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Formula 1: in Arabia Saudita è di nuovo doppietta Red Bull

Fabio Tavelli

Verstappen primo, Perez secondo. A Jeddah non succede quasi nulla: il dominio austro-thailandese spaventa nella misura in cui il fattore spettacolo delle gare rischia di essere eliminato. Per la Ferrari due segnali di speranza

Ci sono due dati in casa Ferrari che possono far sorridere in un nuovo weekend targato Red Bull. Il primo è il settimo posto di Oliver Bearman, il secondo è il giro veloce preso da Leclerc all’ultima tornata. Il ragazzino quasi 19enne ha fatto una gara splendida, in barba all’inesperienza e al fatto di sapere che negli ultimi giri gli stavano dando la caccia Lando Norris e Lewis Hamilton (che potrebbe essere suo padre). La Ferrari scopre, evidentemente suo malgrado visto il problema di salute occorso a Sainz, che un prodotto della sua Academy è già pronto per stare in pista con i “grandi”.

 

Sul giro veloce di Leclerc non è utile romanzare troppo perché stiamo parlando di un dettaglio. Però è la certificazione che la Ferrari targata Vasseur non trita le gomme e può esprimere un passo gara sicuramente migliore rispetto a tutte le altre scuderie. E non è pochissimo. Tutte le altre tranne Red Bull, evidentemente. Verstappen ha vinto 19 delle ultime 20 gare. Stiamo parlando di accanimento, di una tirannide che non accenna a subire alcun possibile tentativo di rivoluzione. Dietro di lui ancora Sergio Perez e dunque dopo il Bahrain è un’altra doppietta.

 

Bisogna essere chiari: la Formula 1 ha un problema. E si chiama Red Bull. Il dominio austro-thailandese spaventa nella misura in cui il fattore spettacolo delle gare rischia di essere eliminato. A Jeddah a parte un muro di Stroll non è successo quasi niente. Non è possibile eccitarsi con le scorribande di Magnussen o i duelli tra Albon e Tsunoda. La Mercedes è di nuovo piantata, è una macchina che non ha prestazione, non ha nulla che lasci immaginare di rivederla a podio. La McLaren non ha velocità di punta, vedere Piastri per venti giri non riuscire a passare Hamilton nonostante il DRS spalancato deve essere stato frustrante per il pilota e imbarazzante per la scuderia.

 

Il resto è un sotto-clou, Alonso ha fatto una buona gara ma non si è mai visto in un corpo a corpo. La Red Bull può solo esplodere da sola in una lotta tra bande. Horner-Marko-Jos Verstappen hanno riempito pagine di rotocalchi con vicende lontane dalla pista. Se c’è una possibilità di battere le Red Bull è unicamente affidata ai guai “umani” che possono scaturire da lotte di potere e guerriglie senza esclusione di colpi bassi. Ma se stiamo a quel che dice la pista il sole su Max sembra non poter tramontare mai.

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