L'esercito di terracotta -foto di Eddie Zhang (Unsplash) 

il dibattito sulla tecnologia

La critica all'intelligenza artificiale, già impotente, ora è pure incomprensibile

Alfonso Berardinelli

Ogni individuo è unico… Macché, con l’AI tutti sono replicabili e di unico non c’è niente, tutto è in serie. Forse anche questo articolo contro l’AI

Attenzione. Questo articolo firmato Alfonso Berardinelli è stato scritto da AI, a somiglianza o replica di altri articoli dello stesso autore, il cui stile è facilmente riproducibile, soprattutto quando si accanisce contro la AI. L’autore suddetto dice che quello che sembra un gioco possiede in realtà un potenziale negativo, distruttivo e demoralizzante se applicato a ogni originalità artistica e intellettuale, perché permette di non poter più distinguere fra l’originale umano e la replica tecnologica. Si annuncia così un futuro di manipolazione totale, di testi e immagini, scrittori e artisti, per cui gli autori umani saranno cancellati dalla realtà e trasferiti in una “realtà aumentata” nella quale esistono i prodotti riproducibili ma non esistono più i produttori. E in questo modo la tecnologia crea realtà ricreandola meccanicamente. I sostenitori a tutto campo di qualunque dispositivo tecnologico nuovo in quanto “progressivo” interpretano le potenzialità di AI come aumento di creatività (concetto romantico!) o come nascita di una nuovissima epoca nella quale creativa è la macchina stessa, dal momento che può manipolare ad libitum qualsiasi prodotto stilistico precedentemente elaborato da una creativa intelligenza umana individuale.


Nasce così anche un nuovo problema etico e giuridico: quello di difendere gli individui reali in carne e ossa dalla replica meccanicamente artificiale di tutto ciò che producono. Le nuove forme di processo creativo non sono creative ma fingono di esserlo in modo tale da non essere distinguibili dalle creazioni originali. Ma erano davvero originali i prodotti originali, o erano anch’essi manipolazioni di prodotti originali precedentemente elaborati? Il fatto è che AI è una entità tecnica eticamente nichilistica (ovvero priva di etica) che riduce a nulla, svaluta, svuota e paralizza l’intelligenza creativa umana. Il fatto è che la tecnica “computazionale” non può essere considerata non umana. Si dice: non è forse qualunque macchina un prodotto dell’intelligenza umana? Sì, ma una cosa è la produzione individuale di un originale, altra cosa è la riproduzione illimitatamente seriale che di quell’originale realizza la macchina. Non c’è dunque e non ci sarà più bisogno di individui con la loro dotazione di originale talento, perché gli individui hanno già da tempo prodotto nel corso della storia ciò che ora è potenzialmente riproducibile. Come dire che l’umano va oltre se stesso, è ormai inutile e cancellabile, dato che ha già dato e quindi ha messo a disposizione della macchina quanto serve alla macchina per ricreare o meglio manipolare ricreando.


La AI ci sta dicendo cioè che siamo tutti inutili, superflui e cancellabili, perché di materiale replicabile ce n’è già un enorme e pressoché sconfinato deposito. L’AI può produrre o replicare anche la critica di se stessa, rendendola però del tutto inefficace e sterile, dato che è la macchina a riprodurla e della macchina c’è bisogno anche per criticare la macchina. La replica in AI della critica alla AI coincide e lavora con la stessa AI, invece che farne a meno. In passato si credeva e si diceva che ognuno di noi individui umani è unico. Ora e in futuro tutti sono replicabili e di unico non c’è niente, tutto è in serie. Per avere a che fare con realtà uniche non si potrà che ricorrere al passato. Io infatti sono e sempre più divento un laudator temporis acti, per la semplice ragione che l’intelligenza umana ha già dato tutto il suo meglio, ora è in declino e basterà produrre meccanicamente copie manipolate e irreali per credersi colti, intelligenti e creativi. Fino a oggi o ieri c’è stato bisogno di individui, o così si credeva. D’ora in poi questo bisogno sparisce. Io che scrivo questo articolo sono una replica di colui che ha già inutilmente criticato la AI. La critica è stata sempre impotente. Ora suona anche incomprensibile. Lo sterminio culturale degli individui sta facendo bene il suo lavoro.

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