Foto di Andrea Alfano, via LaPresse 

il foglio sportivo

In viaggio con papà Nadal verso le Atp Finals di Torino

Giorgia Mecca

Il campione è arrivato con il figlio per partecipare al torneo che non ha mai vinto, e che potrebbe regalargli il posto da numero uno. Ma il trono è desiderio di molti: dal 24enne Tsitsipas all'altro numero uno del tennis Novak Djokovic

Quando la scaramanzia serve a poco Rafa Nadal è addirittura capace di comportarsi come i comuni mortali, beve l’acqua così come viene e ripone le bottiglie senza troppa attenzione alla posizione esatta in cui le posa. Non c’è traccia di tic o di ossessioni durante i suoi allenamenti, anzi, regna quasi il disordine, come dimostrano gli asciugamani gettati a terra a casaccio che lì rimangono per tutta la durata della sessione, roba che se lo vedesse il quattordici volte vincitore del Roland Garros impallidirebbe, se non si trattasse della stessa persona.

 

Lo spagnolo si è presentato a Torino da papà, per la prima volta con figlio al seguito, Rafa junior, che a due mesi esatti ha affrontato la prima trasferta della sua vita. Gli anni Ottanta, che sembravano infiniti, stanno sparendo dalle classifiche Atp, dopo il ritiro di Roger Federer sono rimasti soltanto Djokovic e Nadal in rappresentanza del decennio più vincente e spettacolare della storia del tennis. Sono loro due, in totale quarantaquattro titoli del Grande Slam, gli unici born in ’80 di una top ten per il resto dominata da un teenager, Carlos Alcaraz, assente da Torino per infortunio. Lo spagnolo, il più piccolo, non è l’unico under 20 in classifica, il nuovo numero 10 del ranking è infatti un altro classe 2003, il danese Holger Rune, che ha vinto a Parigi Bercy contro Novak Djokovic ed è una delle riserve per l’ultimo torneo dell’anno. Non accadeva dal 2007 che ci fossero due teenager tra i migliori dieci tennisti, in quel caso i debuttanti erano Djokovic e Murray.

 

Il tennis, dopo una fase di transizione che è sembrata eterna, è entrato in una nuova fase, orfana di Federer, anche se dentro al campo la nostalgia è un sentimento che lascia il tempo che trova, the show must go on, con o senza esperienze religiose al seguito.

 

Ma riecco Nadal, che è stato il primo a testare il campo centrale del PalAlpitour, il trentaseienne a cui una sessione di allenamento quotidiana non basta, gliene servono due. In carriera ha conquistato tutto, gli mancano soltanto le Finals, torneo in cui ha raggiunto la finale due volte, nel 2010 e nel 2013, perdendo entrambe le volte, prima contro Federer e poi contro Djokovic che, a proposito di meravigliosi e irripetibili anni Ottanta hanno conquistato questo titolo rispettivamente sei (lo svizzero) e cinque (il serbo) volte. Tutti giocano per qualcosa, anche soltanto per motivi spiccioli, si fa per dire. Le Finals made in Turin saranno il torneo con il montepremi più ricco di sempre: oltre quattordici milioni di euro, più 64 per cento rispetto al 2019, ultimo anno prepandemico.

 

Il campione, se dovesse vincere senza perdere nemmeno una partita durante i gironi, porterà a casa un assegno di 4,8 milioni di euro. Si gioca per soldi, certo, ma non solo. Nadal, il più vecchio tra i maestri presenti a Torino, con questo torneo, che assegna 1.500 punti, avrà la possibilità di finire la stagione da numero uno al mondo a quattordici anni di distanza dalla prima volta, nel 2008. C’è un altro pretendente per il trono, Stefanos Tsitsipas che a 24 anni, è stato campione alle Finals nel 2019 e da quel momento è sempre apparso giovane per i vecchi e vecchio per i giovani, compresso tra i Fab 3 e il nuovo che avanza, da una parte Djokovic e dall’altra Alcaraz, tutti numeri uno che gli hanno rubato il posto.

 

A Torino potrà avere la sua chance per guardare tutti dall’alto. Anche Novak Djokovic ha qualcosa da dimostrare, a conclusione di un anno che è cominciato con una reclusione al Park Hotel di Melbourne e il divieto di prendere parte agli Australian Open in quanto non vaccinato; ha vinto un solo Slam in questa stagione, Wimbledon, che non assegnava punti per protesta contro la decisione della Atp di non ammettere giocatori russi e bielorussi ai Championships. Il serbo sembra sempre avere tutti contro, a Torino proverà a dimostrare di essere il migliore tra i migliori. Il suo primo match sarà lunedì alle 21 contro Tsitsipas, mentre i primi ad esordire sui campi torinesi saranno Ruud e Auger Aliassime domenica pomeriggio a partire dalle 14. Il match serale della prima giornata prevede Fritz contro Nadal. Lo spagnolo, che si è qualificato alle Finals per la sedicesima volta consecutiva, ritorna a giocarle sapendo che questa volta potrebbe essere l’ultima in mezzo agli otto migliori tennisti al mondo. Il tennis non è più un paese per vecchi.

 

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