Tra Cinebox e Nasa. Il campione del made in Italy che scoprì la faccia nascosta della Luna

Sbarcò in America. Divenne fornitore della Nasa e del governo. Fece crescere Sivori. Inventò il Cinebox. Chi era Paolo Emilio Nistri

Roma. “Immaginare che i nostri brevetti aiutavano il controspionaggio americano era una grande emozione’’: Paolo Emilio Nistri, protagonista insieme al padre, Umberto, e al fratello, Raffaele, di una delle rare storie industriali della Capitale, era molto orgoglioso che fossimo noi italiani a fornire la tecnologia agli americani. La sua storia e quella della famiglia Nistri, cominciata nel primo dopoguerra con alla base una strategica scoperta, è esemplare della vocazione all’eccellenza di tante aziende italiane, nascoste dietro le quinte, insieme ai loro marchi, a volte meglio noti all’estero che in Italia. Nel “Dizionario Biografico degli Italiani’’ della Treccani, alla voce “Nistri Umberto’’ si legge come un ufficiale dell’aviazione con la funzione di tecnico sugli aerei e il compito di osservare il territorio e fotografare le postazioni nemiche nella guerra 1915-18, inventò uno strumento in grado di descrivere nel dettaglio gli aspetti planimetrici e morfologici del territorio: il “fotocartografo’’. E secondo Giuseppe Ceraudo, autore della “Introduzione all’aerofogrammetria applicata all’archeologia’’ il rilievo fotogrammetrico di un breve tratto delle rive del Tevere, chiesto dall’Ufficio Agro Romano, diventa l’atto di nascita ufficiale della prima esperienza aerofotogrammetrica italiana. Fra le rive Tevere e la faccia nascosta della Luna, mappata dalla Nasa, con le strumentazioni acquistate dalla consociata statunitense guidata dal figlio di Umberto Nistri, Paolo Emilio, ci sono i quarant’anni a Roma della Società Anonima Rilevamenti Aereofotogrammetici, SARA-Nistri, la prima industria di carte topografiche attraverso fotografie aeree, e della O.M.I., Ottico Meccanica Italiana, che si ripartiscono le commesse. I legami fra produzione e territorio, che sono poi l’anima del “Made in Italy’’, per le aziende dei Nistri sono molto importanti, insieme a una particolare sensibilità per il sociale. Il fondatore, Umberto, fu il primo industriale italiano a garantire spontaneamente la retribuzione agli impiegati nei giorni delle festività nazionali (religiose e statali), la mutua, il servizio medico interno all’azienda e le attività sportive per i lavoratori. Grande amante dello sport, Paolo Emilio, insieme al fratello Raffaello, realizza il campo sportivo O.M.I., che ospita giovani calciatori, diventati poi famosi, come il grande Omar Sivori. La “Coppa Nistri’’ viene tutt’ora messa in palio per un torneo. L’esperienza maturata durante la guerra, insieme ad alcuni suoi operai, nel Comitato di Liberazione locale, dove ricevette un attestato di riconoscimento, e gli studi in economia e commercio con la innovativa tesi di laurea “La concentrazione dei capitali nell’industria’’, spinsero Paolo Emilio tanto nelle attività sociali che imprenditoriali. Banco di prova sul fronte industriale, nel primo Dopoguerra, fu il ritrasferimento a Roma in via Vasca Navale, e la riconversione a civile dell’O.M.I., dopo che i tedeschi, durante l’occupazione, avevano preteso una produzione totalmente bellica, insieme allo spostamento nell’Italia settentrionale, a Cantù. Negli anni Cinquanta la fotogrammetria è quanto mai importante per l’attività di ricostruzione del territorio e dello sviluppo agricolo ed edilizio. Paolo Emilio, che diventerà presto ad, insieme al padre e al fratello, si impegna nella crescita di O.M.I. ricevendo attestati di stima da importanti aziende aeronautiche e dedicandosi a un’intensa attività di convegni, congressi, mostre e relazioni, soprattutto a livello internazionale.

 

Diventa un instancabile “ambasciatore’’ dell’azienda con viaggi frequenti in Europa e Oltreoceano. È spesso in Olanda, Francia, nei Paesi Scandinavi, in Spagna. Nel 1956 fonda negli Stati Uniti la O.M.I. Corporation of America, O.M.I.C.A., con la quale acquisisce brevetti esteri e per primo impiega l’informatica, all’epoca appena emergente, nella tecnica dei rilevamenti topografici e aereofotogrammetrici, che gli apre le porte della Nasa. Nel libro “Scatti d’epoca su Roma: la Capitale nel ’900 nella vita speciale dei Nistri, della O.M.I., della SARA-Nistri’’, edito da Gangemi editore, l’autore, Luca Fiorentino, descrive un Paolo Emilio Nistri quanto mai intraprendente, al quale non bastava essere leader nella fotogrammetria, e che con coraggio si buttò nel Cinebox, il mito degli anni Sessanta. In un torrido agosto romano del 1958 Paolo Emilio Nistri, che aveva già avviato la diversificazione dell’azienda con le collegate Cinefilm e Cineindustria per la riduzione in formato delle pellicole, riceve il pubblicista-inventore Pietro Granelli e rimane affascinato dall’idea di sviluppare industrialmente la nuova stagione del costume con urlatori e balli originali. Realizza ben presto un juke box con videoclip annesso. Sopra al comparto dei dischi da ascoltare viene messo uno schermo, sul quale viene proiettato un filmato del cantante.

 

“In ogni bar era apparsa la magica scatola della musica, il juke box. Quindi l’idea di sposare musica e immagine appariva formidabile”, scrive Edmondo Berselli nel 2007 rievocando sulla Repubblica la storia del Cinebox, la strana macchina cinemusicale che fu l’attrazione principale della Fiera di Milano del 1959, con un repertorio dei principali artisti del momento, da Nilla Pizzi a Peppino di Capri, da Claudio Villa a Mina. Purtroppo la rapida ed esaltante ascesa della “bomba cinemusicale del secolo”, che conquista il mondo dello spettacolo a livello mondiale, deve fare i conti, negli anni Settanta, con una industria discografica che diventa più attenta ai suoi bilanci e decide quindi di rinunciare all’investimento nei videoclip che le entrate attraverso i Cinebox non riescono più ad ammortizzare. E i 6.000 apparecchi costruiti diventano solo una merce da collezione, tanto che valgono ancora dai tremila ai diecimila euro.

 

Il Cinebox porta comunque a O.M.I. e soprattutto a Paolo Emilio Nistri una incredibile notorietà che lo aiuta sviluppare la passione per la politica. Nel 1966 si presenta alle elezioni per il comune di Roma con la Democrazia Cristiana, dove risulta eletto consigliere accanto ad altri autorevoli esponenti della società civile come il prof. Pietro Valdoni e l’attore Gino Cervi. Con 40.000 preferenze nel 1970 diventa poi consigliere della regione Lazio, dove ricopre diversi incarichi fino alla vicepresidenza. L’intensa attività imprenditoriale prima e politica poi non limita Paolo Emilio a operare nella cultura e nel sociale a tutto campo, sulle orme della tradizione di famiglia. Da un lato lavora all’istituzione di un albo delle imprese del settore, fondando l’A.N.I.A.F., Associazione Nazionale Imprese Aereofotogrammatiche, che ottiene l’iscrizione alla Confindustria. Dall’altro promuove il “Premio Nistri” per la migliore poesia dell’Associazione tra i Romani. Dedica risorse e impegno all’Agape Fraterna, associazione filantropica, e organizza eventi per il Centro Italiano Orientamenti Sociali di Roma, C.I.O.S., e per il Rotary romano. Nel 2000 diventa presidente della Fondazione europa occupazione. Anche negli ambienti equestri, oltre a essere appassionato e coraggioso cavaliere, Nistri esercita le sue capacità politiche e organizzative, contribuendo a una delle migliori stagioni della storica “Società Romana della Caccia alla Volpe’’. Lasciata la “tecnologia’’ di O.M.I., all’inizio del 2000 si appassiona a un altro settore innovativo. Partecipa, con l’amico Valter Mainetti (che tramite Musa Comunicazione è proprietario della testata del Foglio Quotidiano, ndr), alla introduzione dei fondi immobiliari nella finanza italiana. Incoraggia così la nascita, condivide le strategie e favorisce lo sviluppo internazionale, soprattutto negli Usa, grazie alle sue importanti relazioni nel mondo della finanzia immobiliare, di Sorgente Group. Resterà presidente onorario fino alla scomparsa, a 92 anni, un mese e mezzo fa.