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Un salto d'argento. Larissa Iapichino ha trasformato la rabbia in serenità

Fausto Narducci

Con un 6.97, l'atleta azzurra è salita sul secondo gradino del podio nel salto in lungo alle spalle della britannica Jazmin Sawyers agli Europei indoor di Istanbul. Ed è riuscita a battere il record di mamma Fiona May

Corsi e ricorsi storici o meglio quegli scherzi del destino che lo sport sa amplificare. Fiona May, la saltatrice azzurra di origine inglese che è rimasta nel cuore di tutti gli italiani anche come volto televisivo, aveva fatto il pieno di rabbia quando era stata privata del titolo olimpico ad Atlanta ’96 dalla chiacchierata nigeriana Chioma Ajunwa che rientrava da quattro anni di squalifica per doping. Un argento olimpico che si era ripetuto anche quattro anni dopo a Sydney. Ieri a Istanbul sua figlia Larissa Iapichino, a soli 20 anni, si è presa un altro argento agli Europei indoor di Istanbul nella stessa specialità ma ha tramutato quella rabbia in una contagiosa serenità. Ora toccherà a lei inseguire l’oro olimpico di famiglia. Con un 6.97, alle spalle della britannica Jazmin Sawyers, la figlia d’arte ha riannodato i fili con la storia che si era interrotta quando due stagioni fa, ancora da junior, con 6.91 aveva eguagliato il record italiano di mamma Fiona e aveva anche sottratto il primato mondiale di categoria alla leggendaria Heike Drechsler, la tedesca Est che aveva battuto sua madre a Sydney.

   

Due anni e un cambio di allenatore dopo, passando indenne attraverso un tunnel di riaggiustamenti tecnici e mentali, Larissa (nome scelto dalla madre in onore della sua rivale ucraina Berezhnaya) si è ripreso quanto le spettava con una incredibile progressione di salti tutta in crescendo: 6.64, 6.74, 6.77, 6.75, 6.91 e 6.97. Un botta e risposta continuo con la serba Ivana Spanovic-Vuleta e con la tedesca Malaika Mihambo che, anche per chi seguiva la gara in diretta su Rai 2, ha creato momenti di tensione e di ansia, fino al lieto fine della medaglia d’argento. Nell’eccellente bilancio dell’Italia (2 ori e 4 argenti) quella di Larissa è stata la ciliegina sulla torta. Un evento insperato vissuto da Larissa con calma serafica mentre intorno a lei fiorivano le illazioni sul salto della vincitrice Sawyer che a prima vista (ma non a un esame più approfondito) era sembrato meno lungo di quanto misurato, cioè sette metri. Ma Larissa era contenta così, orgogliosa di aver eguagliato e poi battuto il record italiano in sala che mamma Fiona aveva stabilito vincendo la stessa rassegna continentale a Valencia nel ’98 e di aver stabilito la quarta misura mondiale 2023. Il premio quasi insperato, dopo due anni difficili, per la sua famiglia allargata con il papà-allenatore Giovanni Iapichino, astista e decathleta che ha partecipato a due rassegne iridate, e la manager Silvia Saliti (che ha in scuderia anche il nuovo fenomeno Samuele Ceccarelli, oro dei 60 davanti a Jacobs) che facevano salti di gioia sulle tribune dell’Atakoy Arena. In effetti è un po’ di tempo che accanto a Larissa in gara non si vede più mamma Fiona ma a quanto pare è stato necessario un nuovo equilibrio familiare per metterla nelle migliori condizioni per tornare (e migliorare) i livelli di quando era l’enfant-prodige dell’atletica italiana: “È dall’anno scorso che sto lavorando per stabilizzare la rincorsa e questo risultato è il frutto di una nuova velocità di base su cui ho lavorato con mio padre” ha spiegato riconoscendo che anche all’interno della squadra azzurra da qualche anno c’è una nuova atmosfera.

 

Ne è passato di tempo da quando la piccola May era entrata nelle case (e nel cuore) degli italiani con la pubblicità delle merendine ma Larissa con il sorriso continua a bucare il video anche in pedana.