La Lazio che conquistò l'ultimo campionato De Martino

Quando c'era il campionato De Martino. Cinquant'anni fa l'ultimo "altro" Scudetto

Alberto Facchinetti

Dalla stagione 1954-1955 a quella 1970-1971 si giocò una competizione pensata per far crescere i giovani calciatore, per far recuperare qualche titolare dopo un infortunio e giocare chi era ai margini dalla prima squadra. Fu la Lazio l'ultima squadra a vincerla

La finale di andata la vince il Milan di Cesare Maldini, il ritorno la Lazio. Per assegnare l’ultimo campionato De Martino della storia serve la bella. A Firenze i biancocelesti si aggiudicano il torneo con un gol del difensore Andrea Carratoni. È il 24 giugno di cinquant’anni fa, è la gara conclusiva di una competizione che non si giocherà mai più. Sono le società della massima serie a non essere più disposte a mandare in giro per l’Italia, con tutti i costi che comporta, una seconda squadra.

Il 1971 è anche l’anno in cui viene introdotta in Serie A la terza sostituzione (due più il portiere), il cosiddetto quattordicesimo. La De Martino è considerata la formazione riserve, anche se in realtà ci sono da rispettare dei limiti d’età. Al momento dell’inizio del campionato i calciatori devono avere al massimo 22 anni. Ma possono essere inseriti in formazione altri cinque giocatori di qualsiasi età, almeno nella fase della stagione regolare.

Il campionato serviva dunque sì a far crescere i giovani, ma anche a far recuperare qualche titolare dopo un infortunio o a far giocare chi era ai margini dalla prima squadra. La Lazio allenata da Bob Lovati aveva in rosa un gruppetto classe 1948, un ragazzino di talento puro come Vincenzo D’Amico e inoltre fecero qualche presenza calciatori esperti come Nello Governato, Juan Carlos Morrone e Rino Marchesi che sarebbero poi stati svincolati in quell’estate 1971.

Il campionato De Martino era nato ufficialmente nel 1958. Il 12 agosto era mancato improvvisamente uno dei più importanti giornalisti sportivi dell’epoca e a lui si era pensato di intitolare il torneo. Emilio De Martino era stato capo dello sport al Corriere della Sera e direttore della Gazzetta. Aveva avuto anche successo negli anni Quaranta come scrittore di libri per ragazzi con “La squadra di Stoppa”. 

Il primo torneo lo vince l’Inter che con quattro edizioni ha il record di vittorie.

Per alcuni anni parallelamente al campionato De Martino si giocava quello dedicato ai Cadetti. I calciatori erano pressappoco gli stessi per entrambe le squadre. Nel giugno del 1961 l’Inter di Helenio Herrera per protesta contro le decisioni del Palazzo non schiera con la Juventus i titolari, ma un mix tra la De Martino e la Cadetti, della quale fa parte un giovane Sandro Mazzola che ha così l’occasione di debuttare in A nella sconfitta per 9-1. In quei giorni sia la Cadetti che la De Martino, con in panchina un certo Giuseppe Meazza, erano impegnate nelle finali dei rispettivi tornei. Chi decideva tutto era però Herrera.

Un’altra categoria di calciatori con presenze in questo torneo è quella degli stranieri di coppa. Negli anni Sessanta l’Inter aveva in rosa tre stranieri. A Luisito Suarez il Mago non rinunciava mai né in coppa né in campionato. È capitato dunque che il brasiliano Jair o lo spagnolo Peirò giocassero nella De Martino. Jair nell’arco delle cinque stagioni nerazzurre totalizza 15 presenze e 3 gol. Peirò nei due campionati è stato il più penalizzato dalle scelte di HH e venne schierato 9 volte facendo 6 gol con le riserve. Saul Malatrasi non solo è riuscito a vincere due Coppe dei Campioni con le due squadre milanesi ma ha militato per entrambi i club anche con la De Martino. Un campione assoluto come Antonio Valentín Angelillo, parecchi alti e bassi nella propria carriera, ha giocato con l’Inter Cadetti 11 partite, realizzando 14 gol e 10 partite pure nel Milan De Martino.

Il campionato Riserve in Italia ha una storia lunghissima, anche prima che venisse intitolato a De Martino. Già negli anni Dieci la Federazione organizzava qualcosa di simile. Dopo un ulteriore tentativo nelle stagioni 1972-’73 e 1973-’74 (campionato under 23 con fuoriquota) non se ne è più giocato uno vero e proprio. Nel frattempo era nato il campionato Primavera, il regolamento del quale prevede oggi che si possano schierare giovani con un limite d’età e cinque fuoriquota di cui solo uno senza alcun limite. Istituire dopo cinquant’anni un campionato Riserve puro oggi avrebbe senso? Il numero di calciatori nelle rose di A è più che raddoppiato rispetto al passato ma anche le partite da giocare sono molte di più. In questo calcio con le cinque sostituzioni, la situazione è sicuramente meno statica di quando i titolari erano sempre gli stessi e le riserve di livello al massimo una. Ciò che è rimasto simile è la difficoltà per i giovanissimi a inserirsi e imporsi in prima squadra. Ma probabilmente non c’entrano né la Primavera né la De Martino.

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