Scottie Scheffler (foto Getty Images)

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Scottie Scheffler ha domato le insidie nascoste dell'Augusta Masters

Corrado Beldì

Il golfiista del New Jersey ha vinto nettamente un torneo combattuto: pochi errori, un pitch imbucato da maestro alla 18 del terzo giro e il solito swing poco convenzionale

 

La legge del numero uno ha colpito, senza possibilità di replica. Scottie Scheffler ha confermato la sua superiorità con una vittoria nettissima al Masters 2024, seconda in cinque partecipazione per il ventisettenne americano del New Jersey, mai classificato al di fuori dei primi venti nel torneo di Augusta. Una dimostrazione di forza che va ben oltre le previsioni che già avevamo espresso su queste pagine.

È stato un Masters combattuto, ben oltre la fredda analisi degli score. Un pacchetto di contendenti fortissimo, tanti vecchi campioni e moltissima Europa in un campo che si è confermato tra i più difficili al mondo e non solo quando la pressione si fa più forte. Sabato pomeriggio un vento fortissimo, 200 colpi complessivi in più rispetto a giovedì e venerdì e molte vittime illustri che non hanno passato il taglio, da Justin Thomas a Victor Hovland, da Jordan Spieth a Wyndham Clark. Male anche Jon Rahm, niente doppietta per lui e Rory McIlroy che dovrà attendere almeno un altro anno per provare a completare il Career Grand Slam.

In un percorso perfetto, difficile fare paragoni con altri campi al mondo, il contendente che è sembrato più in forma, almeno nei primi tre giri è stato Bryson DeChambeau. Il solito swing poco convenzionale, pochi errori e un pitch imbucato da maestro alla 18 del terzo giro che ha mandato in visibilio il pubblico americano in cerca di un nuovo eroe dopo il declino sempre più evidente di Tiger Woods ieri ultimo classificato con un 82 nel terzo giro che è stato il suo peggiore di sempre ad Augusta. Unica nota positiva, il 24º taglio passato passato e un festante ultimo giro con Neal Shipley, campione US Amateur con la metà dei suoi anni.

   

Scottie Scheffler (foto Getty Images)
    

Largo ai giovani, non solo americani. Tra gli europei buone prestazioni di Matthieu Pavon, Terrell Hatton e Tommy Fleetwood ottimo terzo a sette colpi dal vincitore e soprattutto una prestazione magistrale da parte di Ludvig Åberg ventiquattrenne svedese passato professionista da soli 12 mesi ma avviato ad una carriera luminosa. Una prestazione quasi perfetta, non fosse stato per un pessimo rimbalzo nell’approccio alla buca 11, palla in acqua, penalità e doppio bogey. Una botta psicologica che probabilmente gli è costata la vittoria. Avrebbe potuto riprendere Scheffler?

Difficile dirlo. Di certo che il nuovo Masters Champion of the Year ha giocato perfettamente, pochissimi gli errori che avrebbero potuto tenerlo lontano da questa seconda affermazione. Un gioco molto solido tee to green e tanti putt entrati senza colpo ferire per una serie di birdie alle buche 3, 8, 9, 10, 12, 13, 14 fino al capolavoro alla 16 con un colpo di approccio al green quasi perfetto. In quel momento 

Scottie si è reso conto di aver vinto il suo secondo Masters. Alla fine Scottie Scheffler ha chiuso a 11 colpi sotto il par, quattro di vantaggio su Åberg davanti a un pacchetto di testa con soli otto giocatori sotto il par. Una conferma di quanto abbiamo sempre saputo ovvero che dietro la bellezza di questo campo, l’erba verde, le azalee fiorite e i laghetti multicolore ci sono sempre delle insidie nascoste e chi riesce a domare il campo, come fatto quest’anno da Scheffler, non può essere che un vero campione.

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