Grande festa per la ritmica italiana

L'impresa di Sofia Raffaeli: doppietta di ori ai mondiali di ginnastica ritmica

Stefania Moretti

È la prima volta che un'atleta azzurra vince una medaglia d'oro individuale, ma lei ne vince addirittura due: una al cerchio e una alla palla. Bronzo per Milena Baldassarri 

Tutto in una notte a Sòfia, Bulgaria. Sofia Raffaeli incanta l'Arena Armeec nella capitale che porta il suo nome: doppietta di ori al cerchio e alla palla, campionessa del mondo in due specialità su quattro. E per l'Italia della ritmica è festa grande: nessuna individualista italiana prima di lei era salita sul gradino più alto del podio di un campionato mondiale.

 

Scrivere la storia agguantando almeno un oro nella rassegna iridata, per la diciottenne di Chiaravalle (Ancona), era una missione più che possibile. Mercoledì 14, nella prima giornata di mondiale, ha portato i suoi 37 chili di energia e grazia sulla pedana bulgara ed è stato dominio assoluto. Dodici ore di gara per restringere la forbice dalle 72 partecipanti alle 8 migliori al mondo al cerchio e alla palla, che in serata si sono sfidate alle finali. Sofia ha chiuso in testa a entrambi i gruppi, al cerchio con un punteggio di 34.850; seconda la bulgara Stiliana Nikolova e terza la tedesca Daria Varfolomeev. Alla palla ha primeggiato con 34.900.

 

Chi la conosce sa che poteva perfino fare di meglio - lei stessa lo sa e, forse, qualche angolo recondito del suo animo scrupoloso la tormenta ancora per le poche sbavature dei suoi esercizi -, perché qualche imperfezione c'è stata e la ginnasta italiana più forte di tutti i tempi - ora si può dire - sa innalzare muri di punteggio anche più alti. Dietro di lei, alla palla, ancora Varfolomeev e l'altra azzurra Milena Baldassarri, con uno splendido bronzo. Connazionali, amiche, compagne di squadra in quel vivaio di talenti che è la Ginnastica Fabriano: una gioia vederle dividere il podio e poi scendere, lanciarsi uno sguardo d'intesa e risalire. Milena che prende in braccio Sofia e sorridono ai fotografi; in uno scatto solo i due capolavori di Julieta Cantaluppi e Kristina Ghiurova, madre e figlia, due vite per la ginnastica: un presente da allenatrici e un passato da stelle della ritmica italiana e bulgara.

 

Per un primato portato a casa, resta ancora una lunga gara da disputare: le finali delle clavette, del nastro e il concorso generale di sabato 17, su cui tutti gli occhi sono puntati, non solo perché decreterà la campionessa in tutte le specialità ma anche per l’opportunità, per le prime tre, di staccare il pass per Parigi 2024. Sarebbero le prime Olimpiadi di Sofia.

 

La chiamano "formica atomica" per l'eleganza vulcanica in un corpo minuto, ma assomiglia anche alla "formica" della favola di Esopo: lavoratrice instancabile, dicono di lei. Per tutta la primavera e l'estate ha fatto scorta di medaglie; il circuito di World Cup tra Europa e Asia e la World Challenge Cup di Cluj-Napoca (Romania) sono stati un'ascesa fontinua: 21 medaglie di cui 12 d'oro. La stella era nata da un pezzo - al suo primo mondiale, l'anno scorso, era già bronzo al cerchio - ma i più sbadati hanno aspettato gli Europei per accorgersene: mai nessuna italiana aveva conquistato quella vetta prima di lei, campionessa d'Europa al cerchio e alle clavette e vicecampionessa alla palla.

 

Una perfezionista col vizio della lucidità. Sofia sapeva di non poter deludere e non ha deluso. Sotto il cielo di una Sòfia dove Baldassarri e Agiurgiuculese regalarono all'Italia i loro primi argento e bronzo mondiali e dove le farfalle vinsero l'oro 2018 nell'esercizio misto, la ritmica azzurra aveva il diritto di sognare. L'imperativo categorico era portare a casa almeno un oro, anche a fronte di una congiuntura più favorevole che mai. La squalifica delle russe e bielorusse per l'invasione dell'Ucraina spalancava spazi inediti di podio. Altre praterie si sono aperte a mondiali già iniziati, dopo il ritiro per motivi di salute delle temibili Daria Atamanov e Boryana Kaleyn, da Israele e Bulgaria. 

 

Ma Sofia Raffaeli, indipendentemente da chiunque, si è presa quello che da tempo era suo. Chi la ricorda gareggiare agli inizi, ha ancora in testa quella formidabile bambina di 8 anni, capace di qualunque magia nel maneggiare gli attrezzi. Chi la guardava si chiedeva se, col tempo, si sarebbe "bruciata" o persa. Se avrebbe sprecato o triplicato il talento. Insomma: dove sarebbe finita. E in una notte di fine estate, nella città dei sogni italiani che si avverano, Sofia è finita dove doveva essere: in cima al mondo.

 

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