dialoghi mondiali/18

Il gran Mondiale (non solo) del Marocco e l'incredibile partita di Ramos

Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore

Da Marocco-Spagna è uscita la sorpresa del Mondiale e anche un eroe, anzi due: Bounou e il ct Regragui. Con Portogallo-Svizzera poi abbiamo scoperto un giocatore favoloso: perché l'attaccante portoghese a questi livelli non ce lo immaginavamo. Adesso due giorni senza partite, ma passano presto

“Dialoghi mondiali” accompagnerà ogni giorno di Qatar 2022. Un dialogo quotidiano tra il calcio e il faceto tra Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore sui temi di giornata, o forse no, dei primi Mondiali invernali della storia.


 

Fulvio - Abbiamo la sorpresa del Mondiale e anche un eroe, anzi due. Perché se il Marocco è ai quarti è grazie a Bounou, il portiere del mistero della seconda giornata, che gioca in Liga non per caso, ma anche grazie a Regragui, il tecnico che ha messo su un impianto inscalfibile. Ha visto il pragmatismo contro l’utopia, perché è meglio leggere la partita e adeguarsi che giocare sempre allo stesso modo. Devo confessarti che mi è sembrato strano per certi momenti della partita vedere i rossi attaccare meglio e i rossi però non erano la Spagna. Gli spagnoli invece hanno sperato che il Marocco si sfinisse a vedere quei mille passaggi, ma prima o poi nel calcio bisogna tirare. Continuo a sperare che non si siano scelti l’avversario. In caso contrario, non proprio lungimiranti.

 

Giuseppe - E invece io continuo a pensare che abbiano peccato di hybris, a pensare già all'eventuale quarto di finale in cui evitare il Brasile... sarà un retropensiero? Sarò troppo italiano? Ad ogni modo partita epica del Marocco, raramente in affanno in 130 minuti, anche per la scelta vagamente spocchiosa di Luis Enrique di rinunciare a Morata (unico giocatore in gol nella Spagna nelle ultime due gare) per 60 minuti. È un allenatore con lampi di genio, ammirevolmente ottimista nel suo basarsi ciecamente su principi organizzativi di squadra di club, ma il Mondiale a eliminazione diretta è il regno del pragmatismo e anche un po' dell'improvvisazione: non avere piani B credibili era già costato alla Spagna il Mondiale 2018 (con Hierro ct) e un'eliminazione molto amara a Euro 2021 contro l'Italia. Scelte bizzarre anche sui rigoristi, tra Sarabia entrato apposta e Busquets che aveva tirato un solo penalty in carriera, sbagliandolo contro la Svizzera...

 

Fulvio - Poi se in una partita fai 926 passaggi senza però mai tirare in porta dovresti farti una domanda. Però sono rimasto abbagliato dal Marocco: sempre compatto. Sembrava un ballo di gruppo, mentre la Spagna aveva il possesso: il centravanti dietro la linea del pallone, cinque dietro di lui e poi altri quattro. Tutti che si muovevano in sincronia, veramente belli da seguire, a ritmo, e non vedevi mai un buco dove sarebbe passato il pallone. Sembrava anche la trasposizione su carta di un allenatore che una volta di fronte a me disegnò su un foglio lo schieramento della sua squadra in fase difensiva e mi disse: “Hai la palla. Dove la passi?”. Nemmeno su carta ci riuscivo. Però fu esonerato presto, chissà cosa fa adesso.

 

Giuseppe - Il Marocco continua il suo Mondiale ammirevole, con un solo gol subito (su autogol!) in 390 minuti di Mondiale. Sono una squadra in missione, evidentemente, in cui si stanno esaltando giocatori sinceramente periferici come Saiss (Wolverhampton) o Boufal (Angers), per non parlare dei due marocchini del Siviglia che sono penultimi in Liga... è il più grande Mondiale della loro vita e daranno battaglia fino all'ultimo pallone, anche perché - come già abbiamo avuto modo di ripetere - hanno un'organizzazione europea di cui forse, oltre a Regragui, bisogna rendere merito all'ex ct Halilhodzic, che già aveva impiantato uno stile di questo tipo nell'Algeria che fece un figurone a Brasile 2014. Il madrileno Hakimi che fa il cucchiaio che manda a casa la Spagna è un'altra delle piccole grandi storie che non stanno certo mancando a Qatar 2022.

 

Fulvio - Invece ho fatto una cosa durante la partita del Portogallo. Sono andato a vedere le tendenze di ricerca su Google: alle 21.10 c'era un'impennata di ricerche per la voce “Goncalo Ramos”, alle 21.26 un picco che passa da un valore indicativo “9” a “100” in due minuti. Basta questo per raccontare l'incredibile partita del Portogallo, che è cominciata con uno choc e finita con uno choc doppio. Perché alla fine Cristiano Ronaldo ha tirato troppo la corda con Santos e altro che “ho zittito un coreano”, ce l'aveva proprio con l'allenatore, per una sostituzione in una partita inutile. La bulimia gli è costata troppo e, per nostra fortuna, abbiamo scoperto un giocatore favoloso: perché Goncalo Ramos a questi livelli non ce lo immaginavamo. E ok, il primo gol bellissimo può essere il colpo di fortuna del quasi esordiente, ma tre in una partita, tutti potenti, sono il battesimo di una stella. Che è nata qualche mese prima che Cristiano Ronaldo esordisse nel campionato portoghese. Ah, sì: il Portogallo giocava contro la Svizzera e ha vinto 6-1: mi sono fatto prendere la mano dalla storia.

 

Giuseppe - Bisogna capire: è stata una decisione educativa, un modo per mandare il messaggio "siete tutti uguali", o proprio una scelta tecnica che Santos covava da tempo e che è semplicemente stata accelerata dalla scenata post-Corea? Adesso ovviamente i tre gol di Gonçalo Ramos incasinano notevolmente il tutto, e Santos avrà avuto tutto il secondo tempo a disposizione per pensare a una risposta diplomatica da portare avanti a caldo e rimodulare nei prossimi giorni fino a sabato pomeriggio. Nessun sano di mente andrebbe allo scontro con Ronaldo e dunque avanzo l'idea che finirà a tarallucci e Porto. Il Portogallo è comunque bellissimo da vedere, ha dei valori tecnici di primissimo ordine e anche la concretezza che è drammaticamente mancata ai cugini spagnoli. Svizzera drammaticamente non pervenuta.

 

Fulvio - Sai che se fosse stata una scelta tecnica sarebbe anche peggio, dal punto di vista di Cristiano Ronaldo? Credo invece che, come ci diciamo da giorni, stiamo assistendo al triste declino di un campione enorme, che però non si rassegna. Lo so, ha segnato Pepe che ha quarant'anni, ma è facile dire che Pepe sa stare al posto suo. In ogni caso sì, il Portogallo è molto più bello di come si possa immaginare, proprio perché fino a poco fa si continuava a guardare a loro come un gruppo trascinato da uno solo. Invece sono una squadra vera. La Svizzera non mi aveva fatto una grande impressione fin qui, è crollata dopo il primo gol fatto così. Ma forse anche a loro sarà capitato di pensare “dai, ci giochiamo i quarti senza Cristiano Ronaldo in campo”, e ha segnato quello che non si aspettavano.

 

Giuseppe - Tutta Europa si aspettava la solita Svizzera grigia e rassicurante come una mattinata a Lugano, e invece un bagno di sangue. Diverse squadre sono crollate nel passaggio dai gironi agli ottavi, dalla Corea al Senegal passando per gli elvetici: motivazioni immagino prima mentali che fisiche, specialmente in chi era reduce da aspre battaglie per superare la fase a gruppi. Non scriverò quello che scrivono tutti, cioè che questa Svizzera era robetta e che grida vendetta la nostra eliminazione, visto che dovevamo asfaltarli tra settembre e novembre: sono stati molto, molto meglio di così.

  

Fulvio - Adesso due giorni senza partite, ma passano presto. Possiamo approfittarne per fare un punto? Se ad esempio dovessi pensare a qualche giocatore più di tutti e non dovessi dire il solito Mbappé, azzarderei un Richarlison sopra tutti. Non perché sia bello o trascini, ma perché nel primo pezzo del cammino del Brasile c’è lui, che ha fatto benissimo le cose che doveva fare. Al momento secondo me ha anche segnato quello che ancora è il gol più bello del Mondiale. Tu pensavi ne sarebbero arrivati altri più belli, invece ancora no.

 

Giuseppe - Però la domanda sorge spontanea: ti riferisci al secondo gol alla Serbia o a quello alla Corea? Il primo è una prodezza individuale, il secondo il punto esclamativo a un'azione magnifica che parte con Richarlison stesso che fa la foca e si conclude con un assist da numero 10 di Thiago Silva, un difensore centrale... Anche se le due fiondate di Mbappé contro la Polonia mi hanno impressionato allo stesso modo. Per me il miglior giocatore del torneo è Casemiro, perno di qualunque discorso si possa e si debba fare su un Brasile campione del mondo: nei tre mesi trascorsi a Manchester a peso d'oro si è quasi riposato, non gioca la Champions e la sua squadra non lotta per il titolo, e adesso sta giocando un Mondiale clamoroso.

 

Fulvio - Mi riferisco a quello con la Serbia, ma anche a quello con la Corea. Però prima quello con la Serbia. E poi ora sono molto curioso di vedere alla prova della Francia un talento incredibile come Bellingham. Nelle prime partite è stato meraviglioso, un leader a diciannove anni che l’investitura se la sta guadagnando sul campo. Mi viene quasi da sperare che l’Inghilterra resti ancora un po’ al Mondiale per vederlo più a lungo. Visto che tanto dobbiamo vederle tutte, almeno ci riempiamo di bellezza. Ma poi dici, se va avanti l’Inghilterra e quindi Bellingham non vanno avanti la Francia e quindi Mbappé. Vabbè, in effetti stiamo parlando dei quarti di finale di un Mondiale, può capitare di trovare giocatori molto forti.

 

Giuseppe - Eppure io penso si tratti dei quarti di finale migliori della storia recente dei Mondiali: forse solo Messico 1986 regge il confronto, con i fiammeggianti Argentina-Inghilterra e Francia-Brasile. Un Mondiale con una grossa sorpresa, Germania a parte, e poi solo big ognuna con almeno un buon motivo per alzare la coppa: un finale da urlo, con tutti i migliori uno contro l'altro, come abbiamo in fondo sempre sognato da piccoli e da grandi senza mai averne piena soddisfazione: gli exploit a ripetizione sono romantici, tutti ci meravigliamo dinanzi alla Turchia (2002) o al Ghana (2010), ma poi il non saper gestire una posta in palio così alta genera tensione, e lo spettacolo ne risente. Stavolta no: stavolta sono tutti pronti. Marocco compreso, occhio.

 

Fulvio - Ma sai che penso che in questa esibizione forte di potenza delle squadre migliori c’entri il Mondiale d’inverno? Provo a spiegarmi: d’estate i migliori rischiano di arrivare esausto, con un numero di partite incredibile nelle gambe perché se sono i più forti avranno giocato di più. Ora, invece, sono scaldati dall’inizio dei campionati e sufficientemente freschi per dare il massimo. Poi ci accorgeremo di quanto reggeranno nei campionati, quando ricominciano. Ma a pensarci bene noi siamo qui per parlare del Mondiale e quindi ai campionati si penserà poi.

 

Giuseppe - I campionati sono lontani mille miglia dai miei pensieri, e anche quelli di molti calciatori. Penso che Messi e Ronaldo penserebbero seriamente a chiuderla qui se dovessero alzare la coppa, con buona pace degli sceicchi di Riyadh e di Miami. Penso che Mbappé meriterebbe di staccare fino a giugno, se dovesse centrare l'impresa epocale di vincere due coppe di fila, cosa riuscita solo a Garrincha (e non a Pelé, che nel 1962 in pratica saltò per infortunio tutto il Mondiale). Non vedo come gli inglesi potrebbero concentrarsi seriamente su un qualunque Chelsea-Tottenham, alla faccia di tutte le Superleghe di questo mondo, dopo l'adrenalina di un Mondiale finalmente "coming home". Ci sono mille potenziali snodi di sceneggiatura che possono cambiare la storia del calcio e dei calciatori, ognuno in modo diverso. Un enorme sabato del villaggio. Speriamo che la realtà sia all'altezza della nostra fantasia.

 

Fulvio - Ci sono così tanti romanzi possibili nei quarti di finale che sì, forse sono davvero i più belli. C’è l’Olanda che ha avuto piccoli momenti poetici, l’Argentina dell’ultimo Messi, il Brasile che vuol ballare, la Croazia che è sempre vista come Davide e mai come Golia, l’Inghilterra che sogna da una vita, la Francia che potrebbe arrivare al bis dopo aver contato gli assenti, il Marocco che nemmeno lo devo raccontare, il Portogallo che esiste anche senza il suo più grande. Sottovoce: un gran Mondiale, questo.

 

Giuseppe - Un gran Mondiale per le aspettative che sta generando, perché tutti i possibili piani narrativi sono ancora tutti in piedi, e li hai riassunti benissimo. A questo punto da appassionati bisogna andare per il jackpot: volere tutto, volere il massimo, Brasile-Argentina in semifinale, e magari Mbappé contro il Brasile in finale oppure un Messi-Ronaldo da fantascienza. Ma Ronaldo giocherebbe? Sta immagazzinando rabbia da sfogare più avanti? E il Marocco lo liquidiamo così, a un passo da una storica semifinale africana? E la Last Dance del pianista Luka Modric? E aggiungo, lasciamelo aggiungere: Louis Van Gaal, che ai Mondiali non perde mai?

 

Fulvio - Abbiamo visto 56 partite – davvero – finora e non ci fermiamo nemmeno ora che i calciatori riposano. Dialoghiamo anche domani?

 

Giuseppe - Certo! A cominciare da una domanda che non vi aspettereste: chi vince i Mondiali?