Football Manager 2022 accontenta (almeno in parte) i 60 milioni di allenatori italiani

Enrico Veronese

Nell’èra del calcio globale i giochi manageriali rappresentano per molti un dolce narcotico alla perdita di smalto della Serie A. A completare il quadro è arrivato l'aggiornamento di PC Calcio

Sessanta milioni di commissari tecnici, sempre più con la tastiera in mano. Mentre Roberto Mancini si scervella per capire chi potrà proficuamente sostituire Immobile venerdì, nel match decisivo delle qualificazioni mondiali contro la Svizzera, colonie di giovani e meno giovani esultano per l’uscita dell’edizione 2022 di Football Manager, il sovrano dei giochi che consentono di sentirsi allenatori e creano una effettiva dipendenza nel tempo che separa dalla successiva sessione.

Forse non è un affare solo italiano, ma nell’èra del calcio globale i fantasy game rappresentano per molti un dolce narcotico alla perdita di smalto della Serie A: dalle discussioni al bar del lunedì mattina agli eterni dualismi, ciascuno ha la soluzione in tasca per la propria squadra del cuore. E arriva un momento in cui perfino il fantacalcio, evolutosi in trent’anni a somigliare sempre più alla realtà (con il sistema Mantra, ad esempio, che riproduce fedelmente i ruoli in campo ed evita di schierare tre centravanti o tre terzini destri), non basta più e soccombe all’esperienza immersiva di Football Manager: dove il giocatore pro-level ha la facoltà di decidere tutto, da quali e quanti collaboratori avvalersi fino all’impresa che rifà il manto erboso dello stadio, l’intensità dell’allenamento vessatorio verso chi si mostra demotivato e ovviamente la campagna acquisti, una serie di responsabilità che fanno impallidire gli allenatori-ds britannici à la Sir Alex Ferguson.

 

Ogni anno vengono aggiunte sempre più feature, per sottrarre mercato ai “pezzotti”: a proposito di mercato, la realtà supera la fantasia da quando squadre reali, l'ultima è il Tolosa – che milita nella Ligue 2 francese – hanno candidamente annunciato di servirsi del gioco per scoprire i migliori giovani talenti in giro per il mondo. Lo stesso evidentemente fanno i procuratori e i talent scout, riuscendo a piazzare colpi esotici nel gotha del calcio occidentale.

Lontani sono i tempi delle combine brasiliane per sbolognare Luis Silvio alla Pistoiese, più vicini i contropaccotti presi innamorandosi di video “goals and skills” via Youtube. Niente viene lasciato al caso, e là dove si allarga la breccia degli e-sport intere società si mettono nelle mani di giovanissimi nerd capaci di alterare i valori algoritmici di FM, e di diventare piccole celebrità portando la squadra del paese da una media Serie C almeno fino all’Europa League nel corso di poche stagioni di binge gaming. Se questi sono i mostri, la massa dei dilettanti cerca nei manageriali il modo per schierare la formazione dei sogni, resistere alle offerte degli sceicchi e indovinare il prossimo crack nato nel 2005: i joystick per andare in goal coi soliti trucchetti sono parte di un altro campionato, quello che dalle sale giochi si è trasferito quasi integralmente alle consolle.

 

Per chi vuol provare il brivido del vintage, dai meandri dei forum sbuca l’aggiornamento per PC Calcio, che vent’anni fa faceva impazzire i genitori dei gamer di oggi: spartano e tenero, riempiva pomeriggi a 56k tra uno stock di video su MTV e le maledizioni ai cd rom che non sempre funzionavano.

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