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il foglio sportivo - that win the best
Il carrozzone di Infantino si è impantanato a Seattle
Il rischio di giocare la Serie A a Perth è scoprire che gli arbitri australiani sono meglio degli italiani
Scrivevo la scorsa settimana dei cortocircuiti imbarazzanti che si creano quando la politica (in senso ampio) usa il calcio e viceversa. La cerimonia trash con Gianni Infantino azzerbinato ai piedi di Donald Trump ha fatto riscoprire ai fan degli inginocchiamenti in campo la bellezza dello sport in purezza, quello in cui l’unica cosa che conta sono le emozioni di chi scende in campo e dei tifosi. Gli stessi disgustati dalla presenza di Trump ai sorteggi per il Mondiale sono naturalmente contentissimi che il calcio sia usato per fare battaglie (politiche) per i diritti, e mi chiedo ora come prenderanno il caos scatenato dal carrozzone paraculo della Fifa a Seattle.
Molto prima che venisse effettuato il sorteggio per la Coppa del mondo, infatti, gli organizzatori locali avevano previsto di far giocare una partita della Coppa del mondo in città come occasione per celebrare la comunità Lgbtq+. La data è quella del 26 giugno, con l’idea di includere il match programmato quel giorno nei festeggiamenti del Pride. Visti i precedenti a Mondiali ed Europei, con giocatori pronti a sfilare con fasce e fascette arcobaleno (fino a che non contano i risultati, of course), che cosa sarebbe potuto andare storto? Ebbene, le squadre sorteggiate per giocare a Seattle quel giorno sono Egitto e Iran, paesi notoriamente amici della comunità Lgbtq+.
Come ovvio le due Federazioni hanno fatto garbatamente sapere che in concomitanza della partita non dovrà esserci nessuna celebrazione di chi nei loro paesi di solito viene arrestato o impiccato. E qui parte il cortocircuito: l’Egitto ha detto che “la Fifa si impegna a garantire un ambiente rispettoso e accogliente per tutti i tifosi, e al fine di mantenere lo spirito di unità e pace è necessario evitare di includere attività che potrebbero provocare sensibilità culturali e religiose tra i tifosi presenti provenienti da entrambi i paesi, Egitto e Iran, soprattutto perché tali attività sono culturalmente e religiosamente incompatibili con i due paesi”. È peggio dare un dispiacere agli Lgbtq+ o ai musulmani? Mi verrebbe da dire che adesso sono cazzi della Fifa, ma poi qualcuno si offende. Potrebbero spostare il match a Perth, in Australia, dove leggo che molto probabilmente non si giocherà più Milan-Como di Serie A: mesi di seghe mentali sull’importanza di valorizzare il brand all’estero e ora tutto si incarta perché gli australiani avrebbero imposto arbitri locali per dirigere la partita. Non esiste, hanno replicato i saggi dirigenti del calcio italiano. Non si può mica rischiare di scoprire che sono più bravi degli arbitri italiani, no?