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Il foglio sportivo
Pellacani dal trampolino alla laurea. La tuffatrice azzurra si racconta
Nell'ultima edizione del Mondiale di Singapore sono arrivate tre medaglie, di cui una d'oro ottenuta con Santoro: "Il mio punto di forza è che riesco a mantenere la calma anche in situazioni difficili o stressanti, sia nei tuffi che nella vita di sempre. Invece, se qualcosa non mi riesce mi innervosisco praticamente subito”
Fattore F, come famiglia. La tuffatrice Chiara Pellacani vive sì dall’altra parte del mondo, a Miami, dove studia e si è appena laureata (l’11 dicembre) in psicologia, ma casa per lei è il posto dove ci sono gli affetti. Non è una coincidenza che, nell’ultima edizione del Mondiale di Singapore 2025, siano arrivate tre medaglie, di cui una d’oro ottenuta con Matteo Santoro. “Matti”, come lo chiama affettuosamente, è un fratello acquisito con cui è tornata ad allenarsi dopo un periodo di lontananza. L’azzurro ha iniziato a studiare a Miami e, come confessa, ma è solo un’idea, magari condivideranno anche un tatuaggio con la data del loro oro. “Siamo molto in sintonia nella vita di tutti i giorni, è un punto di forza: si vede in gara. Siamo simili in tutto, non litighiamo quasi mai, almeno non seriamente, e ci parliamo sempre e risulta essere tutto naturale. Ci conosciamo da quasi 15 anni, siamo davvero amici, questo è il nostro segreto”.
Tornando a Singapore e pensando al bottino di tre medaglie (oro al sincro misto e doppio bronzo dal trampolino da tre e un metro), le emozioni sono ancora forti: “Ho realizzato di essermi tolta delle soddisfazioni: era da anni che provavo a salire sul podio dai tre metri”. Non sorprende che per ogni medaglia, oltre alla gioia immensa, ci siano state lacrime che hanno rigato il volto. “Erano di liberazione: sono stata contenta di tutto il lavoro svolto come la lunga preparazione che ha dato i suoi frutti. Tutti e tre i podi hanno sapori diversi: quella da un metro è la prima medaglia individuale in una rassegna iridata, poi l’oro con Matti e quella nella mia gara, i tre… sensazioni grandi”. A osservarla c’era anche la mamma, a cui è molto legata, così come il resto del suo nucleo familiare: “Sono fortunata, ho un bel rapporto con tutti. Ci sono sempre stati nei momenti belli e soprattutto in quelli brutti, i più difficili da affrontare. Sono stata contenta che mia mamma ci fosse, che vivesse con me quelle emozioni”.
La mente va così ai momenti complessi, come quelli vissuti dopo i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Lì si è sentita sola, impaurita e poco motivata dopo due quarti posti che fanno male ancora oggi, ma che hanno assunto un nuovo valore. “Ho messo in dubbio l’amore per il mio sport: la delusione aveva superato il resto e anche qui è stato fondamentale il supporto della mia famiglia, delle persone che avevo attorno e dei miei allenatori che hanno compreso la situazione. Sono tornata a Roma, ho passato due mesi a casa senza nessuna pressione, aiutata da una psicologa: pian piano è ritornata la voglia di andare in piscina. Quei quarti posti mi hanno insegnato a conoscere un po’ meglio me stessa, a saper affrontare le situazioni. Bruciano, ma ho appreso qualcosa”. Si è riaccesa quella fiammella che arde sempre in lei e quella voglia innata di gareggiare, oltre che l’adrenalina che solo il contesto gara sa darti. “Quando sono sul trampolino so che quello è il mio momento, quello in cui mi metto alla prova. Il mio punto di forza è che riesco a mantenere la calma anche in situazioni difficili o stressanti, sia nei tuffi che nella vita di sempre. Invece, se qualcosa non mi riesce mi innervosisco praticamente subito”.
Pellacani ama le sfide, anche quelle più ardue, come quando ha scelto di andare negli Usa ad allenarsi e studiare. “Mi dispiace che in Italia non ci sia un modello così, mi sono trovata bene. È vero: le giornate sono frenetiche tra allenamenti e lezioni, però ne vale la pena, è un percorso umano e sportivo visto che nell’anno facciamo tante gare, questo è utile. Poi, ancora oggi è dura: non ho mai avuto problemi a stringere amicizie, ma, all’inizio, mi sentivo sola, non riuscivo a esprimere la me stessa italiana, cosa che mi metteva in crisi. Avere la mia famiglia distante era, ed è complesso, mi mancano. Qui, però, in ogni caso sono davvero gentili, aperti, ti danno una mano… certo il cibo non è il massimo, ho fatto fatica ad abituarmi anche se ora riesco a gestirmi meglio. Quando sono a casa la carbonara di mamma è immancabile”. Per ora, nonostante la cucina, non pensa di tornare, visto che dopo la laurea inizierà un master in comunicazione: “Non so bene cosa farò un giorno, ero affascinata dalla psicologia, ma non so che carriera vorrò intraprendere o se vorrò davvero diventare psicologa. Al momento le ambizioni più grandi sono legate allo sport. Spero di continuare con i tuffi per un po’, sognando una medaglia alle Olimpiadi, lavorerò per questo”.