La Nations League non esiste, e per fortuna è finito questo strazio. Si riproporrà, come una sheperd’s pie cucinata male la mattina dopo, a settembre. Ma almeno allora saranno già ricominciati i campionati, avrò ordinato abbastanza birra e soprattutto mancherà poco all’inizio del Mondiale in Qatar, che vincerà l’Inghilterra. La Nations League non esiste, e alla fine non è stato nemmeno un test particolarmente probante: i giocatori erano stanchi, e fondamentalmente non fregava niente a nessuno. L’intoccabile Roberto Mancini ha però tirato un brutto scherzo ai giornalisti appecoronati: dopo l’eliminazione dal Mondiale e l’umiliazione di Wembley contro i campesinos argentini, le lingue delle redazioni sportive italiane avevano ricominciato a roteare sulle terga del commissario tecnico come se niente fosse successo. Era bastato un assist di Gnonto per far gridare al miracolo, la convocazione di Gatti per fare urlare alla lungimiranza profetica del ct, il dito rotto di Donnarumma per fare scrivere paginate di elogio all’attaccamento per la maglia azzurra.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE