Foto Ansa
celo manca
Alfabeto figurine Panini
Cent'anni fa nasceva a Pozza, frazione di Maranello, Giuseppe Panini, il primo dei quattro fratelli che resero le figurine dei calciatori una passione italiana
Il 9 novembre 1925, cento anni fa, nasceva a Pozza, una frazione di Maranello – una cittadina in provincia di Modena nota al mondo per essere, dal 1943, la sede dello stabilimento della Ferrari – Giuseppe Panini. È il quarto figlio – primo tra i maschi – di Antonio Panini, meccanico agricolo, e Olga Cuoghi; dopo Giuseppe, nasceranno altri quattro figli. Una tribù. Trasferitisi nel capoluogo nel 1934, Antonio lavora come cameriere all’Accademia Militare e Olga, nel 1945, gestisce un’edicola a pochi passi dal Duomo di Modena. Inizia quell’anno, anche se in modo ancora incerto, l’avventura imprenditoriale di Giuseppe e i suoi fratelli che, nel 1961 diedero alle stampe la prima edizione di Calciatori, la popolare serie di figurine di calciatori che ha fatto sognare almeno cinque generazioni di ragazzini (e non solo).
Questo che segue è l’Alfabeto figurine Panini.
A come Agenzia Distribuzione Giornali Fratelli Panini
Nel 1956, Giuseppe Panini, e il fratello Benito, di tre anni più giovane, aprono una società e ottengono l’esclusiva della distribuzione della “Gazzetta dello Sport” nella provincia di Modena. Insieme a quotidiani e riviste, i Panini, dal cuore dell’edicola di corso Duomo, commerciano altri prodotti: gialli, fotoromanzi, fumetti e figurine, inserite in buste “a sorpresa”.
B come Bruno Bolchi
Bruno Bolchi (1940-2022), quindici anni da calciatore professionista, e poi quasi quaranta da allenatore, è stata la prima figurina stampata dall’Edizioni Panini, per il primo album della stagione calcistica 1961-62. All’epoca Bolchi era il capitano dell’Inter: centromediano di notevole prestanza fisica, Gianni Brera lo aveva soprannominato Maciste.
C come Ciclisti
Non solo calciatori. Nel 1971 la Panini pubblica il primo album di figurine dedicato al ciclismo. In copertina, Eddy Merckx in maglia gialla al Tour. Nel seguiranno altri nel 1972 (ancora con Merckx, tallonato da Gimondi, in copertina), nel 1973 e nel 1979.
E come Errori
Nella storia delle collezioni delle figurine Panini ci furono talvolta scambi di persona. Si cominciò con l’album del campionato 1967-68: nella Spal la figurina di Gildo Rizzato riporta la fotografia di un giovane Ezio Vendrame; nel 1973-74, nel Parma, in serie B, si scambiano le identità dei portieri Giuliano Manfredi e Mirko Benevelli; nel 1975-76, Roberto Pruzzo, centravanti del Genoa, sempre in B, viene scambiato per Sergio Rossetti; e ancora, nel 1980, la figurina di Claudio Azzali, difensore, è in realtà la foto del compagno di squadra, e di reparto, Marco Ricci.
F come Fratelli Panini
I fratelli Panini sono 8: Veronica, nata nel 1921, Norma nel 1922, Maria Luisa nel 1924, Giuseppe nel 1925, Edda nel 1927, Benito nel 1928; Umberto nel 1930; e Franco Cosimo nel 1931.
G come Luigi Garlando
Alla saga dei Panini, ha dedicato un bel libro lo scrittore e giornalista della “Gazzetta dello Sport” Luigi Garlando. Si intitola "L’album dei sogni" (Mondadori, 2021). Scrive Garlando: "Da bambino tenevo in tasca la figurina di Roberto Boninsegna, centravanti dell’Inter, il mio eroe, convinto di portarmi dietro i suoi superpoteri. Ero certo che dal rettangolino di carta, conservato nei calzoncini, mi scivolasse nelle gambe magre la forza da toro del mio campione preferito". Il suo libro è anche il ritratto di generazioni di ragazzi italiani cresciuti alla parola d’ordine di “celo-manca”. Garlando nel 2004 aveva già scritto un romanzo dal titolo Cielo manca, in cui le figurine, e il loro “codice” linguistico e sentimentale, avevano un ruolo particolare.
I come Introvabile
Il bergamasco Pierluigi Pizzaballa, oggi arzillo ottantaseienne, è stato un ottimo portiere. Nella sua longeva carriera da professionista (1958-1980) ha giocato nell’Atalanta, nella Roma, nel Verona, nel Milan e, di nuovo, in chiusura, ancora nella squadra di casa, l’Atalanta. Vanta anche una presenza con la Nazionale azzurra, nel 1966. È tuttavia passato alla storia del calcio nazionale per il fatto che, nella stagione 1963-64, fu tra le più ricercate, e le meno trovate, dell’album Calciatori Panini. Il perché non si è mai saputo davvero. Pare che invece la figurina più quotata sul mercato dei collezionisti sia quella di Faustino Goffi, classe 1945, che compare nell’album 1967-68 con la maglia del Padova, in quell’anno in serie B: in un’asta su e-Bay la figurina è stata battuta a 121 euro.
L come Nils Liedholm
Al grande Nils Liedholm, ritiratosi dal calcio giocato l’anno prima, è dedicata la copertina del primo album Calciatori Panini, stagione 1961-62. Il Barone è ritratto mentre sta per colpire di testa un pallone di cuoio marrone.
M come Matias Bebé
Nel 1996 le edizioni Panini pubblica per la prima volta un album dedicato al calcio africano, allora emergente. L’occasione è la Coppa d’Africa che si svolge in Sudafrica. Da Modena commissionano l’impresa – all’epoca improba, vista ancora l’era pionieristica di Internet – a un giovane giornalista free-lance di belle speranze: Filippo Maria Ricci. Che porta a casa brillantemente l’incarico, coinvolgendo vari e variopinti attori e intermediari tra giornalisti, fotografi, dirigenti di federazioni. Manca un’ultima figurina, la numero 272 dell’album, prima di andare in stampa in tempo utile: è quella di Matias Bebé, fantomatico giocatore del Mozambico. Arriva last minute: ma è in bianco e nero. Ma la macchina Panini non si ferma davanti a questi dettagli: una bella mano di colore e via.
N come Nannina
Nel 1960 i fratelli Panini rilevano a Milano un lotto invenduto di figurine di calciatori stampate dall’editore Nannina. Le confezionano in buste da quattro e le mettono in commercio: ne vendono tre milioni e ricavano 10 milioni di lire. Il capitale con cui, dall’anno seguente, investiranno per produrre figurine in proprio.
O come Olga Panini
Olga Cuoghi, in Panini, è l’arzdora della famiglia. Madre di otto figli, è il fulcro dell’azienza, fin da quando gestisce l’edicola all’ombra del Duomo, e ancora di più in seguito, dopo la morte del marito Antonio. A Modena la conoscono, e la stimano, tutti come la “Casereina”, la figlia del casaro. Muore nel 1987 a ottantasette anni, nel pieno del primo passaggio di proprietà, al gruppo inglese della Maxwell.
P come via Emilio Po, 380
È lo storico indirizzo dello stabilimento Panini a cui, i ragazzini appassionati collezionisti spedivano, a fine campionato, le loro richieste per completare le raccolte delle figurine mancanti.
R come Rovesciata
C’è una sempre una rovesciata, nel segno delle Figurine Panini. Nell’album del campionato 1963-64 è raffigurato il difensore della Fiorentina, Ardico Magnini, con la maglia della Nazionale italiana, alle prese con un calcio in rovesciata. Ma la rovesciata “iconica” è quella che diventa logo aziendale a partire dal 1965-66 e che è ispirata a una foto scattata dal fotoreporter Bruno Banchi in un Fiorentina-Juventus del 15 gennaio 1950. Scattata dal basso verso l’alto – la leggenda dice che Banchi stava facendo pipì nella buca, svuotata di sabbia, del salto in lungo della pista di atletica che circondava il campo del Comunale di Firenze – l’immagine viene trasformata in illustrazione e quindi in marchio, e quindi pubblicata in centinaia di milioni di copie in tutto il mondo.
S come Egidio Salvi
Se Pizzaballa era l’introvabile, per Egidio Salvi, sgusciante ala destra del Brescia, nell’album 1965-66, non si trovò posto. Per un errore di impaginazione, l’album non prevedeva il posto dove attaccare la sua immagine ma la figurina venne lo stesso, per errore, messa in commercio. Una specie di Gronchi rosa.
T come Leo Turrini
Leo Turrini, giornalista e scrittore di Sassuolo, autore di successo di numerose biografie di cultura sportiva (da Enzo Ferrari a Gino Bartali, da Michael Schumacher ad Ayrton Senna), ha pubblicato per Minerva Edizioni, "Panini. Storia di una famiglia e di tante figurine" (2020).
W come George Weah
Se molti nomi dei calciatori della nazionale liberiana, nell’Album dedicato alla Coppa d’Africa del 1996, erano sbagliati, se non totalmente inventati, è tutta colpa di King George. La Liberia fu tra le ultime nazionali a qualificarsi per la fase finale del torneo e la ricerca delle immagini della rosa dei suoi calciatori fu assai complessa. Il solito Filippo Maria Ricci, africanologo della Panini, ottenne da un fotografo senegalese i ritratti dei calciatori liberiani, in trasferta a Dakar; ma quando si vide arrivare il pacchetto di fotografie, scoprì anche che erano quasi tutte senza nome e cognome. Si fece aiutare, nel riconoscimento facciale, allora da George Weah, allora centravanti del Milan. Ma Weah non andò tanto per il sottile, e battezzò molti suoi compagni con nomi sbagliati se non di fantasia. Ma che cosa vuoi dire mai a King George?