I re degli istant book che vengono dalla provincia di Padova e una bottega digitale campana

Federico Sarica

    La storia di Fabio Franceschi e della sua Grafica Veneta è nota: è l’imprenditore che ha preso una piccola stamperia familiare e l’ha trasformata in poco più di dieci anni in un business globale. Franceschi e i suoi sono diventati grandi lavorando più che altro sull’ottimizzazione moderna di un modello di produzione antico; l’hanno fatto in maniera quasi ossessiva, arrivando a creare un’azienda in grado di stampare quantità di libri incredibilmente elevate in un altrettanto incredibilmente breve lasso di tempo, tanto da conquistarsi il titolo di re degli instant book. Negli anni sono così arrivate le commesse che hanno reso celebre Franceschi e soprattutto fatto lievitare il fatturato: dai libri della saga di Harry Potter all’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, dai best seller del New York Times fino ai più importanti manuali dell’editoria scolastica continentale, senza dimenticare altri successi cartacei notevoli, fra cui i gialli dello svedese Larsson, quello di “Uomini che odiano le donne” per capirci. Tutto questo a Trebaseleghe provincia di Padova, terra di impresa e lavoro, nota soprattutto per essere sede di Moncler e dell’azienda del Franceschi appunto. E’ utile usare qualche riga di questa colonna per aggiornare il lettore con le ultime nuove riguardanti Grafica Veneta, giusto perché si eviti di pensare che per arrivare a centocinquanta milioni di euro di ricavi (cifra stimata pubblicamente per il 2014 dallo stesso Franceschi) bastino un’intuizione geniale, un buon business plan e la capacità di raccontare il proprio sogno a qualche venture capitalist. E’ un equivoco che torna spesso quando si parla di start up, e in questo Grafica Veneta può essere un buon promemoria. Le notizie recenti che riguardano lo stampatore padovano sono essenzialmente due, assolutamente consequenziali (ce ne sarebbe una terza in realtà, che sono la decina di lavoratori assunti sulla scia del Jobs Act): la prima è che dal gennaio del 2015 Grafica Veneta ha ottenuto in esclusiva l’appalto della stampa di tutti i dizionari e i manuali per la scuola della casa editrice Harper Collins, il colosso inglese dei libri di proprietà di Murdoch. La seconda riguarda un nuovo arrivo per cui si è dovuto fare molto spazio nello stabilimento: una rotativa nuova di zecca, una Kba a quarantotto pagine: “E’ in arrivo per la prossima primavera. Stiamo parlando di un investimento di quasi otto milioni di euro al quale abbiamo dovuto pensare in seguito alla stipula dell’accordo con Harper Collins”, ha dichiarato Franceschi al giornale di settore Italia Grafica. Come se non bastasse è arrivata anche una cucitrice speciale, più resistente, che gli studenti si sa come li trattano i libri. Notizie che ci permettiamo di trasformare in una bella lezione per tutti, visto che siamo in tema di scuola: ce la si fa anche e soprattutto con investimenti, aggiornamento tecnologico, ripensamento continuo. Gli esami non finiscono mai, neanche se hai già stampato Harry Potter. Lo devono sapere bene anche dalle parti del Gruppo Amodio, 180 milioni di fatturato, cento punti in vendita in Campania, oltre un secolo di esperienza nel settore e nella vendita di prodotti caseari e di salumi. Un business ultra consolidato insomma, di quelli che le crisi le sfiorano appena. Eppure, l’ultima creatura partorita in casa Amodio è la conferma che cose come l’ossessione per la ricerca e l’aggiornamento, il gusto della modernità e del domani, restano elementi fondanti di un capitalismo che funziona, anche di quello tutto familiare tipico delle nostre latitudini. Il gruppo campano ha infatti appena investito un milione e mezzo di euro in PrimoTaglio, un online store (già attivo a Milano, ma presto arriverà a Roma e nelle principali città italiane) dove è possibile comprare, con gli ormai celebri due click, una gamma notevole di prodotti freschi, intorno ai quattrocento, per la tavola: mozzarella, verdure, salami, persino la pastiera. L’idea è quella della bottega digitale: cerco un buon rapporto qualità-prezzo, ho trovato un salumiere che mi piace da matti ma non ho mai tempo di andarci, voglio materie prime di qualità e un piccolo laboratorio gastronomico al mio servizio, sono pigro, PrimoTaglio potrebbe fare al caso mio. E’ la risposta qualitativa ai vari Amazon Fresh, i player della spesa fatta con lo smartphone che stanno conquistando il mercato globale; una sorta di anello digitale mancante fra il supermercato e Eataly (che per inciso, Fast Company ha appena piazzato al ventitreesimo posto fra le aziende più innovative del mondo nel 2015, dopo Tesla e Instagram, ma prima di Netflix e Soundcloud; moriremo farinettiani?). Il Gruppo Amodio ci crede a tal punto da aver messo PrimoTaglio sotto il cappello di una nuova ragione sociale: si chiama E-food e l’idea è che questo sia solo il primo di numerosi progetti futuri. Dal 1880 all’infinito.