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ce lo chiede l'europeo - 2

Il rito della partita vista dal vicino scaramantico che ordina cinese quando c'è l'Italia

Corrado Beldì

Assistere alla vittoria contro la Svizzera di Embolo (miglior nome di tutto l'Europeo) bevendo Lambrusco e addentando polpette di polpo

L’avrei pure ascoltata in radio ma da reporter sportivo non posso proprio, il problema è sempre il solito, vivere senza TV quando gioca la Nazionale. Per fortuna il vicino di casa non è in giro per il mondo a vender quadri. Mi presento puntuale, una bottiglia di lambrusco ben freddo e indosso, il mio unico portafortuna, la maglia azzurra di Giuseppe Giannini, eroe delle notti magiche. 

Dopo trent’anni mi sta ancora alla perfezione e soprattutto il tredici porta fortuna, non fosse in metacrilato la terrei tutta la partita. Faccio bene ad esser scaramantico, l’altra sera ho sognato un precedente. Ottobre 1982, Italia-Svizzera all’Olimpico, azzurri belli tronfi dopo il mundial di Spagna e il gol di Elsener nella ripresa che rovina la serata non solo al vecchio Bearzot. Speriamo stavolta vada meglio. Massimo ha il suo stratagemma, quando gioca l’Italia ordina cinese, anche stasera da Mao, il migliore in zona Casoretto, ravioli di carne al vapore, riso bianco, spaghetti di fuoco, pollo alla Gong Bao e le immancabili polpette di polpo

 

Addento la prima e penso subito al mitico Paul, il polpo di Oberhausen che al Mondiale del 2010 le azzeccava tutte. Essendo stato cucinato devo ripiegare su Leone, con noi davanti alla TV stasera, 14 anni, gioca nel San Bernardino, a Genova in zona Castelletto, capocannoniere quest’anno con 17 goal, il suo mito è Locatelli, mezzala e in maglia verde e nera come lui. Sembra saperne e allora mi affido a lui. Prevede un 3-1 per l’Italia, doppietta di Immobile e terzo gol di Chiesa “subentrato a Berardi per stiramento”, per la Svizzera gol della bandiera di Embolo, il miglior nome di tutto l’Europeo.

L’Italia attacca ma non sembra granché ficcante, per venti minuti non combina niente. C’è da giocare sporco e ci pensa Chiellini che la ferma con due mani, butta giù con una spinta il povero Akanji e segna con una specie di pedata. Annullato senza dubbi e capitano infortunato, forse una specie di contrappasso. Sembra un disastro ma in un attimo risolve Locatelli, la passa a Berardi che gliela rimette in mezzo, la Sassuolo connection va alla grande, Locatelli è sicuro, gol spettacolare e Italia in vantaggio. Addento la seconda polpetta.

La Svizzera prova a reagire ma a centrocampo Jorginho le ferma tutte, mi chiedo dove abbia imparato a farlo così bene. “E’ stato molti anni fa, quando giocavo nel Verona”. Una citazione per Mariarosa Mancuso che di certo è davanti alla TV a tifare per la sua Svizzera. Purtroppo in campo non c’è nemmeno un ticinese, scelta strana per Petkovic, il serbo sulla panchina dei crociati che ha giocato per anni a Locarno e Bellinzona. Oggi la squadra non ingrana, alla fine del primo tempo gli svizzeri escono a testa bassa, più che altro suggerirei una bottiglia di amaro Generoso, liquore ticinese per eccellenza, medeghètt della Val di Muggio, base assenzio e artemisia, con tre bicchieri di certo Embolo farebbe una tripletta.

Al rientro si capisce subito che il Generoso non è arrivato, ancora Berardi passa a Locatelli che tira un fendente rasoterra, non certo una cosa sconvolgente ma il portiere dorme e gli azzurri segnano il secondo. Addento la terza polpetta. Esce Insigne e dopo un attimo pure Locatelli, resta solo Immobile che tira sempre troppo a destra, d’altra parte gioca nella Lazio, poi finalmente mira a sinistra, lento ma preciso, il portiere non è in serata e la partita è chiusa proprio mentre scoliamo l’ultimo bicchiere di lambrusco.

Domenica per chiudere il girone tutti di nuovo qui a vedere il Galles di Gareth Bale, dovrei dire di Catherine Zeta Jones, figlia di una sarta di Swansea. Per fortuna non sarà in campo, così gli Azzurri non saranno distratti e rischiano di finire il girone di qualificazione a punteggio pieno, il che non è mai un buon segno ma di questi tempi forse è meglio pensare semplicemente a vincere, senza tattiche né scaramanzie e tanto lambrusco e magnifiche polpette di polpo da addentare.

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