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Il Foglio sportivo - that drink the best

La noia delle giornate senza Europei

Jack O'Malley

Le gag su Messi disoccupato, il sosia di Klopp sbronzo, l’Uefa in tribunale e un’idea per vincere comunque

Spero vivamente che Leo Messi firmi al più presto il nuovo contratto con il Barcellona (o con chi vuole lui), non penso di resistere più di un’altra mezza giornata alle simpatiche battute di giornalisti che annunciano ammiccanti che la Pulce ha firmato per il Milan o la Sambenedettese, e sagaci banal media manager di improbabili club che postano screenshot di finte chat in cui chiedono al 10 dell’Argentina se vuole andare a giocare da loro. I colleghi spagnoli di Chiringuito TV hanno fatto un drammatico countdown il 30 giugno sera a mezzanotte, poi con faccia funerea hanno annunciato che “Messi non è più un giocatore del Barça”.

I giorni senza partite dell’Europeo sono come le ore senza la mia bionda al pub, un’attesa insopportabile: per fortuna oggi si ricomincia – per due giorni si è parlato del sosia di Klopp ubriaco a Londra e della quarantena, gli argomenti iniziavano a scarseggiare – e anche se non ci volete domani a Roma sugli spalti noi inglesi siamo pronti a scendere in campo, vincere e tornare a Wembley, anche solo per il gusto di fare un dispetto al vostro amato Burioni. Certo, se la smettessimo di celebrare la vittoria contro i tedeschi e iniziassimo a pensare all’Ucraina sarebbe meglio, pensare di essere dalla parte “facile” del tabellone è quasi sempre garanzia di inculata a freddo.

A proposito, ieri il tribunale Commerciale di Madrid ha ordinato alla Uefa di astenersi dall’esclusione dalle competizioni europee dei club fondatori della Super League e di archiviare le azioni legali contro Real Madrid, Barcellona e Juventus. Agnelli ha detto che “il tempo aggiusterà ogni disguido” con Ceferin, che “resta il padrino di mia figlia”, e noi speriamo che si arrivi a una soluzione al più presto perché al pari della gag su Messi non sopportiamo più nemmeno il sarcasmo su “il calcio del popolo” dopo ogni acquisto del Paris Saint-Germain o di una a caso delle “ribelli”.

Sarà che è finito il mese più gaio dell’anno, e con l’inizio di luglio è tornato nell’aria quel  profumo di eterosessualità che da queste parti noi vecchi conservatori continuiamo a preferire, voglio comunque trarre una lezione positiva  che queste settimane di orgoglio e loghi arcobaleno per tutti ma non per gli arabi ci hanno lasciato: voi tifosi che non potete sopportare l’eliminazione della vostra Nazionale fate come vogliono fare in Spagna, dove un uomo può dichiararsi donna anche se ancora in possesso di bandierone da stadio: se siete francesi dichiaratevi belgi o italiani, se olandesi ditevi inglesi o cechi, e così via a seconda di chi va avanti all’Europeo. In tempo di carestia, ogni appartenenza è galleria.

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