Foto Epa, via Ansa

In Europa non c'è niente di meglio della Spengler Cup per l'hockey su ghiaccio

Gino Cervi

Quello organizzato a Davos (che compie un secolo di vita) è uno dei più importanti eventi sportivi internazionali. Negli ultimi anni l’investimento organizzativo, grazie a ricche sponsorizzazioni, ha superato 10 milioni di franchi svizzeri

Davos è una cittadina di montagna nel Cantone dei Grigioni, in Svizzera. Si trova a 1.560 m di altitudine e conta poco più di 10.000 abitanti. È famosa al mondo per tre motivi, qui elencati per ordine cronologico inverso.

1) A Davos, dal 1971, a fine gennaio, si tiene con cadenza annuale il World Economic Forum, il famoso meeting in cui politici, imprenditori, studiosi, giornalisti e altri pezzi grossi delle faccende mondiali si riuniscono per parlare delle questioni economiche più importanti del pianeta.

2) A Davos è ambientato uno dei più famosi romanzi della letteratura europea del Novecento, La montagna incantata, di Thomas Mann.

3) A Davos, il 26 dicembre 1923, poco meno di un anno prima della pubblicazione del romanzo di Mann (novembre 1924), prese il via il più antico e prestigioso torneo internazionale di hockey su ghiaccio, la Spengler Cup, che proprio in questi giorni celebra, appunto, il suo centenario e la sua 95a edizione.

Tutto merito del dottor Carl Spengler, batteriologo e pneumologo di riconosciuta fama, che aveva lavorato a Berlino anche a fianco al premio Nobel Robert Koch nelle ricerche per individuare le cause della tubercolosi, ma che fu anche grandissimo appassionato di sport invernali. Nel 1921 era stato tra i fondatori dell’Hockey Club di Davos, una delle più antiche e prestigiose società svizzere di hockey, e due anni dopo, nel dicembre del 1926 fu il promotore del torneo internazionale che porta ancora oggi il suo nome. Organizzando quel torneo internazionale, Spengler intendeva riavvicinare nazioni che fino a pochi anni prima si erano fatte la guerra. Nella prima edizione l’Hockey Club di Davos invitò infatti due rappresentative inglesi, le selezioni universitarie di Oxford e Cambridge, più il Berliner Schlittschuh Club e il Vienna Eislauf- Verein. Quella prima edizione se l’aggiudicarono gli oxoniensi.

Il torneo, a cinque squadre e con la formula a inviti, si è sempre disputato, dal giorno di Santo Stefano fino al 31 dicembre. La tradizione è stata interrotta soltanto sei volte: nel 1939 e 1940, nel 1949, nel 1956 e, più recentemente, nel 2020 e 2021, a causa della pandemia di Covid. Fino al 1986 le cinque squadre si confrontavano in quattro turni e le prime due squadre della classifica si contendevano la finale. Dal 2010 le squadre sono diventate sei, divise in due gironi da tre nel turno eliminatorio; le vincitrici dei due gironi accedono direttamente alle semifinali, mentre le altre quattro si scontrano in una sorta di quarto di finale. Nel girone il punteggio assegna 3 punti alla squadra vincitrice; se il match termina in parità, si gioca un tempo supplementare di cinque minuti, con la formula 3 contro 3; se il pareggio persiste, il match viene deciso ai rigori. La finale è programmata rigorosaente alle ore 12 del 31 dicembre.

A partire dal 1979, la manifestazione ha abbandonato la storica pista di pattinaggio all’aperto, sulla quale si erano sempre tenuti gli incontri, per approdare nell’adiacente nuovo Eisstadion. I diritti televisivi dell’evento in diretta sono venduti in molti paesi del mondo, e soprattutto in Canada, dove l’hockey su ghiaccio è sport nazionale: dal 1984, in particolare, alla Spengler Cup è ospite fisso, insieme agli organizzatori dell’HC Davos, una selezione canadese, il Team Canada, una All-Star di giocatori canadesi che militano nelle squadre europee, e che detiene il record di vittorie nel torneo: 16. A scorrere l’albo d’oro della competizione, canadesi a parte, a farla spesso da padroni sono stati, per l’appunto, i padroni di casa del Davos (15 volte), ma ricorrono spesso i nomi di squadre dell’allora Cecoslovacchia, a partire dalla vittoria dell’LTC Praga nel 1929, passando per lo Slovan Bratislava fino al successo, nel 1975, della Rappresentativa olimpica cecoslovacca. Tra gli anni Sessanta e Ottanta, numerose anche le affermazioni di squadre sovietiche, dal Lokomotiv Mosca allo Spartak Mosca, mentre del 1988 è l’unica vittoria a stelle-e-strisce di una selezione nazionale USA. Non mancano nella lista dei vincitori anche due società italiane, anzi milanesi: i Diavoli Rossoneri, vincitori per tre edizioni (1934, 1935 e 1950) e l’Hockey Club Milano Inter (1953 e 1954).

Per seguito di pubblico e per budget economico investito, la Spengler Cup è uno dei più importanti eventi sportivi internazionali che si disputano in Svizzera, secondo solo al torneo ATP di Basilea. Negli ultimi anni l’investimento organizzativo, grazie a ricche sponsorizzazioni – prima fra tutte quella del grande gruppo bancario UBS –, ha superato 10 milioni di franchi svizzeri, mentre nei sei giorni di incontri, tra il 26 e il 31 dicembre, all’Eistadion di Davos, che ha una capienza di circa 6500 porti, si arrivano a contare 80.000 spettatori.

Due cose, infine, riguardo alla Spengler Cup ci riportano di nuovo agli altri due motivi per cui Davos è famosa nel mondo. Il padre di Carl Spengler, Alexander, anch’egli medico, fu l’artefice, intorno al 1865, della trasformazione di Davos da isolato villaggio delle Alpi grigionesi a celebrato e frequentato centro di cura termale per la cura della tubercolosi, e quindi località di turismo sanitario: fu proprio il Sanatorio Schatzalp, da lui fondato, a ispirare il Sanatorio Berghof de La montagna incantata di Mann. Nel 2022 la Spengler Cup è stata vinta per la prima volta dall’Ambrì-Piotta, gloriosa squadra elvetica che prende il nome da due minuscole frazioni di Quinto, un altrettanto minuscolo comune del Canton Ticino (1000 abitanti). Il “molto piccolo”, quindi, capita che si sappia imporre su un palcoscenico, sportivo e mediatico, in cui si incrociano i broadcast di mezzo mondo e si discutono, e forse si decidono, le sorti del mondo globalizzato. A contendere quest’anno la 95a edizione della Spengler Cup all’Ambrì-Piotta, oltre all’HC Davos e al Team Canada, ci sono i finlandesi del KalPa Kuopio – già vincitori del trofeo nel 2018 -, i sei volti campioni della Repubblica Ceca del Dynano Pardubice e gli svedesi del Frölunda di Göteborg.   

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