La delusione della Nazionale italiana dopo la sconfitta contro la Macedonia del nord (Ansa)

Il foglio sportivo - that win the best

Grande idea decidere di boicottare il Mondiale in Qatar

Jack O'Malley

È dal 2006 che gli Azzurri non ne azzeccano una. Ma la prossima volta le ammesse saranno 48...

Al fischio finale di Italia-Macedonia del Nord ho stappato altre dieci bottiglie e cercato il coma alcolico. Come è possibile, mi ripetevo, che queste seghe imbarazzanti ci abbiano battuto a Wembley otto mesi fa, fregandoci un trofeo meritato a casa nostra? Poi, confesso, ho provato un certo dispiacere: senza gli Azzurri che perdono contro la Nuova Zelanda o il Costa Rica al prossimo Mondiale mancherà qualcosa. Infine ho pensato che non me ne frega niente, e che volevo sprofondare nella mia bionda il prima possibile osservando divertito la caccia al colpevole della disfatta. La verità è che sono una brutta persona e ho provato una sensazione di goduriosa vendetta per interposti scarponi giovedì sera. Il gol al 92’ preso da una squadra che non aveva mai tirato in porta è il culmine di un copione dell’orrore che forse soltanto all’Inghilterra sarebbe potuto capitare di vivere. E invece. E invece è successo a voi, che non ne combinate una giusta dai Mondiali dal 2006, e la prossima volta sarà vent’anni dopo, più che una vita, un’eternità. Peggio della sconfitta che ha trasformato ufficialmente l’Italia nella nuova Grecia calcistica ci sono i commenti pavloviani che un secondo dopo il fischio finale hanno invaso social, siti, tv e giornali. Gli stessi che fate dal 2010. 

 

Chi a luglio scorso ballava nudo sul carro di Mancini si è affrettato a spiegare che lui lo aveva detto che l’Europeo era un abbaglio, che il sistema calcio va rifondato, che i settori giovanili non sono più quelli di una volta, che i procuratori signora mia, e le proprietà straniere insomma, non c’è più la passione di un tempo, non ci sono soldi, comandano sempre i soliti quattro stronzi, la Serie A non è più attrattiva (mentre la Ligue 1 lo è? Chiedo per capire che ci fa la Francia al Mondiale, da campione in carica poi), Jorginho è in fondo una pippa (ma… non era da Pallone d’Oro?), che è tutta colpa delle società che mettono i bastoni tra le ruote. Meglio ancora poi le soluzioni proposte, roba che il carrello dei bolliti di un ristorante anni Ottanta era fresco: GLI EROI DEL 2006. Come se avere vinto un Mondiale da giocatore infondesse superpoteri da allenatore: ho letto di Cannavaro, addirittura di Marcello Lippi, che dalla disfatta del 2010 si ripropone come il bangers and mash mangiato al pub dopo il settimo whisky, qualcuno azzardava Gattuso o Pirlo.

 

Siate pronti a settimane di consigli su come riscostruire tutto, dichiarazioni di presidenti di A che promettono più collaborazione e mea culpa da parte di tutti tranne che dei giornalisti che per due anni vi hanno raccontato come fosse iniziato un ciclo vincente con giovani di grandi prospettive e oggi dice che non c’è un solo giovane decente. Sia chiaro, parlo da tifoso della Nazionale più assurda della storia del calcio, ma non posso non notare come da noi le sconfitte siano tragedie, mentre da voi scivolano immediatamente nella farsa. Come chiamare infatti lo spareggio per il terzo posto di qualificazione che dovete giocare martedì contro la Turchia? Coraggio, amici, dopo l’umiliazione rinasce la speranza. Dal Mondiale del 2026 i posti disponibili saranno 48 (ma solo 3 in più per le europee). Potreste farcela. Intanto, mentre cercate di riprendervi dal trauma, potreste tentare il colpo di dire che questo è il vostro boicottaggio al Qatar, dopo quello profetico alla Russia. Qualcuno magari ci crede.
 

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