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Prossimo passo: divieto di ostentare il tifo
Marsiglia prova a censurare i fan del PSG durante la finale, Maguire fa una sana rissa a Mykonos
Ci vuole classe british anche per farsi fermare in Grecia in questi giorni. Il turista medio italiano, incurante degli appelli social dei vip che da resort a 15 stelle invitano tutti a fare le vacanze nel proprio paese, non-vedete-come-si-sta-bene-?, è volato a Mykonos e dintorni e si è fatto infettare con il coronavirus, con conseguente quarantena post tampone rientrato a casa. Il capitano del Manchester United, invece, ha scelto di farsi direttamente arrestare dopo una rissa all’alba fuori da un locale proprio a Mykonos. Poiché noi inglesi abbiamo votato la Brexit, l’ex difensore del Leicester ha scelto giustamente di menarsi con tre suoi connazionali, per poi tentare la fuga prima di essere portato in commissariato. Se i Red Devils non si fossero fatti eliminare dal Siviglia in semifinale di Europa League, Maguire sarebbe sceso in campo contro l’Inter.
A proposito: grazie a Dio questo giornale chiude presto, prima della partita, avevo il terrore di dovere guardare tutto quel calcio minore e doverne scrivere, invece passerò la serata a impararmi a memoria il calendario della prossima stagione di Premier League: c’è il Leeds subito a Liverpool contro i Reds, Mourinho contro Ancelotti alla prima giornata, si inizia il 12 settembre, prima o poi si spera di tornare allo stadio di persona, la tristezza delle partite giocate negli impianti vuoti è pari solo a quella del dibattito su Messi all’Inter perché il padre ha comprato casa a Milano. Se non allo stadio, da qualche parte dovranno pur andare i tifosi.
Non la pensano così a Marsiglia, dove con un’ordinanza comunale avevano vietato di indossare magliette e sciarpe e più in generale i colori del Paris Saint-Germain domenica, giorno della finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Il rischio è che gli ultras del Marsiglia possano fare qualcosa di brutto, sporco e cattivo, tipo cori contro la squadra della capitale, chiedere ai bar di non trasmettere la partita o minacciare per strada veri o presunti sostenitori del PSG. Che un vecchio ubriacone libertario come me arrivasse a ringraziare il presidente francese Macron non lo avrei detto neppure dopo la sesta pinta di Harp, eppure è grazie a un suo intervento che il decreto è stato cancellato. La prefettura ha comunque raccomandato vivamente di non indossare i colori del PSG e di non esultare troppo nell’eventualità di una vittoria. Non so se non si era mai arrivati da nessuna parte al tentativo di imposizione del tifo per legge, al divieto di manifestare la propria appartenenza per decreto, all’imposizione con la forza di non dire da che parte si sta. Povera nostra libertà, che ha bisogno di un prefetto zelante che le consigli di non provocare con una sciarpa i tifosi avversari, e vorrebbe punire con una multa l’amore per i propri colori. Ma d’altra parte, dopo che i lanciacori delle curve sono stati sostituiti dai responsabili marketing delle società che impongono loro quali canti intonare e quali no, dopo che le contestazioni a presidenti e società sono praticamente scomparse dagli stadi, e qualunque parola che non sembri un editoriale del New York Times uscita dalla nostra bocca durante una partita viene stigmatizzata in pubblica piazza nell’eterna gara a far vedere chi ha l’antirazzismo più lungo, il passo successivo non poteva che essere questo.
Ah, tra l’altro: Macron tifa Marsiglia, lasciatemi pensare che in caso di vittoria di Neymar e compagnia pruderebbero le mani anche a lui.
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