Nicola Pietrangeli nel 2023, foto LaPresse

1933-2025

È morto Nicola Pietrangeli

Il primo grande tennista della storia del tennis italiano aveva 92 anni

È morto a 92 anni, Nicola Pietrangeli, uno dei tennisti più forti della storia del tennis italiano, il primo azzurro a vincere uno Slam, il Roland Garros del 1959. Un successo che bissò l'anno seguente, nel 1960. Era stato inoltre il capitano della prima Coppa Davis vinta dall'Italia, nel 1976.

Scriveva Giorgia Mecca, per il novantesimo compleanno del campione, che "grazie a quest’uomo brizzolato che è sempre rimasto seduto sugli spalti a guardare il movimento crescere, l’Italia ha capito che il tennis non è un paese straniero, e allora ecco Panatta, Barazzutti, Bertolucci, i gesti bianchi che diventano rotocalco, non proprio uno sport popolare ma nemmeno un altro pianeta. “Sono stato fortunato. Ho vinto più di quanto abbia perso. A quarant’anni, senza dolore, ho capito che era il momento di smettere. Non ho mai rimpianto il calcio. Dopo il ritiro è cominciata un’altra vita, forse meno brillante e con meno adrenalina, ma è stata una vita bella uguale".

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Oggi il tennis italiano "perde il suo simbolo più grande, e io perdo un amico. Nicola Pietrangeli non è stato soltanto un campione: è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato. Con lui abbiamo capito che anche noi potevamo competere con il mondo, che sognare in grande non era piu' un azzardo", ha detto il presidente della Federazione italiana tennis e padel (Fitp), Angelo Binaghi. "Quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record, alle Coppe Davis, ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano. Parlare con lui era sempre un piacere e una sorpresa: potevi uscire da una conversazione ridendo a crepapelle o con una riflessione che ti restava dentro per giorni. Nel mio ufficio c'è una foto a cui tengo moltissimo: io bambino, raccattapalle in una sfida di Coppa Davis a Cagliari, e davanti a me proprio lui, Nicola Pietrangeli. Ogni volta che la guardo, mi sembra di tornare a quel giorno. E mi rendo conto che, in fondo, tutto per me è cominciato lì. Quella foto non e' solo un ricordo: è un simbolo. Il simbolo di come un bambino possa innamorarsi di uno sport grazie a chi lo incarna in modo così pieno e naturale. Per me Nicola non era solo il piu' grande giocatore della nostra storia. Era il tennis, nel senso più profondo del termine".

 

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