Foto Ap, via LaPresse

L'ascesa calcistica di Terem Moffi

Andrea Romano

L'attaccante nigeriano del Nizza ha rischiato di perdersi nel freddo della Lituania. Ora ha iniziato a segnare più di Lionel Messi

Per un attaccante trovare il gol è un po’ come trovare se stesso. È una legge universale che si applica a ogni centravanti, ma soprattutto a Terem Moffi, la punta nigeriana che dopo essere stata sul punto di perdersi nel freddo della Lituania ora ha iniziato a segnare più di Leo Messi. Un risultato straordinario che si porta dietro un sortilegio. Perché per quanto possa brillare, la stella di Terem sembra non riuscire mai a uscire dall’oscurità. È successo a febbraio, quando dopo 12 reti con la maglia del Lorient sembrava destinato a un club più ambizioso. Piaceva al Marsiglia. Piaceva al West Ham. Solo che poi è finito al Nizza, settimo in Ligue 1. Da una periferia del calcio a un’altra, in quello che sembra essere il filo conduttore della sua esistenza.

 

Perché a ventitré anni Moffi ha già vissuto un’infinità di vite diverse.

 

La prima l’ha passata a Calabar, un agglomerato di mezzo milione di abitanti proprio sulla foce del fiume Cross, in una famiglia devota al pentecostalismo e al Chelsea in parti non sempre uguali. Con le preghiere che scandiscono il ritmo della giornata e il santino di Drogba a rinfocolare la sua fede laica. Suo padre, Leo, è un avvocato con un passato da portiere professionista con la maglia, fra le altre, nel Vasco da Gama. Piccolo dettaglio: non si tratta del club brasiliano, ma della squadra di Enugu, nel sud della Nigeria. "Anche i miei fratelli giocavano a pallone - ha raccontato Moffi - solo che poi hanno dovuto smettere per iniziare a studiare. Mi spiace che si siano dovuti fermare, avremmo potuto fare come gli Hazard".

 

A 11 anni Terem si trasferisce alla Clique Sports Academy a Lagos. Poi a 17 riesce a proseguire gli studi alla Buckswood, una scuola nel sud dell’Inghilterra la cui squadra di calcio gode di una piccola fama a livello locale. La prima chiamata fra i professionisti non è esattamente quella che fa battere il cuore. Alex McCarthy, che aveva lavorato con Moffi in Inghilterra, viene nominato assistente allenatore del FK Kauno Žalgiris, club lituano che giace sul fondo della classifica. Così decide di chiamare Terem e di offrirgli un contratto. È uno stravolgimento che segna il ragazzo.

   

Quando arriva nel suo nuovo club è così fuori condizione che non riesce a fare neanche le flessioni. Gioca otto partite, segna un solo gol. Quando il suo contratto scade, il suo sogno sembra essere scoppiato come una bolla di sapone. Un altro club locale, il Riteriai, gli offre un ingaggio. Ma servono dei documenti. Per ottenerli ci vogliono mesi, così Terem rimane fermo per un anno. Quando riesce finalmente a essere tesserato, segna venti reti in 29 partite.

   

A gennaio del 2020 fa di nuovo le valige. Stavolta vola in Belgio. Non in una squadra di vertice, ma al Kortrijk. Il suo esordio avviene in un’amichevole contro il VVV Venlo. Terem non tocca palla. "Con gli altri giocatori ci stavamo domandando perché l’avessero comprato - ha detto il suo compagno di squadra Larry Azouni - il club stava comprando molti giovani e c’erano stati alcuni flop". Due settimane dopo si gioca contro il Club Brugge. All’intervallo il Kortrijk perde 2-1. Così l’allenatore manda subito in campo Moffi. Dopo cinque minuti Terem parte da centrocampo, arriva in area, conclude di sinistro. Finisce 2-2. E l’attaccante non uscirà più.

 

In estate il Lorient lo acquista per meno di dieci milioni dopo averlo visto in video. La prima stagione è clamorosa. La punta segna 14 reti, fra cui quella della vittoria sul Paris Saint-Germain. E poi una doppietta al Monaco e una al Marsiglia, una tripletta al Bordeaux. Il Lorient è salvo. Buona parte del merito va a Terem. La seconda annata è in flessione, con appena  8 reti, poi la nuova esplosione. Il suo primo gol stagionale arriva su rigore, contro il Clermont Foot. Ma poco dopo Moffi compie un gesto meraviglioso, raccoglie palla una decina di metri prima del centrocampo e comincia a correre. Dritto per dritto, con un avversario che ansima alle sue spalle. Terem entra in area, dribbla il portiere, vola a esultare.

 

Quella rete è un compendio di tutte le sue caratteristiche. Perché l’attaccante riesce a correre a 36 km/h. Esattamente quanto Mbappé, solo con dieci centimetri di altezza e sedici chili di muscoli in più. Un dettaglio per un ragazzo che in questa stagione ha già segnato 15 reti, una in più di Messi. E che con la maglia del Nizza cerca ora di lasciare la periferia del calcio. Una volta per tutte. 

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