Addio a Flash Player. Steve Jobs aveva ragione

Marco Giorgio

Da oggi il plug-in per il web che consente di visualizzare filmati e animazioni non sarà più supportato e aggiornato da Adobe, undici anni dopo la  polemica tra il cofondatore di Apple e la software house americana

La prima importante novità tecnologica del 2021 è di Steve Jobs. Detto così può apparire insolito, visto che il fondatore di Apple è scomparso da ormai quasi dieci anni. Ma nella sostanza è proprio così.  Infatti, da oggi (1° gennaio 2021) Adobe ha cessato il supporto e aggiornamento per uno dei suoi programmi più noti e diffusi (soprattutto fino ad alcuni anni fa): Flash Player.

 

Cos'è Flash Player

Facciamo qualche passo indietro. Flash Player è un plug-in per il web che consente di visualizzare filmati e animazioni ed è stato molto utilizzato sin dagli albori di internet, e così è stato almeno fino a quando non sono iniziati problemi di incompatibilità dovuti all’avvento dei dispositivi mobili e in particolare dei primi smartphone.

  

Cosa c’entra Steve Jobs con Adobe Flash Player?

C’entra eccome. L’abbandono da parte di Adobe della tecnologia Flash lo si deve principalmente a una scelta cocciutamente portata avanti e strenuamente difesa da Steve Jobs (e avallata da altri player del mondo tech, come Google). Una querelle tra Adobe e Apple che ha avuto il suo apice con una lettera aperta pubblicata nel 2010 dallo stesso Jobs.

 

La lettera (che si trova ancora facilmente in rete) riporta in cinque punti le ragioni per cui Jobs, e in generale Apple, considera Flash Player una tecnologia inadeguata, e finanche dannosa e obsoleta, per il web e per i dispositivi mobili in particolare. In primo luogo, Flash non è un sistema aperto, mentre secondo gli standard del web dovrebbe essere utilizzato un software libero, come lo è HTML5 (che, infatti, Apple inizia a usare, al posto di Flash Player). In secondo luogo, viene opposto da Jobs come non sia vero che Flash Player sia di gran lunga la piattaforma più utilizzata in rete (Adobe dichiarava, all’epoca, il 75 per cento dei video sul web), perché in realtà i contenuti sono sempre disponibili anche in altri formati. Terzo punto, viene imputata la scarsa sicurezza e privacy garantite da Flash, in grado di generare numerosi rallentamenti e crash. Quarto punto, conseguente al precedente, le scarse performance e il rilevante dispendio di energia e di risorse di sistema necessarie per far lavorare Flash. Quinto e ultimo punto critico, la scarsa compatibilità e fruibilità di Flash Player con la nuova tecnologia touch, che all’epoca iniziava a prendere posto del mouse. Proprio quest’ultima considerazione, più delle altre, fa capire il punto di attacco di Jobs: Adobe Flash Player è un software pensato per i ‘vecchi’ PC, mentre il futuro sarà mobile (quindi con schermi touch e di dimensioni molto variabili).

  

Probabilmente, oggi molti nemmeno conoscevano tutta questa vicenda e nemmeno si saranno accorti dello switch off appena passato, visto che Flash Player è stato sempre meno utilizzato negli ultimi anni (soppiantato, appunto, proprio da HTML5).

 

Che cosa succederà nel concreto da adesso in poi?

Con il 31 dicembre 2020 Adobe ha interrotto qualsiasi supporto e da qui al 12 gennaio 2021 verranno gradualmente bloccati tutti i contenuti Flash, decretandone la cessazione definitiva.

  

Possiamo dire, a dieci anni di distanza, che anche su questo Jobs ha avuto ragione. Ormai gran parte dei contenuti web sono fruiti dai dispositivi mobili e le ultime generazioni digitali praticamente nemmeno conoscono il PC e il mouse. Non potremo mai dire però se l’intervento ‘a gamba tesa’ (per usare una metafora calcistica) di Jobs sia stato la causa o solo uno dei tanti effetti di questa evoluzione.

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