Foto di Brynn Lennon, Pool via AP 

Il virus va più veloce di auto e moto. L'Australia rinuncia a Formula 1 e MotoGP

Umberto Zapelloni

La gara di F1 quest’anno era stata spostata da marzo a novembre. Ma oggi è arrivato lo stop. Il paese è in ritardo con le vaccinazioni, la variante Delta fa paura e la decisione è sembrata inevitabile alle autorità locali

L’Australia dice no ai motori. Chiude le frontiere a Formula 1 e MotoGp che avevano messo in calendario il viaggio in Oceania a fine stagione. Il virus che non fa paura all’Uefa nella sua ostinazione a mantenere le semifinali dell’europeo a Londra, continua a far paura dall’altra parte del mondo. I giapponesi ospiteranno le Olimpiadi, ma hanno lasciato a casa i tifosi e ingabbieranno giornalisti e atleti. L’Australia, a malincuore ha detto stop ai gran premi per il secondo anno di fila. L’anno scorso tutto saltò quando il carrozzone della Formula 1 era già arrivato a Melbourne ed erano andate in onda le prime conferenze durante le quali Lewis Hamilton aveva chiaramente detto: “Qui comanda il dio denaro”. Poche ore dopo, con il virus che cominciò a colpire le squadre, tutto fu impacchettato e spedito in Europa. Arrivederci al 2021. La gara di quest’anno era stata spostata da marzo a novembre. Ma oggi è arrivato lo stop. L’Australia è in ritardo con le vaccinazioni, la variante Delta fa paura e la decisione è sembrata inevitabile alle autorità locali. Il presidente dell'Australian Grand Prix Corporation, Paul Little, ha detto di essere profondamente deluso ma consapevole della “sfida che l'Australia deve affrontare con le attuali restrizioni ai viaggi internazionali e con la campagna di vaccinazione”.

MotoGp e Formula non si sono certo fatte cogliere impreparate. La Moto Gp ha anticipato di una settimana la gara in Malesia per agevolare il back to back con la Tailandia e ha aggiunto una seconda gara a Portimao. La Formula 1 si era costruita un calendario con 23 tappe. Ottimistico. È già dovuta intervenire un paio di volte per riempire i vuoti lasciati da paesi non più disposti ad aprirsi. Si è così tornati a correre a Imola, si è raddoppiata la gara austriaca, sì andrà di nuovo anche in Turchia. Restano altri due punti interrogativi oltre all’Australia: è difficile che si potrà correre in Brasile e in Giappone. È vero che Tokyo ospiterà i Giochi, ma gli organizzatori di Suzuka non se la sentono di organizzare una gara a porte chiuse e di aprire al pubblico nel paese del Sol Levante non c’è assolutamente nessuna intenzione. Mentre in Austria abbiamo rivisto le tribune colorarsi d’arancione per Verstappen e a Silverstone tra dieci giorni non ci saranno limitazioni in tribuna, il resto del mondo preferisce giustamente fare molta attenzione. La stessa Formula 1 continua a imporre tamponi e test a tutti, nonostante la maggior parte della popolazione delle squadre sia ormai vaccinata. La mascherina resta obbligatoria nel paddock. L’unica concessione è stata quella di permettere agli intervistati in tv di toglierla, obbligando però i telecronisti a indossarla.

Stefano Domenicali, numero uno di Liberty Media, adesso dovrà studiare un nuovo percorso per mantenere le 23 gare promesse in calendario. "Se da un lato è deludente sapere che non correremo in Australia in questa stagione – ha detto - dall’altro siamo fiduciosi di poter offrire un campionato di 23 gare nel 2021 e abbiamo una serie di opzioni da portare avanti per sostituire il posto lasciato libero dal Gran Premio d'Australia". Molto probabilmente si raddoppierà la tappa di Austin in Texas e si approfitterà della seconda gara per proporre la Sprint race se non di dovesse andare in Brasile. La gara statunitense è in calendario il 24 ottobre, il 10 sarebbe in programma il Giappone. Il calendario dopo la gara in Turchia del tre ottobre è tutto da scrivere. Per ora prevederebbe Giappone (10 ottobre), Usa (24 ottobre), Messico (31), Brasile (7 novembre), Australia (cancellata il 21 novembre), Arabia saudita (5 dicembre), Abu Dhabi (12 dicembre). Restano i tre punti interrogativi di Messico, Brasile e Giappone. Ma la Formula 1 l’anno scorso si è distinta per organizzazione e fantasia. La sua bolla è stata presa ad esempio da molti altri sport. Impossibile che possa scoppiare ora anche perché 9 gare sono già state archiviate e in atto c’è una vera e propria rivoluzione con la marea arancione di Max che si sta impossessando del mondo.

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