Dall'autostrada ai sentieri. Così i giovani innovatori capovolgono il modello Expo

Davide Morcelli

    Imparare a fare l’aceto con il metodo Solera? Non è uno dei tanto vituperati corsi inutili per poche persone offerto da una università di provincia. E’ un esempio delle tante attività che è possibile sperimentare grazie a Faberest.com. Non soltanto una visita a una delle più note aziende di Modena. Una vera esperienza. Un incontro, e alla fine, ti porti a casa l’aceto prodotto da te. In Trentino invece, nella val di Non, puoi scoprire l’universo della mela. Quella buona. Quella vera, intera e non morsicata. Anche qui puoi portare a casa le mele colte con le tue mani. Faberest.com permette di scoprire le molte piccole eccellenze enogastronomiche italiane e di conoscerle davvero, sporcandosi le mani e provando. In assoluto relax e allegra compagnia. Semplicissimo. Vedi il sito, scegli e prenoti in pochi clic l’esperienza che desideri. Chiamarle vacanze sarebbe ingiusto. Perché Faberest ? “Il suono ricorda fare e favola”, ci spiega Marco Morandini, ventisettenne alla guida della start up. In principio fù la facoltà di ingegneria. Non ha mai scordato però il vigneto di famiglia. Anzi. Un giorno gli viene un’idea: la vendemmia didattica. Invitare le persone nel vigneto di casa per toccare, sentire gli odori, guardare da vicino. Gli ospiti domandano curiosi. Marco spiega in modo semplice. L’iniziativa è un successo. L’idea può crescere e diventare qualcosa di più, pensa tra sé. Chissà. Dopo la laurea Marco coinvolge altri amici nel progetto. Insieme vincono Sodalitas Challenge, competizione di Assolombarda. E’ solo il primo canestro. L’entusiasmo cresce, ma anche il livello delle sfide. Unicredit decide di affiancarli. L’Incubatore H-Farm scommette su di loro e li “adotta” a Treviso. La partita entra nel vivo. L’ansia degli esami è un ricordo lontano ma gli incontri con gli investitori non sono uno scherzo. Con il senno di poi rifaresti ingegneria? Sei pentito? “No non è stato un errore e non vedo discontinuità tra il mio percorso di studi e di lavoro. La forma mentis dell’ingegnere è il cardine dello sviluppo dell’impresa”, dice Marco in modo sicuro. Del resto i conti devono tornare anche qui. L’idea riscuote un grande interesse e le esperienze offerte sul portale continuano ad ampliarsi.

     

    Non solo tecnologia

     

    La percezione diffusa è che i settori tecnologici avanzati crescano molto più degli altri. I dati dicono invece che il settore enogastronomico e turistico crescono altrettanto velocemente. I vecchi modelli però non funzionano più. Non basta fare un menù tipico ed essere simpatici. Molte persone cercano esperienze genuine. Servono diversi ingredienti: una giusta dose di apprendimento, riposo, attività manuali, degustazioni e divertimento. Faberest.com crea questa alchimia. Connette i puntini. Le persone, le cantine, le malghe, I laboratori artigiani, i sentieri, gli alloggi. L’idea di fondo è valorizzare ciò che già esiste. Un modo diverso per riscoprire antichi tesori. La società di Marco e soci è operativa da pochi mesi ma ha già le idee molto chiare. Sono convinti che Epo rappresenti una bella opportunità ma loro, i padiglioni, anziché costruirli lì scoprono sul territorio. Poi li collegano. Non con grandi autostrade. Portano turisti a percorrere sentieri dai panorami mozzafiato. In Italia non ne mancano, lo sanno tutti. Tutti sanno anche che Milano Rho Fiera non è tra questi. Perché alla fine Expo è solo una fiera. Potrà anche essere bella, ma di sicuro è un’ idea vecchia, vecchissima. Un Expo diffuso sarebbe stato certamente più originale. Faberest, come molte altre piccole realtà imprenditoriali, va in questa direzione. Vuole nutrire il pianeta e la curiosità di molti turisti. Soprattutto lo farà anche dopo ottobre, senza clamore. Con impegno costante. Tutte queste piccole imprese messe insieme (e alcune nemmeno tanto piccole) fanno certamente più di quel punto di pil che varrebbe Expo. E allora, chi si vuole nutrire?