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Il foglio sportivo
Il duello Rossi-Marquez a Sepang dieci anni dopo
Il decimo anniversario del Gran premio più chiacchierato della storia del Motomondiale casca in un altro weekend di gara nello stesso luogo. I protagonisti hanno però lasciato vuota la scenografia in Malesia. Uno fa il papà a Tavullia, l'altro non corre a causa dell’infortunio alla scapola
Una coincidenza perfetta, da sembrare studiata a tavolino. Il decimo anniversario del Gran premio più chiacchierato della storia del Motomondiale casca in un altro weekend di gara nello stesso luogo. Da Sepang a Sepang, da domenica 25 ottobre 2015 a sabato 25 ottobre 2025. Per quanto il ricordo nitido di un evento induca erroneamente a collocarlo più vicino nel tempo, è facile prendere atto del trascorrimento di un decennio rendendosi conto di quanti cambiamenti contenga. Valentino Rossi ha due figlie e si è ritirato senza rinunciare al piacere delle corse: solo una settimana fa ha trionfato su quattro ruote nella 8 ore di Indianapolis. Marc Marquez è ancora in sella e ha da poco vinto il nono Mondiale, come Rossi. Una missione che in 10 anni è stata prima complessa e poi scontata, trasformandosi in miraggio e infine realizzata. Un’oscillazione che ha seguito la parabola della sua carriera, da dominatore incontrastato a pilota in crisi per le conseguenze della frattura all’omero destro del 2020, diplopia inclusa. Fino all’approdo in Ducati e al ritorno eroico.
I protagonisti sono sfuggiti al copione, lasciando vuota la scenografia in Malesia. Rossi fa il papà a Tavullia, Marquez non corre a causa dell’infortunio alla scapola patito in Indonesia. Dieci anni sono tanti, ma pochi per trovare un’altra rivalità o un episodio che mettano in secondo piano il 46 e il 93. In occasione della ricorrenza speciale è stato rilasciato un documentario sul tema. Senza anticipazioni, “Sepang Clash: 10 anni dopo” è apparso all’improvviso nella notte tra il 22 e il 23 ottobre. Il fatto che l’organizzazione del Motomondiale sia stata promotrice dell’operazione rende l’idea della portata mitica della storia, dalla conferenza stampa del venerdì animata dalle accuse di Valentino a Marc di voler favorire Lorenzo, fino alla gara di domenica con i sorpassi al limite e la caduta di Marquez che portò alla penalizzazione di Rossi nell’ultima gara a Valencia (partenza dall’ultimo posto) e al suo addio al decimo mondiale.
Serve ancora rimestare nel torbido di una vicenda affrontata più volte dagli attori principali e da quelli di contorno? L’evento è figlio di un’epoca in cui la pervasività dei nuovi media ha contributo a costruirne da subito una narrazione immediata e costante. Serie su piattaforme in streaming, podcast, canali YouTube, l’immaginario si arricchisce ogni volta di dettagli nuovi. A fine agosto, ospite di un podcast spagnolo, l’ex telecronista di Telecinco Nico Abad ha rivelato: “Dalla regia mi spingevano a dire che c’era stato il calcio di Rossi, ma in realtà non esiste, nessuna immagine lo ha mai mostrato”. Un anno prima, a Mig Babol, podcast del pilota Andrea Migno, il 46 ha raccontato gli sguardi complici del rivale e del suo manager Alzamora nella stanza in cui gli fu comunicata la sanzione da scontare in Spagna: “Avevano raggiunto il loro obiettivo”.
Marquez non si è sottratto alla ressa verbale. Nel documentario del 2023 All In, incentrato sul suo recupero dall’infortunio, viene trovato il modo di infilare il fattaccio, scovando il presunto antefatto: “Rossi mi invitò nel 2014 al suo ranch, feci il record della pista e da quel momento i rapporti si freddarono”. Al tempo stesso, dalle sue parole e da quelle di altri intervistati come Lorenzo, emerge che la conferenza di Rossi lo spinse per ripicca a lottare in quella maniera feroce in Malesia e a non sorpassare il connazionale a Valencia. “Non è colpa mia, se l’è cercata lui”, sembra essere la versione, quasi un’ammissione di colpa. Dazn Spagna nel 2021 ha provato a riavvicinare le due figure con la produzione “Strada 46-Strada 93: Il cammino di due miti”, ponendo l’accento sulle vittorie e il talento in comune.
Cos’altro si può aggiungere? Forse altri retroscena che non faranno cambiare idea a due fazioni tanto radicali quanto numerose. Sul canale ufficiale Youtube della MotoGP, il riassunto di quella corsa ha 127 milioni di visualizzazioni. “Appena” 28 per quello del GP di F1 ad Abu Dhabi nel 2021 col duello Hamilton-Verstappen. La finale 2019 di Wimbledon tra Federer e Djokovic ne ha 10, gli highlights di Argentina-Francia in Qatar raggiungono quota 29, tre in meno per quelli di gara 7 tra Golden State e Cleveland nel 2016. Numeri che inducono a non giudicare ancora saturo il racconto. Con un paradosso: è ammissibile che la vetrina principale di uno sport sia ancora una corsa in cui, per ragioni diverse, i protagonisti risultino entrambi sconfitti?
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