Foto di Idan Robbins via Wikimedia commons

Il Foglio sportivo

La danza d'oro della Formica atomica Sofia Raffaeli

Annagiulia Dallera

“Mi alleno sei giorni su sette, non vado in vacanza, ma la mia vita è un sogno”. Intervista alla ginnasta, prima italiana a vincere ben due ori individuali agli Europei

Sofia Raffaeli, la “Formica Atomica” di 18 anni, ti fa capire che il suo sport, la ginnastica ritmica, non è per tutti. Ci vuole mente fredda, sangue freddo, tutto il freddo che puoi trovare per eseguire quelle esibizioni tanto eteree ed eleganti a cui ha abituato i suoi fan. Tra un lancio di clavette o di un cerchio non ti accorgi quale enorme sforzo fisico e mentale c’è dietro. Sofia lo sa. Lei passa le sue giornate ad allenarsi per raggiungere la perfezione, per ottenere quei risultati che la stanno consacrando a campionessa. E che campionessa! È stata la prima italiana a vincere ben due ori individuali agli Europei di Tel Aviv, nel cerchio e nelle clavette. Ha ricevuto il punteggio individuale più alto mai assegnato in una competizione internazionale: 36.150 nel cerchio. A settembre l’aspetta il Mondiale di Sofia in Bulgaria dove cercherà di conquistarsi un posto per Parigi 2024.

 

A 18 anni come ci si sente ad essere già una campionessa? 
“È un’emozione stupenda, soprattutto quando da fuori c’è gente che tifa per te e ti sostiene. È il bello dello sport”.

 

Quando hai capito che questa disciplina era quella giusta per te? Da quanto la pratichi?
“A 2-3 anni ho iniziato con la ginnastica artistica. Poi a 6 sono passata alla ritmica e me ne sono subito innamorata”.

 

Secondo te è fondamentale iniziare fin da quando si è piccole in questo sport? 
“Sicuramente quando sei piccola è più facile imparare. Quando cresci metterti al passo con le altre è più complicato. Ma se hai talento e passione riesci anche iniziando un po’ più tardi”.

 

Non c’è un ostacolo all’agonismo quindi?
“No, è più un discorso di abituare il fisico”.

 

C’è molta rivalità nel tuo sport? È una rivalità sempre sana?
“Non c’è rivalità con le altre ‘Farfalle’. Quello che faccio è cercare di raggiungere chi è più in alto di me, lavorando in palestra. Non è una questione di invidia, ma per me vuol dire trovare un punto di riferimento, un obiettivo da raggiungere. È uno sprone per migliorarsi e fare ancora di più”.

 

Com’è il rapporto con la tua allenatrice Julieta Cantaluppi? 
“Da quando ho iniziato mi sono sempre allenata con lei. Mi ha cresciuto sia nello sport che nella vita”. 

 

Quando hai capito che eri più brava delle altre ragazze, che avevi quella marcia in più che ti avrebbe permesso di diventare la campionessa che sei oggi?
“Ho lavorato sempre tanto in palestra fin da quando ero piccola. Già da junior ho iniziato ad avere dei buoni risultati. Quando passi alla categoria senior è sempre tutto da vedere: non è detto che si rimanga la stessa ginnasta che eri prima perché è una serie è più complicata. Non mi aspettavo quello che sarebbe successo. Abbiamo solo cercato di migliorare gli esercizi, di portare in alto l’Italia”.

 

Che cosa senti durante le tue esibizioni? Riesci a controllare le tue emozioni?
“Noi in palestra lavoriamo anche su questo. Quando si sbaglia non devi far vedere che ti dispiace o che sei arrabbiata. In gara non è mai detto che un errore pregiudichi tutta l’esibizione. Devi sempre andare avanti cercando di nascondere le tue emozioni più profonde e facendo vedere quello che sai fare”.

 

Quanto ci metti a preparare un’esibizione? Raccontaci una tua routine quotidiana
“Mi alleno sei giorni su sette. Vado in palestra dalle 8.30. Faccio riscaldamento, danza, slanci alla sbarra, giri, equilibri. Poi prendo in mano gli attrezzi. Le esecuzioni possono andare da 5 a 6-7 ripetizioni. Dipende se ci sono tante gare o meno. Se un esercizio va migliorato mi concentro di più su quello ovviamente. Faccio pausa dalle 13.30 alle 14.30. Nel pomeriggio ricomincio e vado avanti fino alle 17.30. Sotto gara può succedere che io continui ad allenarmi fino alle 19. Di solito mi concentro su due attrezzi la mattina e sugli altri due nella seconda parte della giornata”. 

 

Per te esistono le vacanze?
“Questa estate di sicuro non le ho avute. Ho fatto la maturità e tra scritti e orali non mi sono potuta riposare molto. Avrò anche i Mondiali a breve. Non mi posso permettere molte vacanze”. 

 

In che cosa ti sei diplomata? E con la scuola come hai fatto? 
“Mi sono diplomata al liceo delle scienze umane. Ho sempre seguito delle lezioni serali dalle 18 alle 20 in una scuola fatta apposta per noi ginnaste qui a Fabriano. La vera scuola dove poi andavo a fare gli esami per passare agli anni successivi è a Civitanova”.

   

Chi è il tuo riferimento? 
“Linoy Ashram che ha vinto le Olimpiadi di Tokyo”.

 

Qual è il successo di cui saresti più orgogliosa e che non hai ancora ottenuto?
“Il mio sogno sono i Mondiali di settembre e poi vorrei partecipare alle Olimpiadi di Parigi”.

 

Cambieresti qualcosa della tua vita? Non hai mai invidiato le tue coetanee con meno impegni e doveri di te?
“No, non cambierei niente. Non è mai stato un peso per me la vita che faccio”.

 

Qual è la cosa che ti piace di più di questo sport, che ti dà più emozione?
“È uno sport dove devi essere espressiva, dove c’è la musica. Poi mi carica il pubblico nel palazzetto. L’esercizio lo fai per chi ti viene a vedere, oltre che per la giuria”.

 

Qual è il tuo attrezzo di punta e che ti ha regalato più soddisfazioni?
“Non ce ne è uno in particolare. In palestra cerchiamo di lavorarli tutti allo stesso modo. Con il cerchio in questo momento riesco a prendere punteggi più alti, perché il mio esercizio prevede difficoltà elevate”. 

 

Hai mai avuto una battuta d’arresto durante il tuo percorso? Come l’hai superata?
“Mai avuta e spero di non averne finché la mia carriera non sarà finita”.

 

Pensi che la ginnastica ritmica in Italia sia abbastanza apprezzata e valorizzata? 
“In questo ultimo periodo stanno cercando di farla crescere aumentando il pubblico. Prima che diventassi senior era poca diffusa. Grazie ai risultati che stanno ottenendo la squadra e alcune ginnaste individualmente, si sta cercando di far arrivare questo sport a più persone possibili”. 

 

Che ruolo hanno avuto i tuoi genitori nella tua carriera sportiva? 
“Mi hanno sempre sostenuto. Con la scuola facevo molta fatica. La sera ero un po’ stanca. Mi aiutavano a fare i compiti. Anche mio nonno è stato fondamentale: mi ha sempre portato avanti e indietro tra casa e palestra”. 

 

Ti piace il soprannome “Formica Atomica”?
“Me l’ha dato Fabrizia D’Ottavio nel 2018. È perché ero piccolina, ma ero molto veloce. Sembravo un furetto. Mi è rimasto da allora. Mi ha sicuramente portato fortuna”.

 

Che rapporto hai con i social? 
“Non mi piace vivere immersa nei social, perché è brutto stare al telefono guardando quello che fanno gli altri. Preferisco vivere. Sto 8 ore in palestra e non mi va di passare il poco tempo libero che ho al cellulare. Dopo le gare le bambine mi fanno i complimenti sui social e questa è una parte che mi piace. Rispondo sempre quando mi arrivano i loro messaggi”.  

 

E con il tuo corpo?
“Non seguo una dieta precisa. Non ho un nutrizionista. Sto attenta a mangiare il giusto, senza esagerare. Mangio un po’ di tutto”.

 

Nel tuo futuro come ti vedi? A 40 anni sarai ancora nel mondo della ginnastica ritmica?
“Potrei decidere di rimanere nella Polizia, corpo di cui faccio già parte o di continuare nel mondo della ginnastica ritmica come allenatrice. Mi piace troppo questo sport. Ci vedo ancora il mio futuro”.  

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