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Per Edin Terzic il Borussia Dortmund è una questione di cuore

Marco Gaetani

L'allenatore dei gialloneri è alla guida della squadra per cui ha sempre fatto il tifo. E contro l'Atletico Madrid ha la possibilità di portarla alla semifinale di Champions League

Era convinto che potesse bastare una Coppa di Germania, vinta approdando sulla panchina dei suoi sogni con un incarico ad interim, per garantirsi il paradiso. Edin Terzic aveva fatto male i conti, ma il tempo sa essere galantuomo. Aveva alzato al cielo la DFB Pokal in uno stadio deserto per le misure anti-Covid, coronando i suoi mesi alla guida del Borussia Dortmund: aveva preso le redini della squadra dopo un drammatico 1-5 subito dai gialloneri agli ordini di Lucien Favre contro lo Stoccarda, nel dicembre 2020, ma quel successo contro il Lipsia non era bastato per la conferma alla fine della cavalcata.

Dopo una carriera da onesto attaccante dilettante, era entrato nei ranghi tecnici del BVB come scout e assistente tecnico delle giovanili quando aveva 28 anni e da due stagioni, a Dortmund, era salito in cattedra Jurgen Klopp, non uno qualunque. Terzic guardava e rubava con gli occhi, non tanto a Klopp, quanto ai suoi assistenti, Zeljko Buvac e Pete Krawietz: impara l’arte e mettila da parte.

Figlio di immigrati jugoslavi (padre bosniaco, mamma croata), cresciuto a 40 chilometri da Dortmund, per lui il BVB è sempre stato soprattutto un affare di cuore, quel cuore che sanguinava ascoltando via radio l’evoluzione della guerra in Jugoslavia. Dal Dortmund si era allontanato per rispondere alla chiamata di Slaven Bilic, prima imbeccato con un paio di intuizioni geniali durante l’Europeo del 2012, quando Bilic allenava la Croazia, quindi in pianta stabile in Turchia, al Besiktas, seguendo il tecnico anche nel suo incarico al West Ham, nel 2015. “Puoi studiare per anni, ma nulla sarà come trovarsi in piedi davanti a 25 persone provenienti da tutte le nazioni: non puoi imparalo, devi viverlo”, ha detto ricordando i suoi primi giorni alle prese con uno spogliatoio di calciatori adulti e di primo livello. La vita degli assistenti è però strettamente legata a quella del capo allenatore: l’esonero di Bilic, nel 2017, aveva lasciato a spasso anche Terzic, rifugiatosi prontamente a Dortmund dove aveva ripreso a collaborare con la prima squadra, assistendo stavolta lo svizzero Favre.

E stavolta, dopo l’esonero del tecnico, si era ritrovato direttamente in sella, scoprendo la difficoltà di dover pedalare senza rotelle ma anche provando il brivido della vittoria. Per questo la mancata conferma al termine della stagione, dovuta all’arrivo di Marco Rose, lo aveva lasciato di sasso, pur rimanendo all’interno del club con l’incarico di direttore tecnico: una mossa, quella della società, che aveva più che altro l’obiettivo di non perdere una risorsa così importante, evitando l’assalto di altre società. Nel 2022, Terzic si è ripreso ciò che gli era stato tolto e adesso deve giocarsi una partita cruciale, un quarto di finale di ritorno di Champions League che sembrava dovesse diventare un incubo dopo il primo tempo del Civitas Metropolitano e invece vedrà il Dortmund ampiamente in corsa per ribaltare il 2-1 subito dall’Atletico Madrid. All’orizzonte c’è un posto in semifinale e sarebbe il modo migliore per dimenticare la delusione dello scorso anno, una Bundesliga persa quando era già vinta e nessuno ne ha sofferto più di lui, che del Dortmund non è soltanto allenatore ma anche tifoso. Uno che dopo le partite non dorme, né quando vince, né quando perde. E anche stavolta guarderà il muro giallo nella speranza che il tempo sia ancora una volta galantuomo.

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