastico, ma durante un’emergenza vince l’analogico. Sempre che ci sia campo.

Di più su questi argomenti: