Foto tratta dal profilo Facebook di Gianluca Longo

Serie A

Le ricerche di Gianluca Longo hanno contribuito a far vincere il Frosinone

Gianluca Losito

Il capo dello scouting della squadra ciociara era una promessa delle giovanili del Bari. Poi un linfoma gli ha tolto il campo, trasformandolo in un grande scopritore di talenti

Quanto è importante nella vita saper riconvertirsi, virare su altre strade quando i percorsi di vita intrapresi presentano ostacoli insormontabili? Il percorso di Gianluca Longo, capo dello scouting del sorprendente Frosinone con un passato da promessa del calcio italiano, rappresenta una netta risposta al quesito.

Nato nel 1991 a Modugno, nell’hinterland barese, Longo inizia a giocare nel Bari a 9 anni, mettendosi in mostra da difensore centrale per le qualità tecniche e la spiccata personalità. Con la fascia da capitano al braccio porta i Giovanissimi Nazionali biancorossi (nei quali figurano anche Bellomo e Galano) alla finale nazionale contro l’Inter; le stimmate del predestinato lo avvolgono, il paragone più ambizioso e sfrontato lo vede accostato a Nesta. Arriva anche la convocazione in Nazionale Under 16 per uno stage: nulla di più bello per un ragazzo ambizioso e innamorato del gioco. Lo squarcio al velo arriva, però, nei primi mesi del 2007. Febbre alta e bronchite sono solo il preludio alla maledetta diagnosi: Gianluca ha contratto il linfoma di Hodgink (un tumore che attacca il tessuto linfatico). Nei due anni successivi affronta cicli di chemio e radioterapia, assieme ad altre cure, prima di sconfiggere definitivamente “l’Infame”. "Ho riformulato la mia scala dei valori dando importanza alle cose più semplici della vita", spiegherà Longo qualche tempo dopo, "che assieme all’amore smisurato verso quella palla mi davano forza e accrescevano dentro di me quella certezza che se avessi sconfitto quel male, avrei avuto un motivo in più per tornare a fare ciò che amavo maggiormente (giocare a calcio), ovvero portare la mia testimonianza a chiunque ne avesse avuto bisogno e trasmettere coraggio e forza".

Il ritorno alla vita lo vede attivo sotto più fronti. Nella stagione 2010/11 gioca nel Corridonia (Eccellenza Marche) convinto da Flavio Falzetti, conosciuto in una partita della Life Football Club (squadra fondata da Falzetti, anch’egli in passato paziente oncologico, che riunisce calciatori passati attraverso tumori e leucemie). Conclusa l’esperienza marchigiana, Longo torna al Bari in altra veste: il direttore sportivo Guido Angelozzi e il segretario Piero Doronzo lo portano sotto la loro ala protettiva, offrendogli un ruolo nella comunicazione del settore giovanile per ri-cominciare, fino ad arrivare al ruolo di scout, ricoperto fino al 2014.

Longo ritrova il calcio e parallelamente continua gli studi, fino ad arrivare alla laurea in scienze politiche, con una tesi su “Don Tonino Bello e la dissoluzione dei regimi comunisti nei Balcani occidentali”.

Dopo Bari arrivano altre esperienze di spessore: responsabile dello scouting alla Reggiana e alla Virtus Francavilla con risultati più che positivi, fino al ricongiungimento con Angelozzi e Doronzo, allo Spezia nel 2018, nel ruolo di Head of Scout. Durante il biennio ligure il sodalizio col direttore si consolida: il rapporto prosegue anche al Frosinone, dove il dirigente pugliese occupa ancora il ruolo di responsabile dell’area scouting.

I risultati ottenuti in Ciociaria sono sotto gli occhi di tutti: ancor prima dei capolavori di quest’estate, le operazioni Gatti e Boloca stanno lì a esaltare un lavoro di ricerca certosino, che l’ha portato ad ottenere il premio di Miglior Responsabile Area Scouting per la Serie B al Gran Galà del Calcio 2023. "Un'operazione di scouting lunga e accurata, un lavoro di team che ho avuto l'onore di guidare in qualità di Responsabile dello Scouting a Spezia e Frosinone", scriveva Longo a proposito della cessione del difensore alla Juventus. Sul suo profilo condivide foto di partite viste in giro per l’Europa, a coniugare le sue due più grandi passioni: il calcio e i viaggi. "Da grande vorrei fare il direttore sportivo", diceva agli inizi della carriera: la strada intrapresa è delle migliori. Un modo come un altro per riprendersi le gioie che il destino gli aveva tolto un pomeriggio di sedici anni fa.

Di più su questi argomenti: