Cristiano Ronaldo (LaPresse)

Qatar 2022

Pensate agli arabi che vogliono CR7, non agli inglesi che sfottono i gallesi

Jack O'Malley

Siamo arrivati alle azioni disciplinari e agli interventi dei legali sugli sfottò tra tifosi. Intanto Cristiano Ronaldo potrebbe finire la propria carriera facendo il pupazzetto degli emiri, che tristezza. E comunque i Mondiali li vince l'Inghilterra, nonostante Southgate

L’Inghilterra vincerà questo Mondiale, lo dico da mesi, e lo farà nonostante Southgate. Il nostro allenatore con lo sguardo perennemente attonito si è finalmente deciso a schierare Foden e Rashford titolari contro il Galles, e si è vista la differenza rispetto all’obbrobrio di partita contro gli Stati Uniti. Per andare avanti in un Mondiale serve soprattutto culo – voi lo sapete bene – e il fatto che agli ottavi giocheremo contro il Senegal non può che farmi piacere. Dispiace per i sudditi gallesi, in fondo non ho nulla contro di loro, anzi. Da sempre nel calcio non sono in grado di replicare neppure in parte quello che con cuore e orgoglio fanno nel rugby: hanno una Nazionale simpatica, che da troppi anni si regge su quel morto di Bale, non potevano andare da nessuna parte. La bellezza di questa sfida è da sempre la presa per il culo costante tra amici e colleghi inglesi e gallesi, solo che anche su questo siamo riusciti a rompere e a romperci le palle.

 

Mi spiego: gli avvocati della Nelsons Solicitors hanno fatto sapere ai datori di lavoro del Regno Unito di vigilare che le battute in ufficio tra i tifosi di Inghilterra e Galles non diventino “discriminazione razziale”. I capi, secondo i legali, “dovrebbero chiarire che qualsiasi comportamento discriminatorio comporterà un’azione disciplinare”. A questo siamo arrivati, alle azioni disciplinari e agli interventi dei legali sugli sfottò tra tifosi. E poi mi chiedete perché bevo così tanto. Piuttosto, vorrei fare delle discriminazioni contro l’Arabia Saudita, confesso, che secondo il giornale spagnolo Marca (cosa mi tocca leggere) avrebbe offerto 200 milioni all’anno a Cristiano Ronaldo per giocare  nel mitico Al Nassr. Che tristezza finire la propria carriera facendo il pupazzetto degli emiri. A questo punto mi tocca rivalutare il Lionel Messi pronto a trasferirsi negli Stati Uniti. Certo, meglio lì che in Canada, dove si rischia di fare la fine di Bernardeschi, cioè pomparsi a caso per vittorie ridicole e piazzamenti fuori dai play off e tirare pippe micidiali sui diritti umani a quell’abominio di programma televisivo che è “Il circolo dei Mondiali” sulla Rai, che il Foglio mi costringe a guardare per cogliere meglio lo spirito con cui il vostro paese vive l’appuntamento in Qatar (poveri voi).

 

Oggi tocca alla Germania, che deve battere la Costa Rica e sperare che la Spagna sconfigga il Giappone per stare serena. E dato che le redazioni erano in lutto perché la coscienza civile pro gay si sta raffreddando, la Fifa ha pensato bene di fare arbitrare la sfida dei tedeschi (e chi, se non loro?) alla Frappart, così da dare a tutti il titolo sulla prima-donna-che-arbitra-un-mondiale-maschile. Giusto compenso per l’assenza di succose analisi geopolitiche da inventare sui match in programma, anche se dopo le due palle che ci hanno fatto sul significato politico di Iran-Stati Uniti era difficile fare di più. Sui giornali americani (cosa mi tocca leggere /2) si è straparlato di “trionfo per l’umanità”, e di vittoria decisiva per fare avanzare l’agenda di libertà, dignità e libertà delle donne nel mondo. Pericolo scampato, dunque: deduco che se martedì avesse vinto l’Iran oggi staremmo picchiando le nostre donne che non indossano il velo. Colleghi, posate la pinta, il prossimo passo quale sarà, chiedere il bombardamento dell’area avversaria e la destituzione dell’allenatore nemico?
 

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