David Marshall, portiere della Scozia, nell'inutile tentativo di evitare il gol di Schick della Repubblica Ceca con un tiro da centrocampo (LaPresse) 

Ce lo chiede l'Europeo - 1

Sfighe scozzesi

Giuseppe Pastore

Catalogo delle disgrazie calcistiche della Scozia. Oggi la sfida all’Inghilterra

Catalogo di sfighe, accidenti e altre circostanze rimarchevoli nelle undici partecipazioni della nazionale scozzese a un Europeo o un Mondiale, tutte concluse con l’eliminazione nella fase a gironi. Incidenti aerei, doping, classifiche avulse avverse, esperimenti di telecinesi, commissari tecnici collassati in panchina: la Scozia non si è fatta mancare nulla.

 

Svizzera 1954. Pur essendovici qualificata, la Scozia non ha idea di cosa sia un Mondiale. Può convocare fino a un massimo di 22 giocatori, ma ne porta in continente solo 13. La squadra affonda in un contesto avvilente in cui il ct Beattie dà le dimissioni a poche ore dal match decisivo contro i campioni del mondo in carica. Finisce in disfatta: Uruguay-Scozia 7-0.

Svezia 1958. Il ct è una leggenda come Matt Busby, ma la sciagura aerea di Monaco di Baviera (che decima il Manchester United) lo mette fuori uso per il Mondiale. Il suo sostituto, tale Dawson Walker, ignora deliberatamente i consigli dei suoi giocatori di far attenzione al Paraguay nella seconda partita. Risultato, Paraguay-Scozia 3-2 e Scozia fuori ai gironi.

Germania 1974. Eliminata da Brasile e Jugoslavia per differenza reti, essenzialmente perché delle tre la Scozia è stata la squadra che ha maramaldeggiato di meno (appena 2-0) sul povero Zaire. Eliminata in un girone in cui ha subito un solo gol in tre partite: alla Scozia è capitato anche questo.

Argentina 1978. La Scozia sorvola l’Atlantico trascinata da un entusiasmo irragionevole: il governo prepara addirittura dei francobolli celebrativi in caso di titolo Mondiale. Rod Stewart compone un inno sciagurato (“Olé olé, olé olà/we’re gonna bring that World Cup back from over there”) che gli si ritorcerà contro. La squadra – il cui portiere, Alan Rough, gioca curiosamente senza guanti, a mani nude – si arena subito contro il Perù di Cubillas, fa 1-1 con l’Iran e cade pure nelle maglie dell’antidoping, con il povero Willie Johnston rispedito a casa per essere stato trovato positivo a uno stimolante. La tardiva vittoria sull’Olanda (citata in una celebre scena di Trainspotting) è buona solo per i rimpianti. Fa epoca il fermo immagine del ct MacLeod sorpreso in panchina con le mani tra i capelli.

 

Spagna 1982. La Scozia deve vincere l’ultima partita contro l’URSS per passare il turno ma a sei minuti dalla fine, sull’1-1, i difensori Alan Hansen e Willie Miller si schiantano penosamente l’uno contro l’altro spalancando un’autostrada al poco misericordioso Shengelia che segna il 2-1 e fa calare il sipario.

Messico 1986. In panchina siede un giovane Alex Ferguson dopo la morte da eroe del vecchio ct Jock Stein, che ci ha lasciato le penne al fischio finale del drammatico match decisivo a Cardiff contro il Galles, con la Scozia che aveva trovato all’ultimo minuto su rigore il gol della qualificazione. Ma nemmeno il ripescaggio delle quattro migliori terze consente di sfatare la maledizione: la Tartan Army riesce nell’impresa di fare 0-0 contro una squadra in 10 uomini per l’intera partita come l’Uruguay, con Batista espulso dopo 53 secondi (il cartellino rosso più veloce della storia dei Mondiali). 

Inghilterra 1996. La partita-clou contro gli inglesi, a Wembley, cambia verso nel giro di due minuti: McAllister tira addosso a Seaman il rigore dell’1-1, poi Gascoigne maradoneggia e segna il 2-0. Su Youtube c’è un video in cui si cerca di dimostrare che, un istante prima che McAllister calciasse il rigore, il pallone sul dischetto era stato spostato con la mente di alcuni decisivi centimetri dal celebre illusionista Uri Geller (quello che piegava i cucchiaini con la forza del pensiero).

Francia 1998. In una truppa di mestieranti ruba la scena il residuato bellico Jim Leighton, vecchio portiere di quasi 40 anni che – sdentato e arruffato – finisce per dimostrarne almeno 55. L’esordio contro il Brasile è un piccolo compendio del Mondiale e dell’atavica jella scozzese: decisivo l’autogol di petto di Tom Boyd, colpito in pieno da un rimpallo con il suddetto Leighton. Nessuno poteva immaginare che sarebbero passati 23 anni dal loro ritorno sulle scene; nessuno poteva immaginare che, ad attenderli, ci sarebbe stato il primo gol da centrocampo della storia degli Europei.

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