
L'attaccante brasiliano del Betis Siviglia Antony (foto Ap, via LaPresse)
Conference League
A Siviglia Antony ha dimenticato Manchester
Con la maglia del Betis, l'esterno brasiliano è tornato a giocare, a segnare e a fornire assist. Soprattutto è diventato un giocatore utile: "Sta dimostrando molta umiltà nell’evolversi della sua carriera", una carriera che sembrava arenata con la casacca dello United
Il video ha iniziato a circolare poco meno di un anno fa. Prima sui forum dei tifosi e poi sui social network. Il titolo era piuttosto didascalico: "Tutte le reti in Premier League di Antony in questa stagione del Manchester United". Ma quello che si poteva osservare dopo aver premuto il tasto play era un piccolo capolavoro di crudeltà. In tutto il filmato si vedeva un solo gol. Ripreso da un’infinità di inquadrature diverse. Sì perché in tutta la passata stagione il brasiliano dei Red Devils aveva realizzato un’unica rete. Contro il Burnley penultimo in classifica. E solo perché un retropassaggio del difensore avversario gli aveva spalancato la strada verso la porta. Non il massimo per un calciatore pagato circa cento milioni di euro. Quello che doveva essere il salvatore della patria era diventato zimbello, gingillo, un calciatore completamente incapace di incidere sulle sorti del suo club. I media inglesi lo avevano definito "il più grande flop della storia dei Red Devils" oppure "Il più grande spreco di denaro della Premier". Qualche testata era andata addirittura oltre, dicendo che lo United "non si era limitato a strapagare Antony, ma aveva addirittura deciso di calarsi i pantaloni davanti alle pretese economiche dell’Ajax". Un disastro. E il suo comportamento spesso arrogante e supponente non lo aveva aiutato poi molto. Il brasiliano era diventato il colpevole perfetto, il capro espiatorio. Sembrava quasi di vivere in quell’aforisma di Galeano secondo cui: "A volte l’idolo non cade intero. E a volte, quando si rompe, la gente ne divora i pezzi".
In questa stagione le cose sono andate ancora peggio. Fino a gennaio il brasiliano aveva raccolto appena sette presenze. Senza mai partire titolare. Raggranellando appena il 7 per cento dei minuti a disposizione. A dicembre era uscita la notizia di una sua possibile cessione. I tifosi dello United erano scettici. "Non esiste un pazzo pronto a spendere tutti quei soldi per uno così", aveva scritto un fan su un forum. E in qualche modo aveva ragione. Alla fine si è fatto vivo solo il Betis. Che ha preso il brasiliano in prestito secco. Insieme fino a giugno. Poi si vedrà.
Quello che a molti sembrava un azzardo si è rivelato un colpo estremamente lungimirante. Da quanto Antony è arrivato a Siviglia, infatti, i biancoverdi sono passati dal dodicesimo al sesto posto in classifica. Ad appena un punto dalla quinta piazza che dovrebbe valere un posto in più nella prossima Champions League. C’è molto del talento di Antony in questo exploit. E non solo per via dei quattro gol e due assist messi a referto nella Liga (a cui vanno sommati 3 centri e 2 passaggi vincenti in Conference League).
Il calciatore che ha conquistato il Betis è molto diverso da quello visto allo United. Antony non è più solo un funambolo tutto dribbling e istinto. Quello che in Inghilterra sembrava un esterno fumoso ora è concentrato sulla sostanza. La sua capacità di dialogare con Isco, un altro che sembrava imbottigliato in un tunnel senza uscita, funziona come una specie di apriscatole per le difese avversarie, uno strumento buono a creare spazi per gli inserimenti dei compagni. "Sta dimostrando di essere un giocatore concreto, ora è più concentrato sulla finalizzazione del gioco e sui cross – ha detto il mister del Betis Manuel Pellegrini - Sta dimostrando molta umiltà nell’evolversi della sua carriera".
Anche Joaquin, uno dei totem intorno a cui per anni hanno ballato i tifosi del club, ha speso parole zuccherine: "Se sarà necessario rapirlo per farlo restare metterò io la macchina. Deve stare qui, qualunque cosa accada". E ora il ragazzo con lo sguardo da duro dei film western spera di aver ritrovato finalmente se stesso.