editoriali

Gli Obama mollano Spotify

Redazione

Alla ricerca della piattaforma senza disinformazione. Ci riusciranno mai?

Barack Obama non è presidente dal 20 gennaio 2017 ma da tempo è tornato a farsi sentire con un progetto mediatico-famigliare molto ambizioso. Libri, serie tv, podcast ed eventi attraverso la  società di media chiamata Higher Ground, e che coinvolgono sia l’ex comandante in capo sia  l’ex first lady Michelle, due parti complementari di una complessa produzione culturale che va da Netflix a Spotify. O meglio, andava. Nei giorni in cui Netflix annuncia un inedito calo di abbonati che gli provoca il crollo in Borsa, ecco che anche gli svedesi di Spotify devono affrontare un momento di crisi: gli Obama non rinnoveranno il contratto d’esclusiva che sin dal 2019, dopo un accordo dal valore di 25 milioni di dollari, lega i loro podcast alla piattaforma.

Secondo Bloomberg la family starebbe cercando una partnership meno rigida, che permetta loro di pubblicare i  prodotti su più piattaforme. Niente più Spotify Exclusive, insomma, ma podcast “tradizionali”, disponibili in formato Rss attraverso qualsiasi app e sito. Secondo alcuni, però, il cruccio obamiano avrebbe a che fare pure con il recente scandalo legato a “The Joe Rogan Experience”, podcast tra i più seguiti al mondo che nel 2020 ha firmato un contratto di esclusiva con Spotify (un affare da 200 milioni di dollari, secondo alcune indiscrezioni). Joe Rogan – personaggio bizzarro: un po’ comico un po’ bodybuilder ma anche commentatore di arti marziali – è noto per aver ospitato personaggi molto controversi, dai medici no vax fino ad  Alex Jones, tra i volti più noti dell’estrema destra mediatica statunitense, e ha più volte usato la “n-word”, l’epiteto razzista, mentre era in onda. Col tempo Rogan è diventato un personaggio sempre più complicato da gestire, anche  per Spotify. E a maggior ragione per Barack Obama, che ha fatto della guerra alla disinformazione uno dei suoi obiettivi (ne ha parlato ieri a Stanford). Ma non sarà facile, per la sua casa di produzione, trovare un’altra Spotify, libera  con riserva.

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