Marcel Sabitzer, con la maglia della nazionale austriaca a Bucarest, nella partita contro la Macedonia (LaPresse)

Facce da Euro 2020

Marcel Sabitzer, l'antieroe austriaco

Ruggiero Montenegro

Il numero 9 della squadra allenata da Franco Foda non è il tipico atleta che viene in mente pensando alla Red Bull, eppure a Lipsia è diventato bandiera e uomo immagine. E intanto si è preso la nazionale, da protagonista

Non è un caso se dopo il 3-1 alla Macedonia, con cui l'Austria ha inaugurato il suo Europeo, molti dei titoli dei giornali sportivi, dall'Italia all'Inghilterra, fossero dedicati al numero nove. A Marcel Sabitzer, elemento chiave dell'undici allenato da Franco Foda e ultimo dei gioielli sfornati in casa Red Bull: al 18' del primo tempo è suo il lancio illuminante che taglia il campo da sinistra e destra e permette a Leiner il tocco volante che vale l'1-0. E non è stata l'unica perla di una partita che l'ha visto protagonista, uno dei perni del gioco austriaco.

Definirlo un centrocampista sarebbe riduttivo, troppo semplice. Sabitzer, classe 94 e figlio d'arte – suo padre Herfried ha vinto un campionato austriaco e vanta 6 presenze con la nazionale maggiore – è molto di più: in carriera ha giocato come ala, destra e sinistra, e come mediano, talvolta regista, poi trequartista e all'occorrenza falso nueve o seconda punta. Quel che si dice un uomo al servizio dei compagni. “Gioco per la squadra e non cerco il successo personale”, ha detto tra le altre cose martedì scorso, parlando dal ritiro di Seefeld. E c'è da credergli, non era la solita, e spesso banale, retorica del calciatore. La sua carriera sta lì a dimostrarlo.

 

È dotato di buona tecnica e grande visione di gioco, ma soprattutto è uno di quei calciatori che sa adattarsi e ingoiare bocconi amari, aspettando il suo momento. Senza bruciare le tappe. Anche per questo il Lipsia, di proprietà Red Bull, ai tempi ancora lontano dai palcoscenici europei e impegnato nella scalata verso la Bundesliga, lo punta e nel 2014 lo acquista per qualche milione di euro dal Rapid Vienna. In Germania però lo considerano acerbo e decidono di farlo maturare ancora in Austria, girandolo in prestito ai cugini del Salisburgo, sempre di proprietà Red Bull. Qui resterà un anno, mettendo in mostra tutto il suo talento: 51 presenze e soprattutto 27 gol e 22 assist.

Al Lipsia, che intanto milita nella seconda divisione tedesca, si convincono. È lui l'uomo a cui affidarsi per il grande salto nella seria A tedesca. Quando arriva in Germania, raccontano le cronache dell'estate 2015, non è contento della destinazione ma Sabitzer si mette in gioco, convinto da Ralf Rangnik (lo stesso che è arrivato a un passo dalla dirigenza del Milan l'estate scorsa), la mente e la mano del progetto calcistico della multinazionale. Alla fine della stagione il Lipsia conquisterà la promozione e il calciatore austriaco ne sarà protagonista: è l'inizio di un percorso in continuo crescendo che lo porterà a diventare capitano e bandiera del club, ad essere nominato calciatore austriaco dell'anno nel 2017 e a essere inserito nella squadra dell'anno della Champions League nel 2020. Per informazioni rivolgersi al Tottenham, a cui quell'anno Sabitzer ha rifilato una doppietta in 21 minuti, nel 4-0 che porterà i tedeschi ad uno storico quarto di finale.

Ma non solo: Sabitzer è anche diventato uomo immagine della Red Bull, nonostante tutto. Perché se si pensa alle imprese estreme su cui il marchio dell'energy drink ha fondato l'identità e il suo marketing, non è proprio il calciatore austriaco quello che viene in mente. Marcel, piuttosto, è l'antieroe di questa epica. Lui che intanto si è anche sposato e ha una figlia, lui che è uomo pratico, senza troppi fronzoli: uno di quelli abituati a lavorare dietro le quinte, quando serve, a testa bassa.

A Lipsia, ormai, non possono più farne a meno e già storcono il naso, immaginando un futuro senza il nazionale austriaco. A maggior ragione adesso, con il contratto in scadenza tra un anno e alcuni tra i maggiori club europei che lo corteggiano. Il centrocampista offensivo intanto prende tempo - “Si dicono tante cose nel calcio. Quello che dico oggi non conterà più domani. Ho un contratto fino al 2022" - glissa e rimanda ogni discorso a dopo l'Europeo. Giovedì sera c'è l'Olanda e uscire indenni dalla Johan Cruijff Arena potrebbe avere per l'Austria il sapore di uno storico passaggio del turno. Poi verrà tutto il resto, Sabitzer lo sa e non ha fretta. Dopotutto non ne ha mai avuta troppa, e i risultati alla fine sono arrivati.

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