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I problemi tecnologici che stanno lasciando l'America giù dagli aerei

Andrea Trapani

I passeggeri americani mercoledì 11 gennaio sono rimasti bloccati negli aeroporti per quasi un’intera giornata. Non è solo un problema di software, gli Stati Uniti hanno urgentemente bisogno di importanti innovazioni

Ci sono innumerevoli variabili che possono portare alla cancellazione di un volo, dal meteo all’imprevidibilità umana. Quella informatica, la più recente, rischia di diventare quella che produce più fermi in assoluto. Lo sanno bene i passeggeri americani che, mercoledì 11 gennaio, sono rimasti bloccati negli aeroporti per quasi un’intera giornata. Eppure, dietro le quinte, c’era “solamente” un problema software. Nessun attacco terroristico, nessun problema della rete internet ma solo un (non) banale disguido informatico.

  

Non è colpa dei computer. Anzi, giocare con le parole non aiuta a comprendere cosa sia veramente successo. Anche perché non è stato per niente banale il guasto che fin da subito aveva fatto cancellare 94 voli e ritardarne più di mille, tanto da far decidere la Faa, l'autorità aeronautica statunitense, di bloccare tutti i voli negli Stati Uniti fino alle 9:30 del mattino.

  

Come ha riportato il Washington Post, il problema era relativo al sistema Notice to air missions (Notam) che fornisce avvisi essenziali al personale di volo, tra cui quelli relativi a potenziali pericoli lungo la rotta. Insomma, nessun incidente ma un rischio decisamente alto per un mondo tanto fragile quanto complesso come quello dell’aviazione.

 

Sebbene il Notam sia separato dal sistema di controllo del traffico aereo che mantiene gli aerei a una distanza sicura l'uno dall'altro, rimane uno strumento fondamentale per la sicurezza. Per esempio, i suoi messaggi potrebbero includere informazioni sulle luci spente su una determinata pista di atterraggio o più banalmente uno spettacolo pirotecnico nello spazio aereo vicino. "È come non dire a un camionista che nel suo tragitto troverà una strada chiusa", ha spiegato Mike Boyd, uno dei più noti consulenti per l'aviazione.

 

Un problema che, Boyd e altri esperti del settore, hanno utilizzato per informare gli Stati Uniti che i sistemi informatici devono essere aggiornati quanto prima. "Il problema emerso è un chiaro segno che la rete di trasporto americana ha urgentemente bisogno di importanti innovazioni", ha ricordato Geoff Freeman, ceo dell'Us Travel Association. "Gli americani meritano un'esperienza di viaggio che sia trasparente e sicura dalla A alla Z. L’economia del paese dipende dal sistema aeronautico, che deve essere di prim'ordine". In effetti è impossibile immaginare gli Stati Uniti senza gli aerei ma i problemi non mancano, come se la coperta fosse sempre troppo corta. Lo scorso anno le prime installazioni della rete 5G statunitense furono bloccate nei pressi degli aeroporti perché la banda di frequenza occupava valori vicini a quelli dei radioaltimetri. La programmazione sistemica non sembra essere nelle corde degli americani, che sono tanto potenti quanto diversi dalla standardizzazione dell’Unione Europea. Se è impossibile rinunciare a un volo, figuriamoci agli smartphone.

    

Intanto la Faa deve fare i conti con il suo periodo nero. In questi primi giorni del 2023, infatti, aveva già dovuto affrontare un altro malfunzionamento che aveva portato al blocco dei voli nello spazio aereo della Florida. Anche in quel caso fu un errore software a causare cancellazioni e ritardi: il colpevole era stato l’En Route Automation Modernization, una delle ultime innovazioni che sette anni fa aveva sostituito il precedente sistema in vigore. Anche il Notam ha avuto un cambiamento negli ultimi decenni: era conosciuto come "Notice to Airmen" fino a dicembre 2021, quando fu modificato per rimuovere il termine di genere senza cambiarne la sigla. Non è bastato.

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