Su, per Mario. I cinque momenti clou della carriera di Balotelli

A 30 anni, per la prima volta, Balo giocherà in Serie B: l'enfasi sul giocatore che è stato, non su quello che avrebbe potuto essere (e che forse, lui, non ha mai veramente voluto)

Foto Ansa  

 

Tutto era iniziato così, la leggerezza della gioventù e una vagonata di etichette - predestinato, testa calda, talento inespresso: chi offre di più? - a pendere sul capo di Mario come la spada di Damocle. E' arrivato all'Inter dal Lumezzane nel 2006, alla sua seconda presenza in Serie A (dicembre 2007, lo lancia Mancini) si presenta con una doppietta, poi vince tre scudetti e una Champions League (nella foto, 'l'ansia' prima della finale). Nonostante più di qualche atteggiamento sopra le righe con compagni, allenatori e avversari: il termine 'balotellata', garantisce Treccani, era già in uso nel 2010. Tutto questo prima dei 20 anni, prendere o lasciare. Non l'ha chiesto Balotelli.

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Climax. Dopo il triplete Balotelli vola in Premier, ritrovando Mancini alla guida del City. Nuovi gol e nuove polemiche: l'attaccante diventa il pane quotidiano di tabloid e tifosi inglesi, con tanto di tormentone - "He's a striker, he's good at darts..." a decantare le sue picaresche avventure dentro e fuori dal campo. Nel 2011/12 lui risponde con una reazione cult - doppietta nel derby di Manchester, la maglia 'Why always me' e tanti saluti - più l'assist decisivo per Aguero all'ultima giornata che regala il campionato ai Citizens dopo 44 anni. E' così che si presenta ai nastri di partenza di Euro 2012: quello della premiata ditta con Cassano, dell'estremo trionfo sulla Germania e dell'ultima finale azzurra in assoluto. Fantantonio ispira, Super Mario scaraventa in rete e mostra i muscoli. Per un lunghissimo attimo, il calcio italiano è ai loro piedi. E chi li chiama più bad boys.

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La parola chiave potrebbe essere 'destabilizzante'. Lo è, ripercorrere il resto della carriera di Balotelli per sommi capi. Sei mesi dopo l'Europeo lascia il City nella burrasca - con tanto di denuncia del giocatore, poi ritirata, contestando una multa per motivi disciplinari - e torna a Milano. Lato rossonero: Galliani punta su di lui per centrare la rimonta Champions. Mario non delude (12 gol in 13 partite), è tra i pochi a salvarsi anche nella successiva annata flop del Milan (18 in 41).

 

 

 

Ma può fare di più, insiste il martello mediatico. L'immagine è la sfuriata in diretta tv con Marocchi e Boban, poi divenuta virale sul web: "Tu pensi veramente di essere un fuoriclasse?", lo incalza l'ex Milan. "Siete voi che parlate di questo, che vi aspettate sempre cinque gol da Mario. Io sono un calciatore normalissimo". Con le giocate e le pause in campo, e le bravate, e quel poco sorridere che tanto dà fastidio alla gente. Punto.

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Da lì Balotelli scomparirà al Mondiale brasiliano, non si ritroverà a Liverpool né alla sua seconda esperienza al Milan. Si rifà in Francia, tra Nizza (26 gol nel 2017/18, career high) e Marsiglia, ritrovando pure la Nazionale. Sempre con il suo folto seguito di polemiche: si congeda dalla Ligue 1 nel 2019 con un'espulsione da quattro giornate di squalifica. A sorpresa, le sconterà in Italia. Lo vuole il Flamengo, ma alle sirene del carnevale carioca Mario preferisce la lotta salvezza con il Brescia. Tornando a due passi da casa, dov'è cresciuto con la famiglia Balotelli che lo adottò a 3 anni. Sembra la scelta giusta, di testa e di cuore: lo appoggia anche Dario Hubner - nemesi del 'talento sprecato' alla Mario e bomber principe della storia del club. Invece finirà male. Qualche lampo, rottura con Cellino, rescissione del contratto. Brescia retrocesso e Balotelli 30enne disoccupato.

  

E arriviamo a oggi. Il bagno d'umiltà si chiama Franciacorta: non una sbronza di ottimo spumante, ma l'omonima squadra di Serie D con cui Balotelli decide di allenarsi in autunno. Aspettando la chiamata del 'Boss', come otto anni fa. Cambiano il club, la serie, l'obiettivo - Monza, B, promozione. Tutto il resto c'è: Galliani ad, Berlusconi presidente. Perfino Brocchi allenatore, come nell'ultima partita giocata dall'attaccante con il Milan il 14 maggio 2016. Anche stavolta Mario è il rinforzo in corsa per vincere: "L'ho trovato bene, è motivato e lo stiamo rimettendo in forma", Galliani dichiara a Telelombardia. In 20 giorni dal suo tesseramento al Monza il giocatore avrebbe perso ben 5 chili: dieta rigida, lontano dai riflettori - niente conferenza stampa di presentazione -, qualche momento spogliatoio con l'amico ritrovato Boateng. Una rivincita per tutti. E per Balotelli, mercoledì il debutto contro la Salernitana capolista: "Speriamo che ci dia una grande mano, come ce la diede al Milan", lo sprona Galliani. Ma poi aggiunge: "Avrebbe dovuto fare una carriera migliore". Tu quoque, Adriano.

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