L'app che insegna a diventare imprenditori copiando il modello di Babbo Natale

Stefania Nicolich

AAA Santa Claus’ Assistant Wanted è un’ottima palestra per manager e ingegneri gestionali per mettersi alla prova e prendere confidenza e consapevolezza nell’atto decisionale

Il mito di ogni imprenditore, si sa, è Babbo Natale, che ogni anno consegna i regali in 24 ore ai bambini di tutto il mondo con il più alto tasso di soddisfazione dei clienti. “Ma come fa?” è stata la domanda che si è posta anche Elettra Panigatti, game designer e fondatrice della start up Another Brick. Da qui è nato il business game AAA Santa Claus’ Assistant Wanted, con il quale per due settimane – dal 12 dicembre fino alla mezzanotte del 24 – si può gestire il villaggio di Babbo Natale. L’obiettivo è di consegnare 10.000 regali e rendere felici i bambini. I giocatori devono fare delle scelte strategiche per organizzare la produzione e la distribuzione dei doni in modo da portare a termine l’obiettivo.

      

Il villaggio è diviso in vari settori: la direzione, dove si prendono le decisioni, la produzione, dove gli elfi producono sia i doni sia i souvenir, il reparto vendite dei souvenir, il magazzino dei doni, e la distribuzione, cioè le renne.

 

Per comprare le renne e assumere gli elfi, si guadagna dalla vendita di souvenir di chi visita il villaggio. E qui entrano diverse variabili e strategie decisionali: si deve decidere la percentuale di lavoro degli elfi per la realizzazione dei doni e dei souvenir (ogni ora un elfo produce sei doni e trenta souvenir); poi bisogna decidere il prezzo da stabilire ai souvenir tenendo conto anche della concorrenza; e non bisogna dimenticarsi di investire nella distribuzione (la capacità di trasporto di ogni renna è di 1.000 regali a notte).

     

Ogni decisione che viene presa ha delle conseguenze, visibili ogni ora quando il gioco si aggiorna. Ogni giocatore partecipando e prendendo le proprie decisioni influenza il gioco degli altri, ma controllando le classifiche può capire in tempo reale quali decisioni stanno prendendo gli altri. Infine, ogni mattina un postino consegna una lettere con i consigli del grande mentore, Babbo Natale, e un bollettino di viaggio con un resoconto dell’andamento del proprio villaggio.

 

E’ decisamente un’ottima palestra per imprenditori, manager, ingegneri gestionali per mettersi alla prova e prendere confidenza e consapevolezza nell’atto decisionale. Fare assunzioni, gestire il parco macchine, controllare la percentuale della produzione e fissare un prezzo, spiando anche cosa fanno gli altri, è una simulazione perfetta di una start up che cresce. “Alla fine del gioco ci sarà un’analisi dell’andamento del villaggio e la nostra società farà una donazione a un’associazione no profit, ancora da stabilire, a nome dei primi tre vincitori”, spiega al Foglio la fondatrice, Elettra Panigatti. “Lo scopo è quello di rilanciare i business games in chiave moderna, inspirando e stimolando in maniera diversa i giocatori”.

  

Un settore in crescita

Another Brick, nata a giugno 2017 con socie tutte donne, è una start up che utilizza il gioco e le sue dinamiche per aiutare a crescere a livello personale e professionale. Ha trovato un modo per permettere di imparare in maniera innovativa con giochi online, story-telling interattivi e web series. “In tutto il mondo, il numero dei giocatori è in aumento, così come anche la richiesta, da parte delle società di reclutamento, di utilizzare giochi per individuare più facilmente capacità e competenze dei candidati” continua Panigatti.

 

Another Brick, infatti, offre una soluzione anche in questo campo con Work Bricks, piattaforma per l’orientamento delle persone verso il mondo del lavoro e per l’identificazione dei migliori talenti con diverse soluzioni di contest aziendali. Panigatti e socie non si sono fermate qui, hanno sviluppato anche Sales Bricks, piattaforma per il coinvolgimento delle reti di vendita, con l’aggiornamento delle competenze con contest di vendita e test di orientamento.

 

Offrono anche soluzioni per il digital learning: hanno già ideato un corso d’inglese di trenta ore con la scuola John Peter Sloan, John’s angels: un gioco con situazioni comiche sui classici errori degli italiani quando parlano l’inglese. Il gioco è tutto incentrato sulla lotta a Mr. Mc Aroney, personificazione degli errori maccheronici.

 

Lavorano già con due grandi società: Ferrero, con cui hanno un progetto nel campo della cybersecurity, e Ideal Standard, con una piattaforma per il coinvolgimento del settore della vendita dei nuovi prodotti.

 

La startup, al momento, è incubata presso Speed MI Up, l’incubatore dell’università Bocconi, Camera di Commercio e Comune di Milano, che in cinque anni di attività, a febbraio 2018, ha lanciato dieci bandi e incubato 66 start up.

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