Ansa

Il Foglio sportivo - CALCIO E FINANZA

La Premier League pensa al salary cap

Matteo Spaziante

In Inghilterra il limite alla spesa dei club potrebbe essere presto realtà. I club, a eccezione di City, United e Aston Villa (mentre il Chelsea si è astenuto) hanno dato il via libera al provvedimento, che ora dovrà essere definito nei dettagli. Ecco come potrebbe funzionare

Il salary cap è pronto a diventare realtà in Premier League. Nei giorni scorsi i club inglesi hanno dato un prima via libera all’introduzione di un tetto massimo di spesa, anche se non all’unanimità: Manchester City, Manchester United e Aston Villa si sono dichiarate contrarie nel corso dell’ultima assemblea, mentre il Chelsea si è astenuto. Tuttavia, la strada sembra segnata e la decisione definitiva sarà presa dalla prossima assemblea in programma a giugno. 

Come funzionerà il tetto salariale? L’ipotesi è quella di fissare il limite alla spesa per stipendi, ammortamenti e compensi agli agenti a un valore multiplo rispetto ai ricavi da diritti tv del club che ne incassa meno. Per fare un esempio pratico, nel 2022/23 il club che ha ricevuto la cifra minore è il Southampton,  103,6 milioni di sterline dai diritti televisivi: se il tetto fosse fissato a 5 volte questa cifra, i club non potrebbero spendere più di 518 milioni di sterline per stipendi, ammortamenti e pagamenti agli agenti, ovverosia circa 605 milioni di euro al tasso di cambio attuale).

Tuttavia, restano molti temi sul tavolo, come per esempio il sistema delle possibili sanzioni. Attualmente, il sistema di Fair Play Finanziario (FPF) inglese prevede la decurtazione di punti (come nel caso di Everton e Nottingham Forest in questa stagione), ma le proposte emerse nelle scorse settimane includono anche una luxury tax alla Nba: i club che spendono eccessivamente sarebbero soggetti a sanzioni finanziarie che aumenterebbero in base al grado di superamento del tetto salariale, con i soldi raccolti che potrebbero essere redistribuiti ai club che rispettano le regole ma anche girati in un “fondo di emergenza” per sostenere i club della English Football League in difficoltà finanziarie.

Di più su questi argomenti: