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La peggior Fiorentina di sempre
Quattro punti in nove giornate, zero vittorie in tre mesi: con la sconfitta di San Siro la squadra di Stefano Pioli ha registrato il peggior avvio della (quasi) centenaria storia viola. Una crisi che viene da lontano e che potrebbe portare all’esonero del tecnico
Se qualche mese fa la Fiorentina riusciva a battere l’Inter, addirittura schierando le riserve nel recupero di campionato, quella di ieri notte è stato un match di tutt’altro livello. I viola sono andati a San Siro giocando da provinciale nel senso pieno del termine, cercando solo di limitare i danni a causa di una classifica che nessun addetto ai lavori avrebbe mai ipotizzato nemmeno per scherzo. I novanta minuti però hanno rispettato il pronostico e i nerazzurri hanno vinto abbastanza agevolmente per 3-0.
Il nuovo record negativo
La sconfitta ha fatto sì che il club viola battesse un record negativo che resisteva da quasi cinquant’anni, registrando zero vittorie nelle prime nove giornate di Serie A, ovvero il peggior avvio dalla stagione 1977/78. Allora i gigliati, proprio alla nona giornata, vinsero in trasferta il derby contro il Bologna toccando quota 5 punti. Nel 2025 la situazione è addirittura più grave: dopo nove giornate, i punti sono solo quattro, frutto di quattro pareggi e cinque sconfitte, con la squadra penultima in classifica, con una differenza reti peggiore del Pisa e con la peggior difesa di tutto il campionato a pari merito con l’Udinese.
Pioli: dalle promesse di “mari e monti” al naufragio attuale
Stefano Pioli, tornato sulla panchina viola con grandi ambizioni, tanto da bisticciare amichevolmente con Allegri sulla tabella Champions, aveva annunciato agli inizi di stagione un progetto ambizioso, fatto di “mari e monti” come ha ricordato ieri in conferenza stampa dopo la partita persa con l’Interr. Il tecnico ha descritto la difficile situazione attuale, ma i risultati negativi al momento sembrano non toccarlo, tanto che ha confermato la sua volontà di rimanere: “Non ho mai pensato alle dimissioni. Mi considero parte del problema ma voglio essere la soluzione”. Pioli ha sottolineato che “non è il momento di guardare al futuro, ma solo alle prossime partite contro Lecce e Genoa, ultime chance per invertire la rotta”. Parole che la tifoseria non ha preso bene, c’è chi si aspettava le dimissioni. L’assenza del presidente Commisso si fa sentire (e non solo per le migliaia di chilometri di distanza) e i pensieri alle stagioni più brutte della storia sono lì: c’è chi ricorda la B con Batistuta, chi fa raffronti con la stagione 2000/2001 chiusa al penultimo posto (e con il fallimento di Cecchi Gori). Forse tutto andrà bene, ma la speranza è che il tecnico abbia preso consapevolezza di un obiettivo (la salvezza) che mai aveva pensato di dover conseguire durante l’estate.
Non è la prima crisi sotto la sua guida: nel 2019, con la proprietà dei Della Valle, Pioli si era dimesso in una stagione in cui la Fiorentina chiuse al 16esimo posto, per un soffio evitando la retrocessione. Ora, tuttavia, la pressione e le aspettative sono ben più alte, e i pericoli vanno affrontati prima che sia troppo tardi.
I paradossi di un ricco calciomercato tra punti persi e classifica
Se la classifica parla di una squadra invischiata nella lotta per evitare la Serie B, il mercato estivo era stato tra i più costosi nella storia recente della Fiorentina, con tanti arrivi tra cui Roberto Piccoli (il più oneroso), le conferme di De Gea, Gosens, Gudmundsson e Fagioli, giovani come Sohm e Fazzini a rinforzare la rosa.
Uno dei dati più amari riguarda gli 11 punti persi in situazione di vantaggio: se fossero stati mantenuti, la Fiorentina a una classifica decisamente più confortante. Con questi punti in più, i viola sarebbero oggi al fianco di Bologna e Juventus, a quota 15, staccati di poco dalla zona europea, precisamente al sesto posto, e lontani dalle zone roventi. Questa storia però non esiste, la realtà attuale è quella di dover combattere tra le ultime per evitare un epilogo drammatico. Probabilmente senza Pioli, che già da domenica si siederà su una panchina con la data di scadenza: “Vita o morte con Genoa e Lecce”, ha detto il ds Pradé. Una sentenza, forse.