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Per i videogiochi basterà una smart tv? Difficile

Andrea Trapani

Microsoft e Samsung annunciano che per giocare a oltre 100 videogames via cloud non servirà l'Xbox. La fine delle consolle però non è affatto imminente

La vera tv del futuro sarà quella a micro led, ipotizzano gli esperti del settore, ovvero un televisore la cui tecnologia dovrebbe consentire una luminosità anche superiori ai 10.000 nits. Avremo uno schermo molto più semplice tecnologicamente parlando rispetto a quelli di oggi, dal momento che avrà al suo interno una gamma di led microscopici.

 

L’utopia della tv come “smart box”

Intanto dobbiamo vedere se la tv del futuro sarà quella unica “scatola nera” che contiene tutto. Un sogno che arriva dai decenni scorsi, a ogni cambio di paradigma in ambito tecnologico arriva una soluzione che potrebbe far pensare che – come per lo smartphone in mobilità – si sia pronti a un oggetto per ogni esigenza casalinga o quasi.

Stavolta tocca al mondo dei videogiochi. Ci ha provato Google con Stadia a provare a ‘semplificare’ la vita dei videogiocatori, ieri ha lanciato il sasso anche Microsoft.

Come? Gli abbonati Xbox Game Pass Ultimate, si legge, “in possesso di uno Smart TV Samsung 2022 potranno accedere a oltre 100 giochi via cloud, tra cui i titoli del catalogo Xbox Game Studios a lancio.” Il funzionamento in teoria è semplice, basta scaricare l'app Xbox da Samsung Gaming Hub sul proprio televisore ed effettuare il login con l'account Xbox, connettere un controller Bluetooth per avere subito accesso ai giochi via Cloud da televisore, senza bisogno di possedere fisicamente una console Microsoft. 

La semplicità è chiara, il successo? Chissà. Intanto, per ora, la lista dei televisori compatibili non è stata resa nota e non sappiamo se tra i 27 paesi supportati al lancio ci sarà anche l'Italia.

  

Videogiochi in cloud, tra speranze e realtà

Di sicuro i giochi fuori dalle consolle non hanno una storia di così grande successo. Prendiamo proprio l’esempio di Stadia per vedere come, fino ad oggi, la storia del servizio streaming di videogiochi si è rivelata più complicata del previsto.

La sfida è la stessa, ovvero inseguire un orizzonte tecnologico futuribile e senza problemi. Sono lustri che l’intrattenimento videoludico cerca di smarcarsi dalla necessità di un hardware dedicato (come possono essere una PlayStation, Xbox e Nintendo Switch) o, peggio ancora, un Pc adeguato.

Google, nonostante la potenza dei propri data center, non sembra ancora aver centrato l’obiettivo. Certo, i titoli disponibili su Stadia a volte non convincono la Community, di sicuro non è quella risposta che ci si attendeva da chi sogna, utopisticamente, di poter videogiocare avendo a disposizione nient’altro che una connessione a Internet, uno schermo qualsiasi e un controller. Basterà una smart tv?

 

Dentro la scatola nera

Nathan Rosenberg, economista che ha insegnato Storia della tecnologia nella Università di Stanford, nel 2001 aveva  provato a dare una risposta a chi cercava, già allora, di comprendere le strette correlazioni fra tecnologia ed economia. Nel suo libro, dal titolo eloquente “Dentro la scatola nera. Tecnologia ed economia” (Ed. Mulino), ha saputo mostrare come le società industriali si siano trovate ad affrontare problemi cruciali dipendenti da complesse mescolanze di componenti tecnologiche ed economiche. Questo è il caso di scuola: Microsoft e Samsung sono due potenti multinazionali, hanno un enorme capacità economica e un’altra immensa possibilità di raggiungere un vasto pubblico.

Il timore è che la semplice somma di due prodotti di successo – la Xbox e la Smart tv – porti a un matrimonio infruttuoso: un prodotto che funziona (e che piace al pubblico) raramente è la somma aritmetica di due valide idee. Anzi. Basti vedere la storia della videotelefonia: partita venti anni fa sui primi cellulari, ha dovuto aspettare un altro contenitore (lo smartphone) per affermarsi.

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