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Qatar 2022

Quando il fisico boicotta il Mondiale

Francesco Caremani

Saranno molti gli assenti tra le Nazionali che si contenderanno la vittoria in Qatar. E per una buona parte di loro, da Kanté a Pogba passando per Reus questa poteva essere l'ultima occasione di giocare la Coppa del mondo

Un Mondiale è come le elezioni, vince solo chi partecipa, assenti o astensionisti non pervenuti, non commentabili, ininfluenti o quasi. E Qatar 2022 non differisce da altre edizioni, con una postilla: quelle estive, con un mese di distanza dalla fine delle competizioni all’inizio della Coppa del Mondo, hanno lasciato sempre spazio alla speranza e ai recuperi: a volte miracolosi, quasi mai decisivi. Questa volta, con il Mondiale che atterra rovinosamente sul calendario internazionale e con una settimana di tempo tra la fine dei campionati e il fischio d’inizio in Qatar, è stato tutto maledettamente più complicato. E se proprio vogliamo recitare la formazione tipo che non sarà presente causa infortunio, evitando di fare la classica lista della spesa, eccola: Wollacott; James, Robinson, Kimpembe, Chilwell; Pogba, Kanté, Lo Celso; Reus; Jota, Werner. Per la Francia mancheranno ben tre protagonisti della vittoria di quattro anni fa in Russia. Come accennato, non saranno loro le stelle da ammirare nel Golfo e, al di là della frustrazione di avere perso il Mondiale, per alcuni c’è quella più bruciante di avere perso l’ultimo treno per giocarne uno.

    

N’Golo Kanté (Chelsea), per esempio, nel 2026 avrà trentacinque anni e visto il ruolo che richiede un’infinità di energie da consumare è difficile pensarlo titolare in America, considerando pure che appartiene a una Nazionale che in questi anni ha sempre avuto l’imbarazzo della scelta nel ricambio generazionale. Paul Pogba (Juventus) di anni ne avrà trentatré e vale lo stesso discorso fatto per il suo compagno di squadra. Presnel Kimpembe (Psg) ci arriverà trentunenne, è un difensore e se impiegato da centrale potrebbe comunque dire la sua. Da questo punto di vista è decisamente messo meglio Reece James (Chelsea), ventiduenne, che, se l’Inghilterra si qualificherà, sarà nel pieno della maturità calcistica e potrà rifarsi, dopo l’ultimo Europeo perso in casa contro l’Italia. Così come Jojo Wollacott (Charlton Athletic FC) portiere del Ghana, il quale nel 2026 avrà trent’anni tondi e, dato che per il prossimo Mondiale i posti per le squadre africane aumenteranno, si giocherà tutte le chance per prendere parte alla fase finale della Coppa del Mondo, lui che in nazionale ci è arrivato solamente l’anno scorso.

   

Fuori dai giochi il tedesco Marco Reus (Borussia Dortmund) che ha pagato dazio ai suoi molteplici infortuni dovendo saltare anche Brasile 2014, quando la Germania si è laureata Campione del mondo. Decisamente un matrimonio fallimentare quello tra l’attaccante e la Nazionale; la tenuta fisica e i trentasette anni, infatti, lo chiamano già fuori dal torneo americano. Chi sicuramente scalpiterà è lo statunitense Miles Robinson, difensore dell’Atlanta Utd (25). Nel 2021 ha vinto la Gold Cup e non vorrà perdersi l’occasione di giocare il Mondiale in casa, con gli Stati Uniti già qualificati perché uno dei paesi ospitanti.

   

Ben Chilwell (Chelsea, 25), per l’Inghilterra, Giovani Lo Celso (Villarreal, 26) per l’Argentina, Diogo Jota (Liverpool, 25) per il Portogallo, e Timo Verner (RB Lispia, 26) per la Germania, infortuni e qualificazioni delle rispettive Nazionali permettendo, possono sperare di giocare nel 2026, in squadre che se vanno a un Mondiale non ci vanno certo per fare presenza ma per cercare di lasciare il segno. Non questa volta, però, in cui potranno guardare le partite solamente alla televisione e tifare così per i propri colori, a meno che non decidano di boicottare Qatar 2022. Per adesso ci ha pensato la sfortuna.

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